Intervista a Rickie Snice, “Snice Hotel” omaggia la musica contemporanea

Rickie Snice: conosciuto all’anagrafe come Giovanni Riccardo Carpinteri è un dj, producer e rapper italiano che ha saputo conquistarsi un ruolo non solo nel panorama musicale del Bel Paese, ma anche in quello britannico. Influenzato fin da ragazzo dalla italo-dance degli anni ’90 e dalla scena hip hop d’oltreoceano, Rickie Snice è pronto a rinnovarsi musicalmente con il suo nuovo disco “Snice Hotel”. Noi di SocialUp abbiamo avuto il grande piacere di fare una chiacchierata insieme a lui e di farci raccontare qualche curiosità sul suo percorso musicale e sul suo nuovo album.

Curiosi? Venite con noi.

Ciao Rickie Snice, piacere di conoscerti! Ecco Snice Hotel – il nuovo album di Rickie Snice. E’ un nuovo punto di partenza per la tua carriera musicale. Raccontaci di come nasce questo progetto.

Abbiamo concepito tutto in maniera naturale, avevo scritto abbastanza testi tutti sulla stessa onda di pensiero  e con “Nat” ,il mio manager, abbiamo deciso di costruire un concept album, tutto in maniera molto easy, forse avevo anche il bisogno di fare qualcosa di sana pianta.

Durante il corso della tua carriera musicale ti sei cimentato come dj, producer e rapper. Come pensi questi percorsi differenti ti abbiano aiutato nella realizzazione di questo album?

Non credo siano poi così differenti, sono strade diverse che portano nello stesso posto. Io nasco come dj, la produzione è arrivata quasi subito ma l’ho affinata qualche anno fa, invece la scrittura è stata più un esigenza, voglia di potere dire quello che gli altri colleghi sull’isola stanno dimenticando. L’album è solo un mix di queste discipline che ho imparato con gli anni.

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Ripercorrendo la tua carriera ed il tuo percorso personale, so che dopo anni di musica ti sei trasferito a Londra e hai lavorato in molti locali importanti come dj. Che aria musicale si respira oltre manica? Che differenze ci sono?

L’Inghilterra è un posto dove la musica è un bene primario, quindi posso lasciarti immaginare… Ho vissuto a Londra per 2 anni, è stato 7 anni fa, giravo su roba house da club, ma il genere importa poco, credo che la differenza la facciano le persone. Quando nei club mettevo un track nuova o una mia produzione figa, la gente veniva a chiedermi di chi fosse il pezzo, quindi c’è più curiosità. Credo che adesso questa curiosità ci sia anche qui in Italia: i ragazzini di oggi sono affamati di musica e questo è più che un bene per l’arte.

Se dovessi identificare tre leitmotiv presenti nel nuovo disco: quali sarebbero?

E’ evidente che tutto il disco già dalla cover vuole gridare il malessere dell’arte sull’isola. Anche nel pezzo più frivolo viene sempre fuori qualcosa che denuncia il fatto che qui siamo isolati, abbiamo poche, a volte zero, opportunità di esportare la nostra musica. Dall’alto dell’Italia nessuno guarda cosa succede qui: le emittenti, i magazine, le radio, non parlano mai di artisti scoperti qui e posso dirti che ci sono ragazzi fortissimi con tantissima voglia di rivalsa.

L’unica cosa che sanno fare i media è cercare il personaggio da poter ridicolizzare per allargare l’ audience. Questo è il tema principale, gli altri 2 non meno importanti sono il sound, che si differenzia dalle release attuali, andando indietro nel tempo ma restando fresco. Il terzo è proprio l’hotel. Di solito si dice: quell’artista è un pilastro, in questo caso ho voluto sottolineare che non voglio essere solo un pilastro ma una struttura vera e propria.

All’interno del disco ci sono diverse collaborazioni, come ad esempio quella in “Superstar” con Salvo Save, “Goøgle Trap” con Johnny Hell, “Fuck Trap” con Trebar e “Las Vegas” con Xela – B . Come siete entrati in contatto e cosa ognuno di loro ti ha lasciato?

Ogni artista che entra in studio mi lascia qualcosa di importante. Io lavoro con tanti artisti che scopro o viceversa, Salvo Save ad esempio, ci conosciamo credo da 25 anni, abbiamo iniziato assieme nel 2002/03 a fare rap, siamo della stessa provincia. All’epoca abbiamo creato l’hip hop dove non c’era mai stato così intensamente. Trebar è un artista nuovo in città, abbiamo fatto una hit fortissima assieme 2 anni fa, diciamo che il mio studio è stata la sua casa per un bel po’.

Xela B è un ragazzo con un’urgenza espressiva allucinante, viene da situazioni di disagio e questo lo rende una macchina da guerra. Stiamo lavorando assieme da qualche mese e presto uscirà il suo primo singolo prodotto da me. Anche con Johnny Hell, amico di vecchia data e artista a mio parere sottovalutato, il feat è nato da una conversazione su Whatsapp,…”Google Trap”è la visione malvagia della nostra generazione sul nuovo.

L’estate è arrivata, ci sono in programma concerti o nuove date per un tour?

Ho deciso di non fare date live al momento, forse farò qualche dj set, ma credo di restare in studio a cucinare il sound dell’inverno. Comunque, sarò tutta l’estate a Milano…sembra strano da dire ma non vado matto per il mare.

 

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Valentina Brini