Intervista a Angelina Mango: Monolocale è l’inizio di una carriera fantastica

A soli 19 anni Angelina Mango ha pubblicato il suo primo album dal titolo “Monolocale” per Disincanto e distribuito da Believe.

“Monolocale” è nato nei mesi del lockdown e racchiude frammenti di vita di una ragazza che, sin da piccola, ha sempre respirato arte: figlia di Mango e di Laura Valente, la giovane cantautrice è cresciuta tra le canzoni che hanno lasciato impronte indelebili nella storia della musica italiana.

Ha le idee chiare, Angelina: forte del suo talento e di uno stile comunicativo fresco, è pronta per seguire una strada tutta sua. Il suo è un genere che unisce le profonde melodie dolci della sua voce dal timbro riconoscibile ad una cassa potente nello stomaco; il tutto raccontato da testi precisi, intensi, verticali. Dopo aver aperto qualche anno fa un canale YouTube sul quale ha pubblicato diverse cover e inediti, è con questi nuovi brani che Angelina prova ad arrivare dritta alla testa e al cuore, guardandoci negli occhi.

Colpiti, estasiati e catturati da “Monolocale”, abbiamo intervistato Angelina Mango e non abbiamo dubbio che questo è solo l’inizio di una carriera straordinaria!

 

Il 13 novembre è uscito “Monolocale”, il tuo primo album. Sei andata in controtendenza con la consuetudine del momento scegliendo di pubblicare un album e non una serie di singoli. Come mai?

A dir la verità non ho mai preso in considerazione l’idea di far uscire un singolo, perché sin dall’inizio ho percepito questo lavoro come un racconto preciso in cui ogni pezzo è complementare all’altro. Se avessi dovuto scegliere un singolo e basta magari non sarebbe stato neanche un pezzo dell’album.

Il titolo dell’album è Monolocale: cosa deve aspettarsi chi intende ascoltarlo?  

Deve aspettarsi quello che ci si aspetta di sentire quando si va a cena fuori con un amico di tutta la vita.

La cover del disco ritrae te in bianco e nero che fuoriesci da una macchina mentre fumi. E’ il tuo modo di vedere il mondo ossia senza sfumature?  

È una foto cruda, reale, in cui mostro le mie fragilità, non la mia sicurezza. Io vedo il mondo in modo molto crudo e reale, ma questo non vuol dire che in testa non ci siano sfumature!!

Il disco è composto da otto canzoni. Come hai scelto quali tematiche trattare? Cosa ti premeva dire più di tutto?  

Posso dire che il disco sia monotematico. Faccio fatica a non parlare di me e di quello che provo, quindi non c’è mai una vera e propria scelta dell’argomento.

In quasi tutte le canzoni c’è l’amore. In “Va tutto bene” canti che anche l’amore ha un prezzo. Ossia?

Amare è un modo di vivere, non è un periodo. È un modo di vivere intenso, e a volte l’intensità diventa un prezzo da pagare. Ma io vivo amando perché non so farne a meno.

In “Sono aggrappata a te” c’è una dichiarazione d’amore a tutti gli effetti, ma struggente. Cosa è per te l’amore? 

L’amore è, in ogni caso, una motivazione.

Nel disco emerge sullo sfondo Milano. Quanto è importante un luogo per la tua ispirazione? Quanto ha contato Milano per le canzoni “Naviglio Grande” e “San Siro”? 

L’ispirazione arriva sempre, al di là delle circostanze. In Naviglio grande e San Siro invece si tratta di realismo, di raccontare quello che c’è intorno.

Sei giovanissima eppure la tua musica è già così matura, leggera e piena di personalità. È talento o frutto di un percorso ben preciso?  

Grazie mille!

Il percorso è ricerca, e la ricerca non finirà mai. Spero di riuscire nel frattempo a utilizzare tutto il talento che posso.

C’è qualcosa che hai imparato da Mango e Laura Valente nell’arte di fare musica? 

La dedizione, il rispetto, il privilegio di esserne capaci.

Fai musica da sempre, ma con “Monolocale” hai fatto il grande salto. Cosa ti spaventa di questo nuovo inizio?  

L’unica cosa che mi spaventa è svegliarmi e averlo sognato!

Angelina, ultima domanda: cosa c’è in agenda per i prossimi mesi? 

Spero tanto di poter suonare presto sul palco coi miei musicisti. Nel frattempo sto lavorando a tante cose nuove, ho tanto da dire.

Sandy Sciuto