Prima di iniziare col tutorial, è bene porsi una fondamentale domanda: è davvero necessario essere amici di un ex?
Necessario, a ben pensarci, è una parola grossa.
Cioè, magari proviamo a sostituirla con qualcosa di meno pretenzioso e più “pratico”, applicabile alla vita di tutti i giorni: diciamo che può essere utile.
A cosa?
Passaggi in auto? Regali su farmville (si gioca ancora a farville?)? Like sulle foto di instagram?
Pensiamo a scenari più pratici: amici in comune. Feste. Incontri casuali tra i banchi di scuola, o dell’università. Rapporti di lavoro. Matrimoni. Funerali.
Insomma, può capitare di imbattersi in un ex. E a quel punto che fai, inforchi gli occhiali da sole modello Sandra Mondaini e fingi di aver perso improvvisamente un numero di diottrie tale da giustificare l’assenza di qualsiasi reazione umana?
Dai, siamo migliori di così.
Eppure, di ex che non si guardano più nemmeno in faccia, è pieno il mondo: vittime della damnatio memoriae (che ora fa fico chiamare ghosting), queste persone vivono evitando i posti dove potrebbero incontrare tizio/a e relativi amici e parenti; ripudiati dalla società e da una serie di persone che si sono sentite, magari, in dovere di prendere le parti in una questione che non li riguarda affatto.
Perché, diciamocelo, se due persone si mollano sono cazzi loro*.
*salvo casi eccezionali (es. stalking, ceffoni e altri reati minori).
Ma, a prescindere da casi limite, ha senso restare amici di un ex?
Non trovando risposta univoca a questa domanda, mi sono rivolta agli autorevoli pareri dei miei follower/amici e il risultato è stato sconcertante.
L’accurato sondaggio avvenuto tramite instagram stories ha dato il suo verdetto:
Il mondo è spaccato.
Diviso a metà.
Da una rapida analisi dei dati (dovrei mandare questa ricerca alle università dell’Arizona che studiano i motivi a caso per cui una categoria umana è più intelligente delle altre, magari mi prendono nel team) è emerso che:
sì: come dice tumblr, un ex è un estraneo che ti conosce meglio di chiunque altro. E viceversa. Quindi sì, ci sta il voler tenere ancora nella nostra vita, in qualche modo, una persona che ci è stata accanto per un tot periodo di tempo. Ci sta il voler sapere, l’essere curiosi, il chiedersi “chissà cosa sta combinando Ugo/a?”.
Come gestire la tensione sessuale? Beh, prima c’è da chiedersi se ci sia ancora, tensione sessuale.
Se dovesse esserci ed entrambi siete consapevoli delle eventuali conseguenze che una “ripassata” potrebbe avere beh, non vedo dove sia il problema.
Ma è qui che il discorso si complica e i petali fluttuanti di fiori di ciliegio che fanno da sfondo a questo scenario incantato in cui viviamo un rapporto civile e privo di qualsiasi asperità con una persona che ci ha visto il dindolino o la fagianella si trasformano in gigantesche noci di cocco sempre fluttuanti che fanno da sfondo a questo scenario apocalittico in cui, appunto, fluttuano noci di cocco sparate a folle velocità e tu le devi evitare.
L’insidia è dietro l’angolo, quando si parla di sentimenti. Ritorni di fiamma o improvvise resurrezioni di sentimenti che credevamo ormai estinti potrebbero minare le fondamenta di quel bel rapporto di amicizia che ci eravamo costruiti con tanto affetto e sacrificio.
Vedere Ugo (o Uga) con un nuovo partner potrebbe rivelarsi un boccone troppo amaro da buttare giù: diventa impossibile non chiedersi per quale motivo con loro stia funzionando e con noi invece sia andato tutto a scatafascio.
Siamo noi, il problema?
A nessuno piace sentirsi sostituiti, a nessuno piace uscire malconci dal confronto con un’altra persona. A nessuno piace vedere il proprio ex rivolgere le attenzioni che un tempo rivolgeva a noi, a un’altra persona. A meno che non apparteniate a una precisa categoria di persone, che ha un’apposita pagina di riferimento su pornhub.
E questo, è un innegabile punto a favore dei no:
perché è vero che abbiamo passato momenti indimenticabili, è vero che ancora specchiettiamo le loro stories su instagram usando account falsi e screenshottiamo tutto ricorrendo a un complesso sistema di specchi e leve, ma è anche vero che lo stalking silenzioso con tanto di dettagliatissimi report agli amici nei gruppi terapeutici su whatsapp, spesso, è la distanza ideale da mantenere tra due persone che, un tempo, si sono amate.
Morale della favola: ha senso, rimanere amici di un ex?
Come cantavano i Jarabe De Palo nel lontano 1998, DEPENDE.
I sentimenti sono molto complicati. Molto più complicati di una risposta secca, che sia un sì o un no.
Ci sono miliardi di sfumature tra il non guardarsi in faccia e l’eleggere l’ex a nuovo/a migliore amico/a. C’è lo scriversi da ubriachi, c’è il salutarsi con un cenno del capo e un sorriso appena percettibile.
C’è l’inventarsi mille scuse per vedersi ancora, che sia la restituzione di effetti personali o la visita di cortesia al suo criceto al quale eravate tanto affezionati.
C’è il cambiare strada quando lo si scorge in lontananza, c’è il tacito accordo di non cercarsi mai più, di fare in modo da non incrociarsi nemmeno per sbaglio.
C’è il continuare a supportarsi a vicenda, evitandosi comunque.
C’è la stretta al cuore, quando lo vedi con un’altra e sai che non dovresti starci male, ma non puoi farci nulla se senti qualcosa dentro di te che si spezza e i frammenti che vagano in giro per il tuo corpo e si fermano dove fa più male.
Non c’è nulla di male, in una canzone che finisce con un accordo minore.