La storia della casa maledetta di via Veneto a Nettuno, Roma

A Nettuno, cittadina del litorale romano, giace nascosta tra i palazzi della zona moderna una vecchia casa colonica diroccata. Risalente probabilmente agli anni della bonifica delle Paludi piantine, si tratta dell’unico rudere di Nettuno, centro che dal dopoguerra ad oggi ha visto un intenso sviluppo edilizio e demografico che ha radicalmente mutato le forme di quello che era fino agli anni ’50 un antico e tranquillo borgo medievale marinaro.

La casa sorge in una traversa di Via Veneto, circondata da palazzetti anni ’50-‘60 e seminascosta dietro un muraglione in tufo anch’esso semidiruto. Affacciandosi da un malandato ed arrugginito cancello, si può così notare una piccola casetta bianca con tetto sfondato, posta sullo sfondo d’una spianata su cui si intravedono delle profonde cavità. Sotto a quest’area della città infatti si trovano numerosi cunicoli e gallerie scavati in epoche imprecisate (forse delle cantine romane o medievali) e che servirono come rifugio durante i bombardamenti e gli scontri bellici della Seconda guerra mondiale, che investirono duramente Nettuno.

Nel dopoguerra, tutta la zona in questione, allora periferica e lontana dal centro storico, fu interessata da grossi fenomeni di edilizia spontanea e abusiva che diedero vita a costruzioni sorte proprio sulla rete sotterranea di questi tunnel che al tempo si trovavano in aperta campagna. Tutte le case coloniche della zona furono abbattute e al loro posto furono edificati palazzi in cemento, ma questa vecchia casetta rimase, pur abbandonata del tutto. Più tardi, a partire dagli anni ’80, Nettuno era ormai divenuta una cittadina, e la zona non era più periferica, ma la casetta continuava a persistere e sempre disabitata. Più di qualcuno provò ad abitarla, ma ogni volta, misteriosamente, dopo pochi mesi i nuovi inquilini l’abbandonavano.

L’ultima volta furono compiuti anche dei lavori di recupero dello spiazzo, per metterlo in sicurezza a causa delle grotte sotterranee, ma presto la copertura in cemento crollò in più punti: la casa fu quindi abbandonata del tutto, fino a quando divenne, quasi dieci anni fa, nella seconda metà degli anni ’90, un ricovero per un ragazzo straniero sbandato.

Questi, tuttavia, morì presto in situazioni oscure: alcuni raccontano che una notte egli venne barbaramente assassinato nella stessa casa, altri dicono di ricordare, invece, che egli addirittura venne bruciato vivo da alcuni balordi e fanatici razzisti in una zona imprecisata di Nettuno, fatto che sarebbe del resto confermato dalla cronaca nera locale di allora. Ora sono in molti a ritenere questa casa infestata o maledetta, anche se nessuno ama parlarne; anche perché la sua scomoda presenza svaluta sul mercato immobiliare tutte le abitazioni che lo circondano. Il suo effetto visivo, d’altro canto, soprattutto di notte, lascia un senso di profonda inquietudine.

Pare che il suo proprietario, vecchissimo, sia ancora in vita ma che egli non voglia per nessuna ragione tornare alla casetta: addirittura si racconta che quando raramente qualche costruttore si fece avanti per comprare il terreno con il rudere, egli non abbia voluto nemmeno acconsentire ad un appuntamento per far vedere la sua proprietà al possibile acquirente. E c’è da dire che da moltissimi anni non campeggia (o non ha mai campeggiato) un cartello di vendita. Forse, sosterrebbero i più fantasiosi, si nasconderebbero nelle viscere di quel terreno strane e maligne creature che non vorrebbero assolutamente che la casa ritornasse ad essere abitata, e che il proprietario lo sospetterebbe o ne sarebbe a conoscenza.

Forse, invece, sostengono gli scettici, si sarebbe trattato semplicemente di una lunga serie di coincidenze sfortunate e tragiche. Quel che è certo, però, è che tra pochi anni probabilmente la casetta diverrà “immobile d’interesse storico” e così non potrà essere più demolita, segno di un passato che non ha voluto cedere il passo all’evolversi dei tempi, e forse custode di orribili memorie e segreti che nessuno ha saputo o voluto ancora svelare.

redazione