Intervista a Maura Gigliotti: “Vi spiego come lo squirting cambia la vita”

Maura Gigliotti nasce a Modena ma è di origine calabrese. Oggi vive e lavora a Roma. Dopo il classico e la laurea in giurisprudenza ha seguito un Master  in sceneggiatura Rai e uno in drammaturgia presso L’Accademia di Enrico Brignano.  Il suo impiego principale è come insegnante di Hatha Yoga, Yoga Ratna e Tantra Yoga. Il tempo libero lo impiega per scrivere e per dedicarsi al teatro. Difatti, ha già all’attivo due spettacoli teatrali ( “La dolcezza del mandorlo” e “Dell’acqua e dell’oblio”) ed un altro ancora che affronta un tema importante come l’eiaculazione femminile. Cura un sito sul massaggio tantrico (www.yoga-tantra.it) e una rubrica “La linea della fertilità” sulla rivista online metroCT.
Oggi è quì insieme a noi per parlarci dello “squirting”, una pratica famosissima nei porno e la cui natura viene purtroppo travisata.
Per fortuna, però, c’è lei, pronta a raccontarci tutto di un mondo sessuale femminile purtroppo poco conosciuto e di pratiche che fanno bene ad anima e corpo. D’altronde, si squirta con la testa e non con la vagina.


La cultura del sesso si sta diffondendo e l’idea dello squirting anche, ma per i pochi che ancora non lo sanno, questa pratica cos’è e quando si manifesta?

Questa pratica in realtà è un delle tante manifestazioni del femminile. E’ importante dire questa cosa perché non è la sola dimostrazione, ne esistono tantissime più o meno conosciute. Di fatto, è una emissione di liquido, simile per colore all’urina ma totalmente differente nei contenuti, che riesce ad essere emesso in una situazione di piacere. Ciò vuol dire che l’evento può manifestarsi precedentemente, contemporaneamente o successivo all’orgasmo.

Ogni donna è una potenziale “squirtatrice”, oppure è un gruppo di solo poche elette che lo può provare?

I medici vi direbbero che solo il 10% delle donne squirta. In realtà, se noi consideriamo una cultura come quella ugandese, in cui l’atto dello squirting viene insegnato dalle zie paterne e fa parte della loro mitologia, si può osservare come in quelle terre il 90% delle donne ha lo squirting. Sempre di donne parliamo, quindi altro non è che un vero e proprio fenomeno culturale. Il patrimonio di conoscenze incide sul corpo: se lo si trasmette, lo squirting si manifesta naturalmente; se lo releghiamo solo al circuito del porno e alla prostituzione, allora nessuno squirterà mai. E’ questo il problema di questa pratica, la visione distorta che la accompagna e l’idea che sia un appannaggio di poche legate alle perversioni sessuali. Se solo l’informazione fosse corretta, a godere sarebbero molte ma molte di più.


Quanto lo squirting ha a che fare col sesso, con la mente e soprattutto con il suo eccitamento?

“Si squirta con la testa e non con la fica!” E’ la frase che per me è diventato un po’ l’emblema di questo concetto: lo squirting è essenzialmente mentale. Purtroppo viviamo una dualità tra corpo e mente, a causa della nostra cultura, in cui è la mente a predominare; per cui, se una donna è mentalmente tranquilla e si sente accolta, allora lo squirting si manifesta. Se, invece, una donna è tesa o ricerca ossessivamente questa forma di piacere, è difficile che si palesi. Essenzialmente, ha molto a che fare col corpo e col piacere: quando piacere e corpo dialogano, senza l’ingerenza della mente, allora lo squirting arriva. Diventa così fondamentale, in questo senso, che vi sia l’ascolto del proprio fisico e l’abbandonarsi ad una situazione di piacere, vivendo tutto in maniera più che positiva.

Le donne e il sesso, nel 2019 è ancora un tabù fatto di falsi miti da sfatare? Le donne hanno finalmente imparato a prendersi del piacere come gli uomini?

