Il Gesù Nuovo di Napoli, bellezza tra leggende e verità

Esistono luoghi che, una volta visti, accompagnano la memoria della nostra vita. Luoghi che ci hanno ospitato e che ci hanno in qualche modo formato. Tra questi vi è certamente piazza del Gesù Nuovo a Napoli, una delle piazze più celebri e frequentate della città.
Qui sorge la chiesa del Gesù Nuovo o Trinità Maggiore, un capolavoro dell’arte barocca, che ogni giorno affascina turisti e gli stessi napoletani. Il Gesù Nuovo è un tempio dell’arte, carissimo al popolo partenopeo, che si contrappone al dirimpettaio e gotico monastero di Santa Chiara, inoltre quest’imponente struttura è un pentagramma a cielo aperto.
Qui, sono conservate le spoglie di Moscati, il medico canonizzato e a cui sono attribuiti numerosissimi miracoli. Sono in pochi a sapere, che dove sorge la chiesa, vi era un palazzo signorile, palazzo Sanseverino, progettato e terminato da Novello San Lucano nel 1470, per volere di Roberto Sanseverino.

Il palazzo è stato acquistato dai Gesuiti, dopo che i Sanseverino furono cacciati da Napoli per aver ostacolato l’introduzione dell’inquisizione nella città, per volere del re spagnolo Filippo II.
I Gesuiti hanno ristrutturato l’edificio alla fine del ‘500, stravolgendo il palazzo e dandogli l’aspetto che conserva tutt’oggi, mantenendo intatta solo la facciata esterna. Circa due secoli dopo, Ferdinando di Borbone consegnò la chiesa ai francescani, ma la Compagnia di Gesù rientrò in possesso della chiesa nel 1821.

Strani simboli sulla facciata

Lo stile architettonico utilizzato per la facciata esterna è una particolarità, che non è passata inosservata, per secoli a nessuno, in quanto presenta una serie di punte di diamante o piccole piramidi, le bugne. Il bugnato diventa una tecnica popolare in Italia nel periodo rinascimentale, per dare maestosità ai palazzi.
Sulle piramidi della chiesa del Gesù Nuovo sono presenti strani simboli, incisi dai taglia-pietra napoletani, che lavoravano la durissima pietra di piperno, di cui sono fatte le bugne. Questi simboli hanno dato origine a numerose leggende e caricano il luogo di un’aurea misteriosa e occulta.

Nel rinascimento, i maestri della pietra erano considerati praticanti dell’occulto e si credeva, potessero caricare di energia positiva le pietre, così da allontanare le negatività.
I segni sulle bugne, che sono disposti in modo da ripetere un particolare ritmo, hanno alimentato il mistero sulla loro funzione. Una leggenda vuole che Roberto Sanseverino, commissionato il palazzo, diede ordine ai maestri di piperno, che conoscevano i riti e le formule esoteriche tramandate oralmente da maestri ad apprendisti, di incidere tali simboli sulle bugne.
Per malizia dei costruttori, le pietre furono collocate in modo errato e non attiravano energie positive dall’esterno verso l’interno, ma al contrario, tutto il magnetismo positivo, dall’interno si incanalava nelle punte di diamante e usciva all’esterno, attirando sul palazzo ogni genere di sciagura.

Sfortunati eventi

Ciò, motiverebbe le innumerevoli disgrazie che colpirono i Sanseverino e che non hanno risparmiato neppure i Gesuiti e i Francescani, ed ancora oggi la chiesa è soggetta a una serie di sfortunati eventi. L’ultima, durante la seconda Guerra Mondiale, con la caduta di una bomba sul soffitto, che però non esplose.
Recentemente lo storico dell’arte Vincenzo De Pasquale ha ritenuto che i simboli siano lettere aramaiche, la lingua parlata anche da Gesù.

I segni sono solo sette e corrisponderebbero alle note musicali. Una melodia sacra e celata su quelle pietre che permetterebbe di invocare l’aiuto divino. Con l’aiuto di un musicista ungherese Lòrànt Rez, è stata ricostruita la melodia medievale, che suonata ricorderebbe il Trio Super di Johann Sebastian Bach. Non si tratterebbe di magia, ma di musica. Il concerto ha preso il nome Enigma.

La Chiesa del Gesù Nuovo, in generale il patrimonio artistico e culturale italiano, non sta attraversando momenti felici, sarebbe interessante capirne i fattori determinanti. Nel frattempo, non è possibile lasciare al proprio destino opere di questo calibro, che arricchiscono la coscienza dell’umanità tutta. Per tale motivo è sorta una fondazione che raccoglie fondi per salvaguardare questo sito storico.

Benito Dell'Aquila