In mostra a Torino le stampe del folle amore del maestro Hokusai

Del Giappone vi abbiamo già parlato molto con Doromizu e soprattutto con una breve analisi sull’arte shunga. Oggi continuiamo questo filo conduttore che dal Giappone moderno approda nella Torino contemporanea. La piccola galleria Elena Salomon Arte Moderna, situata in pieno centro storico del capoluogo piemontese e specializzata in stampe originali dell’Ottocento e del Novecento, offre infatti la possibilità di conoscere da vicino, fino al 30 aprile, lo stile eccezionale del maestro Hokusai Katsushika, il più celebre degli artisti giapponesi del XIX secolo.

L’esposizione dal titolo “Hokusai, Il vecchio che amò l’arte di folle amore“, si compone di 108 xilografie originali appartenenti alla serie “Cento vedute del Fuji, capolavoro assoluto dell’artista soprattutto per la grande qualità dell’incisione e della stampa. Accanto alle xilografie, la mostra propone anche una selezione di stampe a colori, provenienti dalle “Trentasei vedute del Fuji, tra cui troviamo “La grande onda“, uno dei capolavori dell’arte giapponese, dove tutto è movimento e l’onda è un’ellissi vorticosa che afferra lo spettatore lasciandolo senza fiato. Segue la raccolta “I ponti di tutte le Province e “Surimono“.

Ma chi era Hokusai? Fu attivo per circa 70 anni come pittore e incisore e dedicò la sua vita all’arte che, non a caso, gli valse l’appellativo di “vecchio pazzo per la pittura”, realizzando capolavori considerati ancora oggi icone nell’immaginario dell’arte giapponese. L’arte fu per Hokusai l’unica vera fonte di significato nell’arco della sua vita: la sua casa, il suo nu­trimento, il suo amore. Un amore puro, sincero, unico seppur irrazionale e al limite del controllo. La passione per l’arte ha guidato l’intera vita del maestro permettendogli di arrivare a concepire l’opera stessa come frutto di perfezione assoluta: “Dall’età di sei anni ho sentito il desiderio di dipingere qualsiasi cosa vedessi attorno a me.  Arrivato ai cinquant’anni, mi sono accorto di aver creato un infinito numero di opere, ma posso dire che non c’è nulla davvero degno di nota in ciò che ho prodotto fino ai settant’anni. Solo adesso, all’età di settantatré anni, ho parzialmente ca­pito la vera forma e il carattere di uc­celli, pesci e piante. Pertanto, quando arriverò a ot­tant’anni, avrò ancor più approfondito queste conoscenze e a novanta riuscirò a penetrare nel vero, intimo significato delle cose. A cento anni raggiungerò un alto livello di perfezione e, all’età di centodieci, ogni cosa che io creerò, ogni punto e ogni linea che traccerò, saranno vita essi stessi”, queste le sue parole.

Cosa colpisce della sua arte? Senza dubbio l’eleganza delle immagini e dei colori. Nelle sue opere il creato prende vita in tutte le sue forme attraverso i suoi paesaggi, dallo scorrere dell’acqua alla calma piatta del vento. La bellezza di queste xilografie permette di compiere un viaggio nel Giappone più intimo, tutto questo grazie al lavoro raffinato e meticoloso di un artista che ama il proprio paese.

Erminia Lorito