Masterchef è entrato ormai nel cuore di tanti amanti della cucina, diventando un appuntamento fisso il giovedi sera su SKY.
Nella puntata del 23 febbraio la vincitrice della celeberrima Mistery Box, Margherita, si è trovata di fronte ai giudici per la scelta degli ingredienti prima dell’ Invention test, che avrebbe decretato l’eliminazione di uno dei concorrenti.
Più il programma va avanti, più le prove diventano ardue e infatti la giovane chef palermitana si è trovata di fronte a tre ingredienti molto poco conosciuti.
Oggi noi di SocialUp, prendendo ispirazione proprio da Masterchef vogliamo parlarvi di ingredienti poco conosciuti, inconsueti ma che se saputi utilizzare doneranno al vostro piatto un quid in più.
Pale di fico d’india
Le pale di fico d’india sono conosciute in particolare per il frutto, i fichi d’india, però non molti sanno che proprio le pale giovani di questa pianta sono commestibili. Ad esempio in Messico, una volta espunte vengono vendute al mercato come qualsiasi altro tipo di verdura qui da noi.
Hanno un sapore dolce, ricorda la zucchina o i piselli. Può essere mangiato sia crudo, oppure in un risotto, anche cotto in pastella e fritto e usato anche come frullato, in particolare in quest’ultimo caso il gel che si estrae centrifugando le pale, contiene delle fibre come. polisaccaridi come pectine, mucillagini ed emicellulose che se assunte prima dei pasti, aiutano a ridurre l’appetito, creando un senso di sazietà e spingendo ad assumere meno cibo.
Manzo di Wagyu o Kobe
La carne è tra le più buone al mondo grazie a un’intensa marmorizzazione del grasso, che dona un sapore e una tenerezza unica. In Italia, forse perché il prezzo è veramente alto [su per giù 1000 euro al kilo], il manzo di Kobe non ha ancora avuto grande diffusione. Il manzo Wagyu, è noto come Manzo Kobe, infatti Kobe è l’isola in cui vengono allevati. E per essere definito manzo Kobe i giapponesi richiedono che la mucca sia nata, allevata e macellata nella prefettura di Hyogo (di cui Kobe è capitale).
Plancton Marino
Quest’ingrediente è stato portato nelle cucine di Masterchef da Riccardo Uleri, ricercatore di prodotti di altissima qualità in tutto il mondo, nonché esperto di quest’ingrediente. Il plancton è una microalga, all’origine della vita del mare e di conseguenza di tutti gli organismi sulla terra: infatti il plancton (o fitoplancton marino) si trova alla base della catena alimentare nella stragrande maggioranza degli ecosistemi acquatici. Si tratta di un cibo ricchissimo di proprietà, ad esempio contiene ferro, calcio, fosforo, iodio, magnesio, potassio, acidi grassi Omega 3 e 6, vitamina E e C.
Altra caratteristica certo da non dimenticare è il costo, un costo elevato. Essendo un ingrediente raro all’ingrosso, per i rivenditori professionisti, il suo prezzo si attesta sui 3000/4000 euro al chilo!
Viene venduto come liofilizzato, pertanto si consigliato di diluirlo in dell’acqua, utilizzandolo quindi come insaporitore e ne basta una puntina. Si può utilizzare in una maionese, in una pastella o in un risotto, ma in questo caso attenzione, non va usato come brodo ma aggiunto direttamente nel risotto, a metà cottura. Ad ogni modo, avendo un sapore molto forte, va dosato accuratamente.
Il mauro
E’ un ingrediente tipico [almeno un tempo] della sicilia orientale, in particolare ad Acireale e Catania. Si tratta di un alga rossa , appartenenti alle specie Chondrus crispus, Calliblepharis jubata, Grateloupia filicina e Gigartina acicularis, che viene utilizzata nelle insalate e per preparare zuppe e minestre, anche se la tradizione vuole che sia mangiato crudo e condito all’occorenza con limone e sale, per ottenere un piatto dal fresco sapore di mare. Sfortunatamente sembra che ormai il mauru sia diventato una delizia da veri gourmet, mentre in precedenza rappresentava un piatto popolare, tanto da trovare piccole bancarelle in città in cui si preparava e mangiava in loco. Oggi purtroppo la presenza del mauru è molto meno frequente a causa dell’inquinamento del mare.
Vi consiglio di leggere il merito alla scomparsa del mauro le parole di Francesca Marchese ‘‘Il tempo del mauro….perduto”
Limoni di mare
Si tratta di uno dei frutti di mare meno conosciuti e quindi meno commercializzati in Italia, ma molto amato da chi ha avuto la fortuna di mangiarlo. Del limone di mare si mangia la sacca di un colore giallo acceso, da cui il nome limone di mare. Viene considerato un cibo afrodisiaco, si distingue per un sapore più forte di quello dei ricci, ma molto delicato e un aroma marino e iodato dal profumo unico. Il limone di mare è stato chiamato Microcosmus sulcatus o Microcosmus vulgaris poichè tutto intorno alla sua tunica si insediano altri organismi, tanto da farlo sembrare un giardino fiorito marino (alghe, attinie, spugne, policheti sedentari etc…) il che lo rende anche difficile da identificare nei fondali rocciosi in cui si trova.