MONTMELO, SPAIN - MAY 13: Brendon Hartley of New Zealand driving the (28) Scuderia Toro Rosso STR13 Honda on track during the Spanish Formula One Grand Prix at Circuit de Catalunya on May 13, 2018 in Montmelo, Spain. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // AP-1VNCRE34H1W11 // Usage for editorial use only // Please go to www.redbullcontentpool.com for further information. //

Formula 1 o Moto GP? I pensieri tipici del tifoso medio

Quando si parla di motorsport, nasce spontaneo il confronto tra le due competizioni motoristiche più importanti e maggiormente seguite in tutto il mondo, sia dagli appassionati più fedeli che dagli spettatori occasionali. Si tratta ovviamente della Formula 1 e della Moto GP, due universi simili e differenti per diversi aspetti ma che ambiscono entrambi a fornire un prodotto all’altezza delle aspettative durante i weekend di gara. Ciononostante, capita spesso che il risultato che giunge nelle nostre case sia piuttosto noioso e ridondante per via di alcuni meccanismi troppo complessi dal punto di vista tecnico e regolamentare. Il presupposto da cui bisogna partire prima di ogni tipo di considerazione è che lo show da presentare rimane il target principale da raggiungere; sono fattori dettati dal sistema regnante, legati allo sviluppo tecnologico e soprattutto alla vendita dei diritti televisivi.

Per questi motivi, da svariati anni sono ricorrenti degli stravolgimenti applicati dalle federazioni per cambiare più volte i valori in pista, nel tentativo di rimescolare le carte ed il livello di competitività tra i vari concorrenti, posti così a dover fronteggiare delle nuove sfide ingegneristiche. Oltre all’interesse economico, uno degli obiettivi principali è quello di incentivare il più possibile lo spettacolo attraverso la continua ricerca della performance; un aspetto che rappresenta da sempre lo scopo più importante per tutti, a prescindere dalla quantità di budget finanziario a disposizione.

Trasferire emozioni ed interesse nell’immediatezza è indubbiamente di fondamentale importanza per attrarre un bacino di pubblico sempre più vasto e nel motorsport non vengono fatte eccezioni. Tuttavia, spettacolo e progresso tecnologico non viaggiano sempre sulla stessa lunghezza d’onda; l’effetto risultante è spesso il disinteresse e l’approssimazione verso delle conclusioni sbagliate. Attraverso questo mix di considerazioni, negli ultimi anni si sono andati a delineare dei particolari luoghi comuni che non hanno più abbandonato le menti degli spettatori occasionali; i soliti tifosi che si lasciano andare alle consuete chiacchiere da bar senza seguire a fondo le continue evoluzioni degli sport motoristici.

Andiamo quindi a scoprire in questa rassegna quali sono i pensieri tipici del tifoso medio italiano, affrontando le tematiche più ricorrenti tra quelle che trasmettono più scetticismo nei confronti della Formula 1 e della Moto GP.

1. I sorpassi

(Photo by Quinn Rooney/Getty Images)

Le principali lamentele nascono dalla scarsa quantità di sorpassi durante i Gran Premi. In particolare, la diceria più comune stabilisce che nelle gare motociclistiche ci sia un maggiore grado di spettacolarità poiché le manovre sembrano apparentemente più frequenti e piacevoli da guardare. Il parametro influenza molto il parere della gente che spesso esprime preferenze a priori verso le due ruote proprio per questo motivo.

La verità, come si può immaginare, è un’altra: accade spesso nell’arco di un campionato che in molte gare si assista ad un monologo di un singolo pilota che domina dall’inizio alla fine stroncando definitivamente i giochi per la vittoria. In Moto GP, salvo che in alcune circostanze particolari, si ha avuto diverse volte a che fare con questo scenario negli ultimi anni.

Quanto alla Formula 1, la questione dei sorpassi rappresenta l’eterna spada di Damocle sulla quale si basa la maggior parte delle opinioni e controversie dei telespettatori. Se le lamentele erano arrivate a livelli record nel primo decennio del nuovo millennio, dal 2011 è stato introdotto sulle vetture un sistema appositamente studiato per aumentare i sorpassi durante le gare. Si tratta del DRS (drag reduction system), dispositivo che permette di aprire il flap dell’ala posteriore, riducendo così la resistenza aerodinamica ed aumentando la velocità di punta. Il DRS ha portato molti miglioramenti in termini di spettacolo in pista e si è rivelato così positivo dall’essere ancora utilizzato; una soluzione tecnologica da cui la Formula 1 ha sicuramente tratto grande beneficio.

2. Durata delle gare

La durata delle gare è un altro fattore delicato che spesso è stato oggetto di critiche e animate discussioni. In questo caso, la differenza tra F1 e Moto GP è sostanziale, poiché le corse del Motomondiale durano circa la metà del tempo rispetto a quelle del Circus gestito di Bernie Ecclestone. Il tifoso medio è solito criticare l’eccessiva lunghezza di quest’ultime, spesso guardando soltanto la partenza perché considerata come il momento più affascinante e carico di adrenalina.

