Intervista a Licia Fertz e Emanuele Usai: da Buongiorno nonna al libro

Una storia dolcissima. Licia Fertz e Emanuele Usai, nonna e nipote, rispettivamente avevano perso il marito e la madre. Licia era entrata in depressione così Emanuele per ridarle la gioia di vivere ha iniziato a giocare con lei scattandole delle foto.

Oggi Licia Fertz, conosciuta anche come Buongiorno Nonna, vanta più di novantamila followers su Instagram ed è una influencer a tutti gli effetti.

A quasi novantuno anni, Licia vive col nipote Emanuele nella stessa casa e quotidianamente è in contatto con la sua community che la ama e la sostiene.

In due tempi diversi contattiamo Licia e Emanuele perché la DeAgostini si è accorta di loro ed il 29 settembre è uscito il loro primo libro dal titolo “Non c’è tempo per essere tristi” in cui nonna e nipote insieme raccontano le mille vite di nonna e l’importanza dell’allegria.

Temperamento da adolescente e voce squillante, al telefono capisco subito che Licia Fertz è una donna simpatica e genuina perché quando le chiedo: “Mi autorizza alla registrazione?” lei mi risponde:  “Senz’altro. È per questo che ci siamo chiamati. È logico. Uno lavora poi per registrare, mica per metterla in un cassetto. Per carità, lei è liberissima di fare come crede”.

In seguito Emanuele ci ha tenuto a specificarmi: “Se credevi di trovare la nonnina rimba, hai capito che ti sbagliavi”.

Quando il mondo di Licia Fertz si è incontrato con quello di Instagram?

Emanuele Usai: In realtà non ho spiegato nulla a nonna dei social. Dopo la morte del nonno, la nonna ha attraversato un periodo di depressione. Così, per tirarla su, le facevo delle foto per farla sentire bella e lei giocava a mettersi in posa. Una volta che nonna ha ritrovato la gioia di vivere, ho caricato le prime foto su Instagram, ho fatto leggere a Licia i messaggi e i commenti che riceveva. Per nonna è stato un modo di socializzazione e quindi usare un telefono che le permetteva di stare a contatto con il mondo.

Il tutto è iniziato dalla necessità di sublimare due dolori ossia la morte del marito di Licia dopo tantissimi anni di vita insieme e la perdita della figlia nonché madre di Emanuele.

Licia Fertz: E fossero solo due i dolori…Accompagnare la propria figlia al cimitero è una cosa che non auguro a nessuno. Per quanto riguarda mio marito, gli sono sempre stata vicina, fino alla fine. Quando lo abbiamo accompagnato per la sepoltura mi sono resa conto che il mio ciclo della vita era finito. Così mi sono lasciata andare. Se sono approdata ad una terza vita lo devo solo a mio nipote che piano piano mi ha fatto credere che lui aveva bisogno di me e che non ero inutile. Emanuele ha fatto di tutto e di più e adesso sono una nonna indescrivibile e piena di vita.

Emanuele Usai: Come ho scritto recentemente in un mio post, i momenti di merda ben elaborati possono essere un ottimo concime per la felicità. Se io non avessi vissuto la perdita di mia madre, non avrei mai rinunciato ad andare a Londra per stare con mia nonna, non avrei mai chiesto (oramai da 4 anni) di lavorare in smartworking per stare con lei. Stessa cosa la perdita del nonno. Quando è morto io avevo 20 anni e quando lo ricordo, mi sento pure in colpa per non aver fatto abbastanza per lui, ma anche questa perdita ci ha permesso di arrivare dove siamo ora.

Qual è la giornata tipo da influencer della terza età?

Licia Fertz: Non terza, ma quinta età! Ho quasi novantuno anni e la terza età è già passata via! Mi alzo, mi aiuto col deambulatore e procedo.

Programma della giornata? È difficile a dirsi perché ci sono tante cose che vorrei fare, ma devo fare i conti con il coronavirus.

Emanuele Usai: Grazie al profilo di nonna, riesco a stare più tempo con lei perché è diventato un lavoro. Facciamo collaborazioni con brand e aziende in cui crediamo. Nonna è un’influencer. Durante la giornata, leggiamo i messaggi di chi ci scrive e nonna mi dice cosa rispondere e poi, in base alla giornata, facciamo servizi fotografici o ci dedichiamo ad impegni vari. Non c’è una giornata tipo. C’è solo una certezza: nonna non si ferma mai!

Quando avete iniziato il progetto di “Buongiorno nonna” era un modo per migliorarle l’umore. In realtà con il tempo si è creata una community di giovani e meno giovani che vi segue. Vi aspettavate tutto questo?

