8 marzo: festa della donna o della gonna?

Di Federico Frigo  per Social Up!

Ci siamo. Come ogni anno con Marzo arriva la primavera, e insieme a lei si rifà viva la festa più amata dalle ragazze e più temuta dai fidanzati: la festa della donna.

Se vi state chiedendo se la giornata della mimosa, che a marzo e in piena fioritura è un toccasana per gli allergici, si è sempre celebrata tra auguri su Facebook, serate con le amiche e spogliarelli, la risposta è no. Come spesso accade, le radici di una tradizione affondano in eventi molto più drammatici di quanto si possa pensare.

Spulciando tra le varie fonti, infatti, si scopre che questa giornata è stata istituita per celebrare le conquiste politiche e sociali delle donne e per ricordare gli abusi e le discriminazioni subite. La prima giornata della donna (chiamata allora Giornata Internazionale dell’Operaia) si è venuta a creare infatti l’8 marzo 1917, quando a San Pietroburgo, in piena guerra, le donne hanno manifestato per chiedere la fine del conflitto.

La ricorrenza ha preso quasi subito piede, per rinsaldarsi con l’avvento del movimento femminista, e per anni l’8 marzo ha significato lotta, rivendicazione ed uguaglianza, valori pressoché sconosciuti alla Festa della donna di oggi, ormai considerata un San Valentino bis o un’ultima spiaggia per i single che inviano adesivi con le mimose nelle chat dei social network.
Insomma, dai cartelli sbandierati con orgoglio alle mimose brandite con ammiccamento, dai megafoni impugnati con convinzione ai microfoni dei karaoke, dalle divise da operaia a quelle da poliziotto indossate dagli spogliarellisti, diciamo che di strada questa festa ne ha fatta negli anni, e che se il concetto in sè della donna dotata delle stesse facoltà dell’uomo è rimasto il punto focale di questa giornata, il contorno scintillante e commerciale che si è venuto a creare concorre nei prossimi decenni ad offuscarlo del tutto.

Nonostante questo, ragazze, non temete: anche quest’anno avrete il mazzo di mimose e il nostro più sincero “senza di voi la nostra vita sarebbe molto più noiosa”, perchè in fondo, anche se archiviamo le nuove mode dell’8 marzo come trash, questa festa rimane sempre l’ancora di salvezza dei single, e i nostri auguri arriveranno puntuali, come se piovesse.

redazione