Poteva essere un Capodanno da ricordare, l’inizio di un 2021 che, a differenza dalla nostra realtà, avrebbe lasciato alle spalle un anno come gli altri per dare il benvenuto ad un nuovo periodo con tante speranze e voglia di ricominciare. Eppure, nel provocante e misterioso mondo di Elite, questi propositi non sono certo i benvenuti.
La quarta stagione di Elite, che inizia esattamente con i festeggiamenti di Capodanno, proiettando così lo spettatore già alla scena finale, attorno alla quale gira l’intera trama della stagione, è riuscita, anche questa volta, a fare centro. Ci troviamo di fronte alla consegna più sexy e provocante della serie tv spagnola, grazie anche ai nuovi arrivati: Patrick (Manu Ríos), Mencia (Martina Cariddi), Ari (Carla Díaz) e Phillippe (Pol Granch), che hanno vertiginosamente aumentato i livelli di sensualità a Las Encinas, portando tanta voglia di scompiglio e molto sesso.
Tuttavia, è possibile notare che, a differenza delle scorse stagioni, quest’anno il team di Elite abbia puntato molto sull’effetto attrazione sessuale e provocazione, lasciando completamente da parte l’aspetto narrativo della storia, che ha nettamente sofferto di una mancanza di congruenza in molti suoi momenti. Di fatti, la conosciuta tattica di inscenare un (tentato) omicidio, con conseguente interrogatorio e giochi di flashback/flashforward durante i vari episodi è ormai diventata piuttosto monotona. Va ormai avanti da ben 3 stagioni, 4, aggiungendo proprio quest’ultima consegna.
Il risultato è perciò una trama praticamente uguale a quella delle altre stagioni che, a differenza delle precedenti, sembra voler puntare molto di più su fattori che catturino lo spettatore, specialmente i più giovani, instaurando relazioni accattivanti tra i vecchi personaggi e quelli nuovi, dimenticando, di conseguenza, le relazioni create nel corso delle prime stagioni. Sembra infatti che di Polo, Nadia, Lu, Valerio e Carla ormai nessuno si ricordi, e che con loro abbiano cancellato anche tutte le emozioni ed esperienze vissute insieme. Un vero e proprio punto interrogativo.
Tuttavia, ci sono tanti altri aspetti che fanno di questa quarta stagione una consegna che, in fin dei conti, non può essere valutata negativamente (e menomale!).
- L’arrivo dei nuovi personaggi
4 studenti e 1 nuovo direttore sembrano apparentemente personalità molto anonime, eppure, grazie alle loro trame hanno aumentato notevolmente la qualità di questa stagione. Il punto di forza è stato quello di legare le loro storie con almeno uno dei vecchi personaggi, in modo da permettere allo spettatore di appassionarsi a loro nello stesso modo in cui hanno fatto nelle prime stagioni.
Merita una menzione speciale la storia di Mencia, che tratta un tema molto importante, quello del ricatto e della prostituzione che, senza farlo apposta, diventerà uno dei detonanti principali della scena finale. Philippe e Patrick, invece, avranno il compito di mandare in tilt le emozioni di Cayetana e di Omar e Ander, rispettivamente, instaurando dei giochi amorosi che molte volte scotteranno più di un povero cuore. Trii amorosi, abusi sessuali e risentimenti, queste due trame sono riuscite a trattare vari temi importanti e stimolanti, non lasciando nessun aspetto al caso.
Ultima, ma assolutamente non meno importante, Ari, terza figlia di Benjamin, il nuovo direttore. Presentatasi come la ragazza più attenta e severa, scopriremo che anche il suo cuore, e la sua mente, saranno suscettibili e cadranno senza alcun rimedio nella trappola de Las Encinas, scoprendo di avere molto da perdere.
- La colonna sonora
Elite è da sempre considerata una delle serie tv con la colonna sonora più gradevole ed intrigante, inserendo una vasta scelta musicale, nazionale e non, che finisce inevitabilmente per portare alla ribalta molte canzoni fino a poco tempo prima piuttosto sconosciute.
Il vantaggio principale della sua colonna sonora è quello di riuscire ad accompagnare alla perfezione le emozioni della trama, non sbagliando mai un colpo e riuscendo a far immedesimare lo spettatore in ciò che stanno provando i personaggi in qualsiasi momento. Rabbia, felicità, festa, sesso, distruzione e perfino la morte, ogni momento riesce a trovare la sua miglior canzone, riuscendo ad inquadrare così una scena sempre perfetta.