Il libro di Giulia De Lellis è un tutorial sulle corna per Instagram

Abbiamo letto il libro di Giulia De Lellis. Anche noi come le bimbe di Giulia per un’ora scarsa abbiamo tenuto in mano “Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!”
Dai tempi in cui era corteggiatrice di Andrea Damante a Uomini e Donne, Giulia De Lellis di strada ne ha fatta parecchia, imponendosi come influencer. Ha un suo gruppo di fan, un attuale fidanzato motociclista dal nome Andrea Iannone e molti progetti lavorativi in cui è protagonista.
Spinta dalla proposta della casa editrice Mondadori, la De Lellis ha scritto un libro coadiuvata da Stella Pulpo (meglio conosciuta sui social come memorie di una vagina) che è primo in tutte le classifiche nazionali e digitali. Un vero successo di seguito e di denaro.
La prima “fatica letteraria” della giovane influencer è incentrata sulle corna che ha ricevuto dal fidanzato storico Andrea Damante scoperte in un giorno di Aprile. Vi è il racconto di quando le ha scoperte, la seconda possibilità concessa ma fallita e il riscatto fino all’ascesa.
È un libro totalmente autobiografico scritto come se fosse un diario di una ventenne con problemi di cuore con la differenza che è diviso in capitoli.
I vari capitoli sono accompagnati da disegnini quali scarabocchi, stelline, cuoricini e nelle ultime pagine una sfilza di grazie scritti a penna in maiuscolo.
Senza girarci troppo intorno, il libro non ci è piaciuto e non perché abbiamo dei pregiudizi, ma per i motivi che vi elencheremo da qui a breve.
Il primo posto nelle classifiche è solo merito di un’ottima strategia pubblicitaria nonché delle tante giovani seguaci che sostengono la De Lellis. La prima posizione, infatti, non è frutto di un riconoscimento della scrittrice, come accade per Scrittori come Camilleri, ma è solo il risultato di una fidelizzazione creata nel tempo delle bimbe di Giulia e anche di curiosi del fenomeno, genitori inclusi.
Il libro in sé è completamente anacronistico: è scritto al presente su fatti già accaduti, di cui si sa com’è andata a finire e contrasta con la realtà della protagonista che è lavorativamente realizzata ed innamorata più che mai di Iannone dopo una breve storia con Irama.


Inoltre, anche se scritto come fosse un diario, Giulia De Lellis parla usando la seconda persona plurale e la parola “ragazze”, come se il libro fosse stato pensato solo per quella fetta di affezionate alle quali la giovane si rivolge quotidianamente. Non c’è uno stile predominante, né una ricerca maniacale a livello di lessico o sintassi. Il libro è scritto proprio come la De Lellis parla nelle storie Instagram invocando le ragazze e raccomandandosi come di solito fa.
Al centro della narrazione vi sono le corna ricevute, ma la scelta è di raccontarle con un taglio da favola. Non ci si addentra mai dentro il dolore, la sofferenza non viene descritta visceralmente. Nonostante il tempo lo permettesse, il tutto è trattato molto superficialmente, come se la giovane influencer volesse darsi ma non più di tanto.
La presenza della co-autrice Stella Pulpo si nota eccome, soprattutto in quelle parti riflessive inserite come intermezzo tra un racconto e l’altro. Solo che si deduce chiaramente che il materiale a disposizione su cui lavorare era ridotto e mediocre. Sin dagli esordi, infatti, la Pulpo ha dimostrato di saper manovrare le parole e soprattutto argomenti ostici e se non è riuscita a farlo per come ci ha abituate, significa che non vi erano i presupposti.
Nonostante tutto ciò, si devono riconoscere al libro due grandi peculiarità. La prima: è riuscito a far avvicinare le adolescenti alla lettura. Certo, sarebbe stato meglio cominciare con Oscar Wilde o Emily Bronte ma molti sostengono che purché si legge, va bene tutto.
La seconda: Giulia De Lellis dà una linea di condotta in ogni capitolo ossia “bisogna amare se stesse prima di cercare amore altrove” e “farsi rispettare sempre e comunque”.
“Le corna stanno bene su tutto. Ma io stavo meglio senza!” è un esempio di marketing ben confezionato come tanti su cui la casa editrice Mondadori ha investito negli anni. Non ha nulla a che fare con la letteratura e la cultura ossia con quei libri che il lettore compra, legge e fa suoi.
Ci lamentavamo dei tempi in cui gli adolescenti leggevano Fabio Volo e Federico Moccia e non sapevamo che sarebbe arrivato molto peggio!
Buona lettura…o forse no!

Sandy Sciuto