Intervista Labrador: la band indie-pop vicentina che vi saprà conquistare

Una giovane band vicentina indie-pop con influenze pop anni 80: ecco chi sono i Labrador. Sono pronti a conquistare il panorama musicale italiano con la loro freschezza e genuinità. Noi di Social Up abbiamo fatto una bella chiacchierata con loro. Siete curiosi?

Ciao ragazzi! Raccontateci di voi: come è nato il progetto musicale de I Labrador? Cosa vi ha dato la spinta di provare a creare questo gruppo?

Come tutte le cose, è nato dalla volontà di mettersi in gioco e di mettere a frutto la nostra comune passione per la musica. L’idea di una collaborazione risale al 2017, quando Luca e Riccardo iniziano a trovarsi per arrangiare le prime canzoni. Completamente ignari della direzione da prendere, i due si danno carta bianca ed iniziano ad esplorare stili e generi diversi, con uniche armi una chitarra, tastiera, microfono e MacBook.  Dopo poco si unisce al progetto anche Lorenzo, amico di lunga data dei due, e il trio comincia a frequentare sonorità più complesse, cercando di miscelare l’attuale pop italiano con gli amati sintetizzatori anni ’80.

 Il vostro primo singolo è “Anno all’estero”: come è nato questo brano e perché?

La parte strumentale di “Anno all’estero” nasce dallo scheletro di una produzione elettronica di Lorenzo, inizialmente destinata ad altri utilizzi. Affascinato da quest’ultima, Luca prova a inserirvi una melodia vocale e scrive un testo che parla di distanze, di esperienze e di crescita. In tre abbiamo poi riarrangiato la traccia fino a trovare la perfetta sonorità pop che cercavamo, e registrato tutto in home studio. Siamo orgogliosi del risultato di quella che in fin dei conti è una produzione al 100% domestica, nonché la nostra prima canzone finita e primo singolo finalmente pubblicato, dopo più di due anni dalla sua genesi.

Il brano Milan Kundera ha invece una carica energetica non indifferente. Spiegateci la scelta particolare del titolo 

Milan Kundera non ha bisogno di presentazioni, essendo uno dei più grandi scrittori viventi. La leggerezza di cui parla nell’Insostenibile leggerezza dell’essere permea la canzone e ben si sposa con l’atmosfera libera di una calda sala da ballo degli anni ’80 che si respira ascoltando il pezzo. Ci è sembrato carino omaggiare le sue opere con un titolo, sperando non si offenda se mai lo venisse a sapere (ne dubitiamo fortemente!).

Cosa vorreste comunicare con questo brano?

È un brano atmosferico. Ci piacerebbe riuscire a veicolare l’emozione di un tempo andato. Nasce da un bisogno di leggerezza, di staccare i piedi dal suolo per librarsi al di là dei luoghi comuni. Pur ancorato nei temi alla realtà, offre una visione onirica e un’atmosfera sognante, che parla di anime che si rincorrono davanti al bancone di un bar, di notti in cui tutto è possibile, di paure e seduzioni a ritmo dei Depeche Mode.

Parlando della vostra sonorità, vi definite una band indie-pop. Avete artisti di riferimento per il vostro sound e per le vostre canzoni?

La musica italiana negli ultimi anni ha avuto un’incredibile evoluzione e democratizzazione con l’ondata indie. Cerchiamo di dare ai nostri pezzi una “carta” diversa e personale, senza imitare forzatamente i pesi massimi del genere, ma indubbiamente risentiamo dell’influenza di tutto quello che ascoltiamo. Più che riferimenti, quindi, possiamo parlare di chi ci ha dato qualcosa: per rimanere sul pop e l’indie italiano degli ultimi anni impossibile non citare giganti come Tommaso Paradiso, Gazzelle e Coez, ma anche artisti con sonorità o tematiche più ricercate come quelle di Vasco Brondi, Baustelle, Niccolò Contessa. Ma rimane sempre centrale l’importanza nella nostra formazione musicale ed emotiva dei grandi interpreti e cantautori italiani che hanno fatto la storia: da De Gregori a Battisti, da Venditti a Battiato. Per quanto riguarda il sound invece, subiamo certamente le influenze della musica pop anni ’80, con tutta la potenza dei suoi sintetizzatori e delle sue atmosfere esotiche, e dell’ondata synthwave degli ultimi anni con autori come FM-84 e The Midnight.

 Questi ultimi due brani pubblicati tra Marzo e Aprile 2020 anticipano un vostro futuro disco? 

Abbiamo alcuni pezzi già pronti e materiale in lavorazione più o meno avanzata sufficiente alla realizzazione di un album, ma sulle modalità e tempi delle prossime uscite siamo ancora in fase di decisione. Sicuramente prima o poi un album ci sarà, e del resto non vediamo l’ora di fare ascoltare tutto quello a cui stiamo lavorando.

Cosa vi aspettate dal futuro? Quali sono i principali obiettivi a lungo termine de I Labrador? 

Preferiamo darci obiettivi a breve termine, con l’uscita imminente dei nostri prossimi singoli già pronti, perché è nel dettaglio che si rischia di perdersi. Sicuramente però tra i progetti più a lungo termine c’è la preparazione di un live di qualità e la produzione di un album, magari con una produzione professionale in modo da innalzare sempre di più l’asticella del nostro progetto. Abbiamo pubblicato il nostro primo singolo da nemmeno due mesi, e siamo già entusiasti del riscontro che stiamo avendo: quello di crearci una piccola fanbase è sicuramente una delle nostre ambizioni.

Valentina Brini