La scuola di pensiero che predilige il format delle gare della Moto GP preferisce un approccio breve (la durata media è di circa 45 minuti) e diretto; avviene tutto in pista, senza troppe strategie particolari, pit-stop, comunicazioni radio e quant’altro.

3. L’equilibrio dei campionati

La questione sui campionati è figlia di tutto il meccanismo regolamentare, tecnico ed economico che si trova a dirigere ogni aspetto del mondo del motorsport; è un parametro estremamente influente sul risultato finale dello spettacolo offerto sui circuiti.

In questo ambito, l’accusa principale riguarda la troppa discrepanza tra le squadre meno competitive e i top team che hanno invece la possibilità di investire dei capitali decisamente maggiori.

La verità è che di campionati poco equilibrati se ne possono citare parecchi da entrambe le parti. Senza andare troppo indietro con gli anni, in Formula 1 è ancora vivo il ricordo dell’era Schumacher che ha dominato lasciando le briciole ai suoi avversari; per risollevare l’interesse generale, nella seconda metà dello scorso decennio la Federazione Internazionale dell’Automobile si è continuamente impegnata a proporre dei progressivi cambiamenti, sia sul regolamento sportivo sia su quello tecnico. Lo stesso si può dire per il binomio formato da Vettel e dalla Red Bull che ha surclassato tutti fino alla stagione 2013; annata poi seguita dalla rivoluzione del 2014 riguardante principalmente motore ed aerodinamica.

Fatta eccezione per l’avvincente e controversa stagione dello scorso anno, in Moto GP non è però sempre stato grande spettacolo. Un esempio è il mondiale 2014 che ha visto Marc Marquez vincere dominando incontrastato le prime dieci gare e stabilendo diversi record individuali.

Sostanzialmente, bisognerebbe bilanciare le osservazioni quando si parla del livello di equilibrio dei campionati; non si può di certo pretendere che si decidano sempre nelle ultime gare. Difatti, nel corso di una stagione c’è anche una decisiva fase di sviluppo dei progetti delle varie squadre, un periodo nel quale l’ago della bilancia può propendere in modo decisivo da una parte o dall’altra.

4. Il tifo

Questo è indubbiamente l’argomento più ostico e difficile da affrontare. In Italia, è ovvio che le preferenze principali propendano verso i nostri portacolori; in Moto GP è evidente l’attaccamento quasi morboso nei confronti di Valentino Rossi, sia per i trofei che il pesarese può vantare nel suo palmares, sia per le sue grandi abilità che lo hanno portato diverse volte a lottare per il titolo iridato. Tuttavia, per molti tutto ciò costituisce una distrazione con cui giustificarlo in ogni caso, non osservando i fatti con il giusto occhio critico. L’esempio emblematico è rappresentato dai fatti di Sepang che hanno segnato il finale della scorsa stagione.

Quanto alla Formula 1 e quindi alla Ferrari, bisogna fare molta attenzione a come si osserva il diverso tipo di atteggiamento del tifoso quando questi decide di appoggiare un pilota in particolare oppure l’intera squadra. Per dare un’idea più chiara è sufficiente pensare ad alcuni driver del Cavallino con un passato da avversario; Fernando Alonso, grande rivale di Schumacher e della Ferrari quando vinse due mondiali con la Renault (2005 e 2006), è passato da primo nemico a grande beniamino non appena ha indossato la casacca rossa nel 2010. Stessa sorte è toccata a Sebastian Vettel; la prima guida attuale della Ferrari è stato fischiato aspramente dal pubblico sul podio di Monza nel 2013, quando vinse la gara e aveva già infranto i sogni di gloria dei ferraristi nelle tre precedenti stagioni. Il 2015 sembra aver cancellato tutto il passato: il secondo posto di Vettel a Monza è stato osannato dalla folla come se nulla fosse mai avvenuto e adesso il tedesco può godere di tutta la spinta dei tifosi per andare a caccia del suo prima mondiale con la Scuderia di Maranello.

5. I regolamenti

I regolamenti in Formula 1 e in Moto GP sono da sempre stati un’arma a doppio taglio per lo spettacolo. Se in alcuni casi le modifiche hanno ricevuto un’accoglienza favorevole da parte del pubblico (come ad esempio l’introduzione di gare in notturna che aiutano a rendere lo scenario più avveniristico), in altre circostanze le troppe innovazioni tecnologiche hanno contribuito a generare confusione tra gli spettatori, diminuendo sensibilmente l’interesse verso le varie competizioni.

Le regole sul format qualifiche, sulla scelta delle gomme, sulla sicurezza e su tanti altri aspetti tecnici rendono difficile alla maggior parte del pubblico l’interpretazione delle scelte effettuate da squadre e piloti.

La conclusione su questa serie di considerazioni è quindi quella di non concedersi a delle osservazioni troppo affrettate ma di riflettere più dettagliatamente al prodotto che si sta guardando, senza farsi influenzare troppo dai pensieri tipici del tifoso medio.

Giuseppe Forte