Purtroppo no. Ancora nella donna esiste l’atavico senso di colpa. Sfortunatamente esiste una cultura dispregiativa del corpo, soprattutto di quello femminile. Il sesso considerato “forte” dovrà fare ancora tanto. In questo momento più che mai, il piacere e il corpo femminile sono sotto attacco, perché lo si rende oggetto e non soggetto. Nel momento in cui la donna si renderà conto delle sue potenzialità e di essere in realtà il soggetto del piacere, allora magari le cose cambieranno. Se l’informazione sessuale viene passata solamente attraverso siti porno e non esistono altre figure, l’immagine che il mondo hard dà della donna è solo quello di essere oggetto degli avvenimenti.

Io stessa ho scritto dei racconti erotici e mi è stato detto che non andavano bene perché il cliché che vince sempre è solo quello della saga delle cinquanta sfumature, dove la donna è la donna schiava ed oggetto. Anche nel porno, l’immagine veicolata è quella machista. Se non cambia il porno, se non cambia l’informazione, se non cambia l’educazione e se non si creano delle figure che abbiano la finalità di spiegare a ragazzi e ragazze che cos’è una buona sessualità e il rapporto con il corpo, allora ci vorranno ancora tantissimi anni di lavoro sulla consapevolezza, soprattutto femminile.

E’ sempre una questione di donna dominata e mai dominatrice, perché il sesso femminile fa paura. Non ci rendiamo realmente conto della potenza della donna, cosa che in India, per esempio, sanno da sempre. La parola “shakti” in sanscrito, per l’appunto, indica sia la donna che la potenza. Qualsiasi cosa di così forte crea timore, proprio perché si ha paura di non poterne avere il controllo. A questo punto chiedo direttamente alle donne di farla uscire, questa potenza, perché credo vivamente ne sia arrivata l’ora.

Vivere la propria sessualità in maniera libera e anticonformista: a che punto è l’Italia in materia di sesso?

Per quanto mi riguarda, siamo alla preistoria. Il problema è che si è quasi ritenuto che l’essere una cattiva imitazione degli uomini, desse una parvenza di libertà alla donna stessa. In realtà non ci si rende conto che non è il comportamento, a rendere il sesso femminile libero. Lei è e sarà sempre libera quando si comporta come donna. E’ questa la vera emancipazione: il non vergognarsi di nulla, ma anzi che si ha diritto a tutto, come nella vita, tanto nel piacere. Come ho già affermato prima, non essendoci educazione, ci accontentiamo di ciò che ci viene detto, quasi imposto a livello mentale, dalla società, dalla cultura e forse anche dalla nostra religione.

Hai organizzato diversi laboratori che avevano come oggetto principale lo squirting: ci racconti come sono andati e che risposta hai ottenuto dalle donne che hanno preso parte ai tuoi studi?

All’inizio i laboratori hanno faticato molto, nel senso che avevo molta più partecipazione maschile che non femminile. Paradossalmente, gli uomini che arrivavano erano molto più informati delle donne, mentre in queste ultime, c’era una sorta di vergogna o ritrosia, verso questi argomenti. Le stesse che stavano abitando un corpo senza conoscerlo, per quanto assurdo possa sembrare, è la verità. Piano piano hanno incominciato ad arrivare le donne, anche molto giovani, e per me è stato bellissimo. Vedere come potessero parlare in maniera naturale e per niente imbarazzata di sesso, in ogni sua sfaccettatura, mi ha riempito di gioia. L’unica cosa che mi dispiace, è la difficolta di riuscire a portare questi incontri al Sud: geograficamente parlando, tra Nord, Centro e Sud, ho una reattività completamente differente. Quando però si riesce a creare quella magia ovunque io mi stia trovando, a fine laboratorio, le persone vengono ad abbracciarmi.

Quanta ricerca viene fatta in questo ambito?

