Gli Uomini d’Oro, quando il cinema italiano incontra lo stile americano

Dopo il tiepido riscontro ottenuto con I Peggiori nel 2017, Vincenzo Alfieri torna finalmente al cinema con Gli Uomini d’Oro, un nuovo ambizioso progetto che di sicuro non passerà inosservato. Un film assolutamente fuori dagli schemi, difficile da etichettare con un determinato genere o stile. Un’opera che finalmente porta una ventata d’ispirazione ed originalità nel panorama cinematografico italiano, e che strizza l’occhio ai grandi del cinema americano come Scorsese e Tarantino.

La trama di Gli Uomini d’Oro

Il film si ispira a fatti di cronaca straordinari, accaduti realmente nella Torino del 1996, in cui venne effettuata una rapina ad un furgone portavalori. Fin qui nulla di strano. Ma la cosa incredibile sta nel fatto che, durante il colpo, nessuno rimase ferito, e addirittura nessuno si accorse di nulla. Un fatto fuori dal comune, di cui, a distanza di oltre vent’anni, non si sanno ancora tutti i particolari, e che ha lasciato molti quesiti insoluti.

Il playboy, il cacciatore e il Lupo. Sono questi gli appellativi dei tre protagonisti del film, nonché i titoli dei tre capitoli in cui esso è diviso. I tre Uomini d’oro diventano dunque protagonisti a rotazione per un terzo del film, mostrando diversi aspetti della vicenda. Personaggi completamente diversi fra loro, i cui nomignoli stanno proprio a rappresentare il diverso temperamento di carattere.

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Da sinistra: Edoardo Leo, Fabio de Luigi e Giampaolo Morelli, alla prima stampa del film al cinema Adriano di Roma

Il playboy Luigi, interpretato da Giampaolo Morelli, è un impiegato delle poste che guida un furgone portavalori. Arrivato alla soglia della baby-pensione, vede sfumare il suo sogno di aprire un chiringuito in Costa Rica a causa di una legge che all’epoca spostò in avanti l’età pensionabile di dieci anni. L’idea di passare altro tempo a fare un lavoro odiato da sempre spingerà Luigi a tentare il colpo della vita assieme al suo amico Luciano (Giuseppe Ragone), rapinando il furgone stesso.

Il Cacciatore Alvise (Fabio de Luigi) svolge tre lavori per riuscire a mantenere la sua famiglia. È un impiegato delle poste anche lui ed è proprio il partner di Luigi. La stanchezza e il malessere dati da una vita di sacrifici, lo porteranno a decidere di aderire alla rapina per ottenere una parte del bottino. Sarà a questo punto che entrerà in scena Nicola il Lupo (Edoardo Leo) che avrà il compito di aiutare i rapinatori a fuggire dall’Italia. Ma le cose non andranno come previsto…

Personaggi fuori dagli schemi 

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Da sinistra: Matilde Gioli, Mariela Garriga e Susy Laude, alla prima stampa del film al cinema Adriano di Roma

A differenza dei classici antieroi che siamo abituati a vedere sul grande schermo, gli uomini d’oro risultano molto più umani e affatto invulnerabili. I tre protagonisti mostrano esternamente tre tipi di mascolinità diversa, che serve loro da corazza, ma che, vista da vicino, rivela le proprie fragilità. Tre uomini forti schiacciati dal peso della crisi economica, che li ha spinti ad evolvere, a compiere azioni che non avrebbero mai immaginato.

Ad accompagnare questi tre uomini ci sono però tre splendide donne (Matilde Gioli, Susy Laude e Mariela Garriga) che in un modo o null’altro tengono in pugno il loro destino. Donne forti e determinate, la cui felicità diventa per gli uomini d’oro l’obiettivo finale, la causa fondamentale per portare a termine l’impresa che rivoluzionerà le loro vite. 

Un cast eccezionale per un film innovativo

Tutti gli ingranaggi che hanno partecipato a questo progetto sono riusciti a lavorare bene incastrandosi nel modo giusto, a partire dalla sceneggiatura, il montaggio e la fotografia. Le interpretazioni risultano impegnate ma sempre realistiche, e palesano il grande lavoro fatto dagli attori sui relativi personaggi, estremamente curato ed approfondito. 

La sorpresa più grande è certamente Fabio de Luigi, che per Gli Uomini d’Oro abbandona la maschera simpatica e buonista, per indossarne una estremamente più arrabbiata ed oscura. Spiccano inoltre Edoardo Leo, col suo temibile e complesso Lupo che abbaia ma non morde, e Mariela Garriga col suo grande talento ed accecante bellezza.