Licia Fertz: Non solo non ci aspettavamo tutto questo, ma tutto questo è nato per gioco, per farmi sentire allegra. A lungo andare, invece, è stata una cosa bellissima perché ci segue tantissima gente, ma soprattutto tanti giovani che sono il nostro futuro e vanno coltivati.

Com’è stato accolto il progetto di Buongiorno Nonna da parenti e amici?

Licia Fertz: C’è stato qualcuno che ha avuto da ridire. Ma che vuoi che ti dica? Io sono contenta. Se c’è qualcuno che non la pensa come me, lo invito a fare un confronto con me.

Emanuele Usai: Quando invitano nonna in programmi, lei non lo dice alle sue amiche che di conseguenza si arrabbiano. Ma nonna neppure ci pensa. Fa tutto per divertirsi, non per farsi vedere dagli altri. A casa sono tutti contentissimi sapendo pure la storia di nonna.

Il 29 settembre è uscito il libro “Non c’è tempo per essere tristi”, edito dalla DeAgostini. Com’è stato realizzarlo?

La cosa più bella di tutte è stato scrivere questo libro che possono leggere anche tante persone anziane che magari sono depresse perché la vita comporta di tutto e di più, possano reagire e fare quello che ho fatto io.

Ci ha contattato la DeAgostini ed è stato piacevole immergersi quasi in un secolo di vita. È un libro che va letto e saremo qui per accogliere critiche che non mancano mai e apprezzamenti.

Il libro è stato scritto a quattro mani e due menti….

Licia Fertz: Tra me e mio nipote non c’è bisogno di parlarci. Basta che ci guardiamo negli occhi, lui sa cosa intendo io e io altrettanto. È stata davvero una cosa molto bella, ma bella bella bella. Ricordare certi episodi della mia vita mi ha emozionata ma è stata una cosa che ritornerei a fare.

Emanuele Usai: E’ stata un’esperienza meravigliosa perché ho conosciuto degli aspetti nuovi di mia nonna. Abbiamo passato delle giornate infinite in cui nonna andava a ruota libera e parlava del suo passato e della sua vita. Ero vicino a lei al pc che annotavo tutto quanto. Dopodichè ho elaborato il tutto. Più che a quattro mani, il libro è stato scritto a due teste e due mani.

Il titolo del libro “Non c’è tempo per essere tristi” è molto emozionante. Cosa è oggi per voi la tristezza?

Licia Fertz: Per Licia Fertz la tristezza non esiste. Spero sempre il bene di tutti, spero che il coronavirus cessi e che qualsiasi persona mantenga la propria positività. Mai mai mai essere tristi.

Emanuele Usai: Per me oggi la tristezza è il sentirmi solo quando mi accorgo che avrei voluto passare dei momenti con chi non c’è e ne sento la mancanza.

Come sceglie i suoi outfit?

Licia Fertz: A volte chiedo a Emanuele, ma se mi metto in testa di voler indossare un vestito, lo indosso. Basta che sia sempre colorato e non triste.

Emanuele Usai: Gli outfit gli scegliamo insieme. Alcuni abiti sono proprio del suo guardaroba da giovane. Altri li compriamo nei negozi di vestiti di seconda mano di cui siamo appassionati. Spesso sono scelte in simbiosi.

Quali sono i pregi e i difetti di Licia Fertz?

Per l’età che ho inizio ad essere anche troppo vanitosa, molto golosa. Anche il cardiologo aveva detto di cercare di fare la dieta, ma non riesco. Quando sarà il momento, credo che morirò felice, ma soprattutto soddisfatta di avere fatto una buona colazione.

Passando molto tempo insieme, vi siete contaminati in fatto di gusti. Chi ha preso cosa dall’altro?

Emanuele Usai: Nonna ha imparato da me ad amare l’avocado. Io ho preso da lei il carattere abbastanza forte e non convenzionale e la bellezza del mattino presto.

Quali sono i progetti futuri?

Emanuele Usai: Contestualmente al libro è uscito il sito buongiornononna.it, che è il nostro blog dedicato all’invecchiamento positivo. Dopo essere riuscito a rendere felice la nonna, voglio provare a rendere felici anche altre persone anziane andando a condividere contenuti che possano migliorare o semplificare la vita. Soprattutto per non trattare la terza età come una malattia.

Qual è il messaggio che si sente di dare alla sua community dopo l’uscita di questo libro?

Licia Fertz: Vi invito a leggere il libro e a prendere esempio da quello che ho fatto. Vi faccio tanti auguri. Leggete e vi divertirete.

Sandy Sciuto