Il Palio e le Contrade, l’anima della città di Siena

Esiste una città nel cuore delle colline toscane, in cui ogni anno di questi giorni sembra che il tempo si fermi, catapultandoti in un tempo passato in cui cavalli, alfieri e cavalieri sfilavano per vie del centro. La cittadina medievale è Siena e ciò che accade ogni anno il 2 luglio è un evento che coinvolge tutti: il Palio.

Il Palio è il Palio. Nessuna interpretazione sociologica, storica, antropologica, potrebbe spiegarlo. Sublimazione e dannazione insieme del fato di ogni singolo senese e nella sua cittadinanza. Rogo furente della senesità, in ogni caso impareggiabile conferma di essa“, non può esserci spiegazione migliore di quella proposta dal poeta Mario Luzi. Pensare che sia una semplice corsa di cavalli tra contrade è errato quanto sciocco, Siena e il Palio sono due facce della stessa moneta, una tradizione che ogni anno si ripete, con le stesse modalità, senza mai esaurirsi. Il Palio rappresenta la vita del popolo senese nel tempo e nei sui diversi aspetti e sentimenti; ha origini remote con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1644, anno in cui venne corso il primo palio con i cavalli, così come ancora avviene oggi senza mai aver subito alcuna interruzione.

La città di Siena è divisa in diciassette Contrade con dei confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città; ogni Contrada è come un piccolo Stato, retto da un Seggio con a capo il Priore e guidato nella “giostra” da un Capitano, coadiuvato da due o tre contradaioli detti “mangini”.

Ad ogni Palio concorrono 10 contrade – sulle diciassette totali – sette di “diritto” sono quelle che non hanno disputato la Carriera dell’anno precedente, mentre le altre tre sono sorteggiate tra le dieci che invece vi avevano partecipato. Si entra nel vivo del Palio del 2 luglio la mattina del 29 giugno, quando vengono assegnati a sorte alle singole contrade un cavallo; prima del Palio si svolgono sei corse di prova (una la mattina ed una il pomeriggio) durante le quali il fantino, scelto dalla Contrada, prende dimestichezza con il cavallo.

E così si arriva al 2 Luglio, il giorno della corsa, la quale è preceduta da un corteo (Passeggiata Storica) a cui prendono parte oltre 600 figuranti in rappresentanza delle 17 Contrade e di istituzioni della antica Repubblica di Siena. Il corteo parte dalla Piazza del Duomo nelle prime ore del pomeriggio e si snoda per le vie del centro cittadino prima di sfilare nella Piazza del Campo.

Una volta concluso il Corteo, uno scoppio del mortaretto annuncia l’uscita dei cavalli dall’Entrone; ad ogni fantino viene consegnato un nerbo di bue con il quale potrà incitare il cavallo e/o ostacolare gli avversari durante la corsa. Quindi si avvicinano al punto della “mossa” dove sono stati tesi due canapi tra i quali saranno chiamati ad allinearsi. La sorte gioca un ruolo predominante durante il Palio, la stessa entrata è dettata dal fato, attraverso uno speciale meccanismo nel quale vengono inseriti dieci barberi – palline dipinte con i colori delle Contrade come quelle che usano i ragazzi per giocare – che si allineano casualmente decretando l’ordine di partenza. Nove contrade si allineeranno tra i canapi, mentre la decima entrerà di “rincorsa” (solo quanto lo riterrà opportuno) decidendo così il momento della mossa. A questo punto il mossiere abbasserà il canape anteriore dando inizio alla Carriera. Se la partenza non è valida, uno scoppio del mortaretto fermerà i cavalli che dovranno tornare al punto di partenza. I cavalli dovranno compiere tre giri di pista per un totale di circa 1000 metri e solo al primo arrivato è riservata la gloria della vittoria (anche il cavallo “scosso” ossia senza fantino può riportare la vittoria per la sua Contrada).

Da questo momento in poi iniziano i festeggiamenti: i contradaioli ricevono il Palio e con quello si recano in Provenzano per cantare il Te Deum di ringraziamento alla madonna a cui la corsa del 2 luglio è dedicata. Da questo momento in poi ogni occasione sarà buona per ricordare alla città la vittoria conquistata sul Campo fino all’autunno, quando tra il mese di settembre e i primi giorni di ottobre, nel rione vittorioso addobbato a festa, si svolgerà la “cena della vittoria” a cui parteciperanno migliaia di contradaioli e, al posto d’onore, il cavallo vittorioso.

Raccontare in poche righe una tradizione centenaria è difficile, proprio perché non si parla di una semplice festa cittadina; ogni contrada rappresenta una grande famiglia, qualcosa che fa parte di te fin dalla nascita. Il senso di appartenenza e la fierezza di farne parte non ti abbandonano mai; tantissimi sono i senesi residenti altrove, che tornano nella loro città natale per la corsa della propria contrada, per sentirsi ancora una volta parte di questo affascinante quanto controverso momento.
Il Palio è lavoro, amicizia, è un momento di devozione e di aggregazione, è amore per la propria contrada e orgoglio per la città natale. Il Palio è esso stesso Siena.
Tutto il resto, è storia…

Claudia Ruiz