Il 2019 è alle porte e il palinsesto cinematografico di Hollywood offrirà una vastità di titoli che fanno presagire un boom di incassi con conseguente coinvolgimento del pubblico in tutto il mondo.
La Disney, ad esempio, proporrà pellicole di grande attrattiva, si pensi ai titoli Marvel (Captain Marvel, Avengers 4, Spider Man Far From Home), ai grandi classici in versione live action (Dumbo, Aladdin, Il Re Leone) o al quarto capitolo della saga di Toy Story, senza dimenticare Star Wars: Episodio IX.
Non dimentichiamo inoltre che diverse saghe cinematografiche torneranno al cinema sotto Natale monopolizzando o quasi il box office mondiale. Bumblebee (spin off dei film sui Transformers), Aquaman (nuova pellicola del fallimentare DC Extended Universe) e Il Ritorno di Mary Poppins (a 54 anni di distanza dal primo capitolo).
E poi i film sugli X-Men, Shazam, Godzilla: King of Monsters sono solo alcuni dei film che vanno a posizionarsi nella categoria tra i film più attesi del 2019.
Tutto bellissimo direte voi. Con una tale vastità di pellicole ce ne sarà per tutti, penserete. E invece no, non c’è proprio niente di bello perché questo 2019 sarà solo la punta di un gigantesco iceberg contro cui, prima o poi l’industria cinematografica (almeno quella parte che propone questo genere di pellicole) si andrà a schiantare.
Perché la prima vera domanda, che ogni spettatore dovrebbe farsi prima di gridare al capolavoro guardando il trailer del Re Leone, è: “quando vedremo qualcosa di nuovo?”
È innegabile infatti che di produzioni nuove e innovative negli ultimi se ne sono viste davvero poche. Tra improponibili reboot, remake di ogni genere e nuovi episodi di saghe che ormai non hanno più nulla da dire, abbiamo mandato giù una quantità esagerata di minestre riscaldate.
Quali film aspettavamo con ansia circa 8-10 anni fa? I primi film del Marvel Cinematic Universe cominciato con il primo Iron Man, i sequel dei film dei Transformers, i capitoli finali della saga di Harry Potter oltre che l’epica conclusione della trilogia di Pirati dei Caraibi, ci godevamo la trilogia del Batman di Christopher Nolan ed eravamo “orfani” di saghe come Il Signore degli Anelli, Star Wars o della Trilogia “classica” degli X-Men che avevano entusiasmato il pubblico composto da grandi e piccini.
Le stesse saghe che vediamo nei nostri cinema ad oggi. “È un bene o un male?” vi starete chiedendo. La verità, come sempre sta più o meno nel mezzo.
I film del Marvel Cinematic Universe sono stati concepiti sin dall’inizio come una sorta di “serie tv al cinema” ed è stato fatto un lavoro talmente maniacale sul progetto che ancora oggi porta i film della saga a migliorarsi anno dopo anno, con pochissime eccezioni limitate quasi esclusivamente ai film stand-alone di Thor. Insomma era tutto programmato e se il franchise conta oltre venti film di alta qualità è perché l’impostazione delle storyline e dei personaggi è stata in grado di rinnovarsi questi elementi negli anni senza (quasi) mai stancare, complici anche il gran numero di protagonisti e di storie da raccontare.
Il marchio Star Wars dal canto suo, è stato rilanciato dalla Disney e se è vero che la nuova trilogia è quantomeno discutibile, spin-off cinematografici e serie animate hanno dato nuova linfa ad una saga che proseguirà anche sul grande schermo con nuove pellicole e nuove storie, stavolta libera da ogni canovaccio narrativo presente nelle precedenti trilogie.
Star Wars e il MCU sono due esempi di perseveranza fatta bene.
Ma tutto il resto? A qualcuno interessa davvero un ennesimo film dei Transformers con protagonista Bumblebee? Probabilmente molti di voi nemmeno ricordano il personaggio, così su due piedi. Vogliamo parlare de Lo Hobbit, la saga prequel del Signore degli Anelli e dell’occasione che è stata persa con questa trasposizione? Il progetto cinematografico legato ad Animali Fantastici (spin-off e prequel di Harry Potter) è ancora in divenire, quindi non giudicabile, ma le prime due pellicole lasciano più perplessità che altro.
Sapevate inoltre che la Disney sta pensando al futuro della saga di Pirati dei Caraibi? I rumors dicono che potrebbe essere in programma una saga spin off o addirittura un reboot del franchise.
Si, stiamo parlando di accanimento terapeutico nei confronti di alcune delle saghe più amate del nuovo millennio. Bello che ci raccontino della battaglia tra Silente e Grindelwald, che tanta curiosità aveva destato nel fandom potteriano dato l’alone di mistero che vi si era creato attorno nei romanzi. Se però il risultato deve essere questo forse sarebbe stato meglio che noi tutti continuassimo a immaginarcela come meglio credevamo. Anche il prequel del Signore degli Anelli poteva essere interessante, se l’intera trilogia non fosse stata una brutta copia della saga originale. E davvero vogliamo ancora assistere ad episodi di una saga bollita come Pirati dei Caraibi, che sembrava aver concluso magistralmente con il terzo episodio salvo poi essere riproposta con film decisamente inferiori alle aspettative?
E non dimentichiamo le diverse opere, in alcuni casi riprese dopo decenni, che sono tornate in scena con sequel (Blade Runner 2049 e il sequel di Shining, le cui riprese sono da poco terminate), remake (IT) o con l’ennesimo rebooth (Robin Hood) con fortune alterne ma che di fatto non rappresentano niente di nuovo.
L’apoteosi del concetto di riproposizione cinematografica ce lo invece ha proposto, tanto per cambiare, la Disney che ha deciso da ormai qualche anno di portare in sala in grandi classici versione live action col supporto mica da ridere della CGI. Per carità, il trailer de Il Re Leone da questo punto di vista è inattaccabile e dobbiamo ammettere che non sarebbe stato per nulla facile realizzare questo film, come anche La Bella e la Bestia o Il Libro della Giungla, senza le moderne teconologie. Si ma, oltre alle prodezze grafiche, che senso hanno questi film? Non si potevano sfruttare queste risorse per qualcosa di nuovo?
Che le major si affidino a franchise affermati per conquistare nuove fette di pubblico è anche comprensibile, ma non stupiamoci se la gente preferisce restare a casa a divorare il catalogo di Netflix piuttosto che andare al cinema.
Sono anni che non si vede nulla di originale, di innovativo e che porti una ventata di aria fresca in questo settore dell’industria cinematografica, che ormai non fa altro che riproporre le stesse storie a distanza di qualche anno, cambiando poco o nulla e portando ad una situazione stagnante.
All’orizzonte, uno dei pochi progetti che potrebbero aiutare in tal senso è quello legato ai sequel di Avatar che verranno rilasciati a partire dal 2020.
È vero potevano arrivare prima (il primo capitolo è uscito nel 2009), ma almeno è qualcosa di nuovo e originale.
Una storia che al cinema non è ancora stata raccontata.