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Hangover addio: c’è Sagomon, l’alcolico senza effetti collaterali

Quante campagne sono state fatte in onore dell’importanza del bere responsabilmente? Quante altre volte siamo andati a feste senza poter dissetarci con qualche cocktail, consapevoli che ci saremmo dovuti mettere alla guida a fine serata?

Spesso diamo troppe cose per scontate: “cosa sarà mai bere una birra? Tanto poi, durante la serata, smaltisco!” Niente di più sbagliato. Proprio per evitare idee del genere, una nota azienda di distillati ha cercato di creare l’impossibile: un alcolico in grado di non modificare il tasso alcolemico nel proprio corpo dopo averlo bevuto.

Dite ciao ciao agli hangover e benvenuto a questo 2020 che ci emoziona ogni giorno di più!

In realtà vi stiamo per parlare di una realtà poco legale: un distillato, per l precisione, ma che è così evanescente, da essere paragonato ai fantasmi. Insomma, tutti sanno cosa è, ma nessuno ne parla.

Per la precisione non vi stiamo parlando di Voldemort (babbani, sappiamo che siete all’ascolto) sotto forma di nettare alcolico, ma di un distillato che viene prodotto in Polonia da secoli interi.

Chiamato tramite diversi nomi, questo liquore quasi innominabile, si fa amare da tutti. Per gli “amici” è Sagomon ed è uno dei liquori più ricercati sul mercato. Trovarlo? Quasi impossibile! Perché? Probabilmente il fatto che sia prodotto solo illegalmente in Polonia, potrebbe essere un ottimo indizio.

Non viene venduto nei bar o nei locali, difatti la traduzione letterale del suo soprannome è “auto distillato. Viene prodotto in casa, nelle pentole delle mamme o nonne polacche e ciò che più spaventa a riguardo, sono le controindicazioni a cui può portare questo nettare se non distillato alla perfezione (morte compresa).

In realtà, tanti e tantissimi anni fa, il Sagomon era considerato un liquore pregiato; tanto da imbandire solo le tavole della nobiltà e dei reali della Polonia. Il problema? Era (ed è rimasto nel tempo) un distillato che ha indirizzato un’intera popolazione all’alcolismo. Probabilmente è anche per questo che negli anni è diventato un prodotto fuorilegge.

Oggi, se si chiede in giro, nessuno lo produce. Bisogna avere le giuste conoscenze ed agganci, per arrivare all’agognata bottiglia.

La ricetta

Non esiste una ricetta ufficiale: ogni famiglia tende a rendere unica nel suo genere la propria. Alla base, però, troviamo ingredienti come acqua, zuccheri e lieviti, i quali danno inizio alla fermentazione alcolica di qualsiasi prodotto di questo genere (vino e birra compresi). Questo primo composto viene chiamato in gergo polacco “braga”, la quale viene lasciata fermentare fino a 2 settimane. Successivo a questo passaggio, è il trasferito nell’alambicco, il quale risulterà fondamentale per l’estrazione l’alcol.

A questo punto è importante specificare che il Samogon ha due parti che non sono adatte al consumo. Chiamate “testa” e “coda”: altro non sono che la prima e l’ultima parte del prodotto. Contengono alcool metilico e fuselolo, cioè veleno in purezza.  Ciò che rimane, cioè il “corpo”, è edibile. La gradazione è di solito intorno al 40-50%. Infine viene arricchito da spezie, miele, frutta, fiori ed erbe locali, per renderlo molto più amabile al palato.

Di questo Sagomon, la popolazione produttrice, dice che abbia il potere di non fare ubriacare nessuno. Noi, sinceramente, abbiamo i nostri dubbi a riguardo. Insomma, se riuscite a scovarlo, provare per credere!

Alessia Cavallaro