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Alexandria Ocasio-Cortez ci ha ricordato come si reagisce alla violenza

Due giorni fa la deputata Alexandria Ocasio-Cortez ha preso la parola in Congresso per rispondere pubblicamente all’aggressione verbale ricevuta dal repubblicano Ted Yoho sulla scalinata di Capitol Hill nella giornata di lunedì. Yoho si è avvicinato a Ocasio-Cortez per criticare il suo discorso che riguardava il rapporto tra povertà e aumento della criminalità organizzata per apostrofarla con “disgustosa, matta fuori di testa, f… stronza”.

Il video come tutti ben sappiamo è diventato virale e attorno alla deputata più giovane, 29 anni, del Congresso americano si sono strette tutte le politiche e donne americane. Cosa ha reso questo discorso tanto improntate dal punto di vista comunicativo rispetto ad altri?

A parlare con fermezza è stata proprio la vittima, non l’avvocato, non il portavoce, lei ha scagliato sacrosante verità una dopo l’altra senza sosta fino a svilire la figura di Ted Yoho, un uomo che nel suo “discorso di scuse” non ha mai nominato la giovane deputata direttamente, giurando di non aver mai usato parole offensive dal momento che è un padre di famiglia.

La domanda che tutti noi dovremmo porci è fino a quando noi donne dobbiamo sopportare tutto questo? Qual è il giorno X in cui smetteremo di difenderci da questo genere di violenze? Non pensate che sia davvero arrivato il momento di punire severamente e correggere questa stupida cultura sessista?

La questione è questa: noi donne sono decenni che lottiamo per guadagnarci un posto attorno al tavolo politico, un ruolo al vertice di qualche multinazionale, un riconoscimento adeguato per un lavoro svolto. Parliamo di equità ma poi una donna guadagna in media 1700 euro in meno di un uomo; parliamo di empowerment femminile e poi dobbiamo ascoltare i telegiornali e rabbrividire alle morti di donne per violenze domestiche; parliamo di femminismo e lotta però se la pensiamo diversamente e difendiamo i nostri ideali dobbiamo sentirci dire che siamo delle str**** o tr***.

“Tutto questo non è una novità ed è proprio questo il problema: non è un incidente, è un problema culturale, che accetta la violenza fisica e verbale nei confronti delle donne” ha detto la deputata al Congresso.

Per tutti gli amici da casa “Eh ma è sempre stato così” voglio dire che no raga, non deve più essere così.

Tutto questo ha stancato, siamo davvero esauste di dover giustificare il nostro ruolo perché uomini (e altre donne) giustificano il nostro successo con “chissà con chi è andata a letto”. Vi sveliamo una verità scottante carissimi: noi occupiamo quel posto perché abbiamo lavorato come delle dannate e perché ce lo meritiamo! 

Questo svilimento però ha radici profonde, secolari, è un seme talmente profondo che anche l’uomo più “femminista” ne è vittima in qualche modo. Lo dimostra quando parla con gli amici dell’ultima sveltina fatta, quando impone alla sua fidanzata di cambiarsi perché vestita in modo inappropriato, quando alla compagna critica quotidianamente il lavoro o ne svilisce il pensiero davanti ad amici e parenti. E’ violenza ogni volta che commentate sui social ad una donna “Poi non lamentarti se ti chiamano tr*** o vi usano come donne oggetto”. A testimonianza di ciò porto un post su IG di Carlotta Vagnoli i cui commenti vi invitiamo a leggere.

Driiiin caro amichetto di penna abbiamo una domanda per te: innanzitutto oggetto di chi? Soprattutto chi è l’oggetto? Perché pensi di poter predisporre di un oggetto? Oggi sono in vena di scottanti rivelazioni per cui vi dirò una cosa: una persona non è un oggetto, la donna non è un oggetto, MAI. Una donna non è una proprietà che passa da padre a marito. Qui ci colleghiamo nuovamente al discorso della deputata Cortez “Avere una figlia non rende un uomo rispettabile. Avere una moglie non rende un uomo rispettabile. Trattare le persone con dignità e rispetto rende un uomo rispettabile. E quando un uomo rispettabile sbaglia, come tutti noi siamo tenuti a fare, fa del suo meglio e si scusa. Non per salvare la faccia, non per guadagnare un voto. Si scusa sinceramente per riparare e riconoscere il danno fatto, in modo che tutti possiamo andare avanti”. 

Ebbene cara amica Cortez gli uomini rispettabili sono pochi, le donne realmente solidali con altre donne sono ancora meno. Quello che forse tutti noi non abbiamo ancora capito è  il problema più grande di questa società allo sbaraglio, ovvero la mancanza assoluta di rispetto verso gli altri, dal vicino di casa, alla moglie o al marito. E’ la perdita della dignità e di sentimenti minimamente empatici verso noi stessi e chi ci sta attorno.

Le parole migliori le abbiamo lette sul profilo IG di Daniela Collu commentando la vicenda Cortez: “Basta così poco per legittimare lo status di un uomo e così poco per mettere in dubbio quello di una donna”.

Questa pandemia doveva renderci migliori, penso invece che siamo rimasti i soliti stronzi solo con qualche chilo in più.

Claudia Ruiz