Esiste una ricerca straordinaria e coraggiosa che viene fatta quì a Roma dal Prof. Emmanuele Jannini e dalla Dott.ssa Stefania Di Sante, proprio a riguardo di questi argomenti. E’ una ricerca a mio parere molto coraggiosa, perchè viene ostacolata e osteggiata, proprio perchè quando si parla di sessualità femminile, si cammina su terreno incerto. Il problema vero di questo progetto, però, è che siamo poche donne a dare campioni residenti nel Lazio a fornire questi campioni.

Maura Gigliotti

La raccolta, comunque, viene fatta in maniera semplicissima: i campioni si conservano in congelatore dalla stessa donatrice e saranno poi i ricercatori stessi a venire a casa a prelevarli. E’ importantissimo esaminare questi liquidi e studiarne il contenuto e la composizione, proprio per poter istruire correttamente la società in cui viviamo. E’ già stato scoperto, tra l’altro, che in questo fluido è presente il PSA (antigene prostatico), che è indice indiscutibile di prostata anche nel corpo femminile, da controllare esattamente come quella maschile, proprio per prevenire la formazione di masse tumorali.

Ti occupi anche di Yoga Tantrico: ci spiegheresti di cosa si tratta e quanto potrebbe fare bene ad ognuno di noi?

Io, oltre ai laboratori sullo squirting, insegno il massaggio tantrico di tradizione kashmira. Anche in questo ambito, purtroppo, è più quello che non si sa, che quello di cui si è a conoscenza. Questo massaggio tantrico deriva da una filosofia indiana, nata 1500 anni fa, in cui si sviluppa l’ascolto delle parti. In pratica, non si cerca il proprio piacere in maniera egoistica, ma lo si ricerca (e lo si trova), nell’appagamento del partner con cui si sta interagendo. Si ci mette, per l’appunto, in ascolto dell’altro (corpo e piacere), disinteressandosi di sé stessi. Attività come lo yoga o il massaggio tantrico, sono strumenti straordinari proprio perché ci portano ad ascoltare il corpo, cosa a cui non siamo minimamente abituati. Questa concezione va decisamente a ribaltare l’idea in cui, in un rapporto, ognuno debba cercare il proprio appagamento personale.

Si è calcolato che in Europa un rapporto sessuale duri mediamente 12 minuti, compresi di preliminari. In maniera schietta vi dico che di dodici minuti, una donna, non se ne fa niente. L’uomo dovrebbe abituarsi a rispettare e ad assecondare i tempi del sesso femminile: da questo, il piacere che potrebbe trarvi, sarebbe infinitamente superiore ai 12 minuti di cui vi ho parlato prima. Più si da piacere, più lo si ottiene: l’amore non va per sottrazione, si protrae per addizione.

In particolare modo, il massaggio tantrico, cerca di acutizzare i sensi che vanno oltre la vista. La pratica comune, infatti, prevede bendare il proprio partner e utilizzare tutti gli altri organi di senso. Sensi che riescono ad essere strumenti straordinari per riuscire a conoscersi, ascoltando sè stessi e il partner.

Cosa consigli a tutte le donne che vorrebbero provare a prodursi questo tipo di piacere e che magari hanno timore ed imbarazzo a riguardo?

Innanzitutto di non ostinarsi. Bisogna cercare di capire quanto siamo potenti, a prescindere dal fatto che siamo in grado di squirtare o meno. Dopo di che, è importantissimo rilassarsi e liberarsi da tutte le convinzioni sbagliate e nocive della società a riguardo. A questo punto, male non fa provare ad utilizzare il “gesto del richiamino”. Viene chiamata così questa pratica, in cui indice e medio della mano si uniscono e prendono una forma leggermente arcuata. Masturbandosi o facendosi masturbare in questa maniera, verrà stimolato il “punto G” (altro non è che la prostata femminile) per provare ad indurre lo squirting. Ultima, ma non meno importante, diventa il gesto di abbandonarsi completamente e non aver paura di nulla, perché non potrà capitare niente che non sia bello (ma soprattutto appagante).

Alessia Cavallaro