Ecco perché Mahmood è il cantante che deve vincere il Festival!

Si è esibito per primo nella terza serata del Festival di Sanremo con la sua “Soldi”, una canzone sul rapporto tra padre e figlio difficile e mai esistito.

Mahmood – all’anagrafe Alessandro Mahmood – è uno dei due giovani che ha vinto il Sanremo Giovani ed ha avuto diritto ad accedere direttamente a gareggiare tra i Big.

Non è una novità sul palco dell’Ariston; c’è già stato come concorrente di Sanremo Giovani qualche anno fa, ma non è andata. Nel frattempo ha scritto per Elodie, Michele Bravi, Marco Mengoni e Guè Pequeno e ha realizzato il suo primo Ep.

Figlio di madre sarda e di padre egiziano, Mahmood è arrivato al Festival di Sanremo con un brano sul rapporto travagliato col padre nel quale spiega chiaramente che quando cercava affetto paterno, aiuto, ascolto e confronto, in cambio ha ricevuto tutto il resto, ma non quello di cui aveva bisogno.

In “Soldi”, l’arrangiamento musicale risente delle origini di Mahmood ed il testo mostra una capacità stilistica di livello per un giovane appena ventiseienne. Ha ammesso di ispirarsi a Beyoncè, Travis Scott e Frank Ocean, ma il suo è un genere che non può classificarsi e che non può avere una sola definizione.

Di “Soldi” ha detto: “”A prescindere dall’argomento della canzone, sento veramente sempre un sentimento forte per ogni tematica, questa volta si parla della famiglia, sono sempre forti le cose che scrivo a mio avviso, ho voluto portare Soldi perché era una linea guida dell’album “Gioventù bruciata”, è un messaggio forte e carico di rabbia. Una storia legata a un ricordo”. Riguardo la frase in arabo presente a metà canzone, ha dichiarato: “Parlo in sardo in casa ma ci tenevo tanto a mettere frasi nella mia lingua e le parole “Figlio mio vieni qua” mi facevano ricordare mio padre”. Aggiunge: “I soldi cosa c’entrano nel testo? Non parlo di soldi a livello materiale ma di come essi possono cambiare i rapporti all’interno in una famiglia, è importante stare bene a livello economico, bisogna trovare un giusto equilibrio e non dimenticarne il valore”.

Usa parole specifiche Mahmood per raccontare quello che ha vissuto. “Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai/Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei/È difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio lasci casa in un giorno” intona mentre nel ritornello alterna un come va e soldi a un battito di mano semicoreografico. E continua con: “Ciò che devi dire non l’hai detto/Tradire è una pallottola nel petto/Prendi tutta la tua carità/Menti a casa ma lo sai che lo sa”. Una ricerca di parole che devono essere quelle e mescolarsi con un sound incalzante che renda il messaggio del brano ad effetto e capace di non farsi dimenticare.

Il sound di Mahmood è un Marocco pop. Insomma, genere pop contaminato dalle sue origini egiziane che gli garantiscono un timbro vocale inconfondibile. È proprio quest’ultimo l’unica grande potenzialità vera e naturale di Mahmood: la capacità di cantare in un modo e con una voce che è solo sua e che lo rende una novità nella scena musicale.

C’è chi parla di rivoluzione e rinnovamento al Festival, ma la verità è che qui l’unica innovazione è l’aver portato sul palco un ragazzo come Mahmood di cui sentiremo parlare sempre di più. È Mahmood la vera scoperta, l’artista eccezionale del quale Claudio Baglioni ha avuto il merito di renderlo popolar nazionale.

Dopo il Festival di Sanremo, a marzo uscirà il suo primo progetto discografico dal titolo “Gioventù bruciata” al quale seguirà l’inizio di un tour mondiale attraverso il quale Mahmood porterà la sua voce e le sue canzoni in tutto il mondo.

Nella serata dei duetti, Mahmood sarà affiancato da Guè Pequeno e si dice molto emozionato e soddisfatto di questa possibilità perché realizzerà uno dei suoi sogni.

C’è chi rivede in lui il sosia di Marracash e chi, magari pure cecato, trova somiglianze con Luigi Di Maio, ma lui pacato risponde: “Passare da Marracash a Di Maio è un attimo”.

Mahmood sarebbe il vincitore perfetto di un Festival proclamato dal Direttore artistico come volto all’armonia e a raggiungere i più giovani, inoltre rappresenterebbe al meglio l’Italia all’Eurosong Contest.

Noi ci speriamo ed incrociamo le dita!

 

Sandy Sciuto