I maglioni low cost di Uniqlo cercano casa a Milano

Le grandi novità che la città di Milano ha in mente per noi, non finiscono di stupirci. Alla tanto agognata apertura di Starbucks, al Lego Store più grande d’Italia, ecco che si aggiunge alla collezione delle nuove aperture un nuovo colosso internazionale che farà impazzire le amanti dello shopping, Uniqlo.  Stiamo parlando del marchio giapponese di casualwear che del cashmere a buon prezzo ha fatto la sua fortuna e che arriverà (finalmente) in Italia nel 2017, precisamente su piazza Cordusio a Milano.

Il marchio Uniqlo, insieme a Helmut Lang, Theory, Comptoir des Cotonniers e Princess tam.tam, fa parte della compagnia Fast Retailing. Il colosso del settore tessile nasce nel 1949 nella città industriale di Ube, prefettura di Yamaguchi (isola di Honshu) per volere di Hitoshi Yanai, che la chiama Ogōri Shōji. È una piccola ma solida azienda tessile a conduzione familiare, che nel 1972, con la morte di Hitoshi, passa nelle mani del figlio Tadashi, oggi l’uomo più ricco del Giappone. La sua entrata in scena nell’azienda del padre coincide con l’abbandono di sei su sette dei membri del consiglio direzionale: “All’epoca ero un tipo piuttosto arrogante e sei di loro decisero di andarsene, spaventati dall’idea che un giorno potessi diventare Ceo”, ha raccontato lo stesso Yanai a Business of Fashion. Oggi l’imprenditore è fondatore e presidente di Fast Retailing, la quarta compagnia di apparel al mondo, il cui obiettivo dichiarato per il 2020 è quello di raggiungere i 50 miliardi di dollari di ricavi, con una precisa strategia di espansione che abbraccia Cina, Europa e Stati Uniti. All’interno di questo piano espansionistico si inserisce la trattativa dell’azienda per l’apertura dello store Uniqlo nella capitale italiana della moda.

La caratteristica che distingue il marchio nipponico dagli inflazionati Zara, H&M e Primark è la creazione di una collezione di piumini e maglioncini in cashmere a prezzi contenuti e dalle linee e colori essenziali. Una filosofia un po’ controtendenza, che mostra la voglia di non lasciarsi trasportare dalle mode del momento, decidendo, invece, di puntare all’essenzialità.  Non a caso i capi minimal di Uniqlo- maglioncini in cashmere, jeans, giacche e gonne in lana- sono talmente noti che sono diventati le divise di alcuni stilisti famosi come J.W Anderson o Phoebe Philo.

La speranza è che questo interessante marchio di abbigliamento non tradisca i suoi fedeli clienti, rimanendo la catena di piumini, giacche a vento, maglioni e camicie di buon materiale che ci fa sentire chic spendendo poco.

Claudia Ruiz