Quelle volte in cui un doppiato rovina la festa al leader della gara

L’episodio tra la Red Bull di Max Verstappen e la Force India di Esteban Ocon avvenuto durante il Gran Premio del Brasile ha davvero dell’incredibile, ma non è di certo il primo caso in cui al leader della gara viene negata la possibilità di portarsi a casa la vittoria a causa di un incidente con un doppiato. In questo specifico caso il driver francese stava tentando di sdoppiarsi – cosa concessa dal regolamento – con una manovra che tuttavia ci si aspetta di vedere quando si lotta per la posizione in pista e non di certo quando si è nelle retrovie e si prova a passare il pilota in testa.

Verstappen ha ovviamente perso la gara in quella circostanza, ma oltre all’accaduto in pista ha fatto molto discutere il suo comportamento a fine gara, quando è andato a cercare Ocon per spintonarlo. Aldilà della condanna o meno della reazione più che comprensibile da parte dell’olandese, la Formula 1 è un mondo nel quale il concetto di corsi e ricorsi storici trova un perfetto collocamento. Ecco altri famosi episodi in cui il leader della gara è stato messo KO da un semplice doppiato.

Juan Pablo Montoya – Jos Verstappen: Interlagos 2001

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Stessa pista, stesso nome. Stavolta però, il protagonista in negativo è papà Jos, il quale durante il giro 37 del GP del Brasile 2001 giudica male la frenata della curva 4 e finisce per speronare la Williams di Juan Pablo Montoya, costringendolo al ritiro. Il colombiano, alla sua seconda gara in assoluto in F1, era stato autore di una prova perfetta, arricchita anche da un super sorpasso ai danni della Ferrari di Schumacher nelle fasi iniziali.

Michael Schumacher – David Coulthard: Spa 1998

[formulapassion.it]

Sotto il diluvio di Spa, in una delle gare più incredibili della storia, Schumacher ha la grande opportunità di balzare in testa al mondiale complice il ritiro del suo rivale della McLaren Mika Hakkinen. Nel corso del 25esimo giro però, il tedesco in testa alla corsa si ritrova verso la discesa che porta alla curva Pouhon l’altra McLaren, quella di David Coulthard. Il contatto è spaventoso e mette fuori gioco il ferrarista che al rientro ai box scende infuriato dalla sua vettura per dirigersi a muso duro nel box del team di Woking per un faccia a faccia diretto con lo scozzese. L’intervento dei meccanici McLaren, Stefano Domenicali e Jean Todt scongiura quella che poteva trasformarsi in una maxi rissa. Soltanto cinque anni dopo, Coulthard ammetterà la responsabilità dell’incidente.

Ayrton Senna – Jean-Louis Schlesser: Monza 1988

[circusf1.com]

Al Gran Premio d’Italia 1988, Senna e la sua McLaren sembrano avviarsi incontrastati verso un’altra vittoria. Con il compagno di squadra e contendente al titolo Alain Prost fuori dai giochi, per il brasiliano si spalanca la possibilità di effettuare l’allungo decisivo per mettere le mani sul campionato. Ma a soli due giri dalla fine, nel tentativo di doppiare la Williams di Jean-Louis Schlesser alla prima variante avviene l’impensabile. Le due vetture si toccano, Senna finisce in testacoda con la sospensione posteriore destra compromessa e con essa le sue chance di vittoria.

Nelson Piquet – Eliseo Salazar: Hockenheim 1982

[formula1.com]

Concludiamo con un amarcord. In uno dei mondiali più combattuti di sempre, quello del 1982, Nelson Piquet è al comando del GP di Germania sulla sua Brabham mentre si appresta a doppiare la ATS di Eliseo Salazar. Il cileno però sbaglia completamente la frenata e finisce per colpire il brasiliano compromettendo la sua gara. La reazione del tre volte campione del mondo è ormai nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati: sceso dalla macchina, si dirige verso Salazar colpendolo con spintoni e calci. Un comportamento d’altri tempi, ruspante, sanguigno, istintivo.

Giuseppe Forte