Un viaggio nella cucina abruzzese: dagli arrosticini a Niko Romito

La tradizione culinaria italiana, si sa, rende unici i nostri territori, portando alla cura e conservazione di antiche tradizioni culinarie che rappresentano l’espressione della cultura di un popolo.

La cucina abruzzese fa parte di quest’insieme di eccellenze territoriali ed ha registrato un vero e proprio boom di diffusione negli ultimi anni.

La cucina della regione del centro Italia risulta essere fortemente influenzata dalla tradizione contadina e pastorizia che, fino al XX secolo, ha occupato gran parte della popolazione. Sono molto famosi, ad esempio, gli aneddoti sui pastori andanti sui tratturi, i percorsi che venivano utilizzati per spostare le pecore d’inverno dalle montagne alla costa pugliese.

Le eccellenze culinarie abruzzesi esprimono perfettamente la ricchezza territoriale della regione, caratterizzata da un equilibrio tra montagne, colline e mare, ossia il bianco, il verde e l’azzurro che caratterizzano il gonfalone abruzzese.

Gli arrosticini

Probabilmente il piatto più conosciuto extra-regione è quello degli arrosticini. Gli arrosticini sono dei pezzi di carne di pecora tagliati (la tradizione imporrebbe a mano) tenuti insieme da uno spiedo, che vengono cucinati rigorosamente sulla brace su un apposito braciere, la cosiddetta furnacell’ in dialetto locale, caratterizzato dall’esposizione diretta della carne sulla brace, senza la presenza di grate.

Il nome ed il metodo di cottura sono legati alla loro invenzione. Infatti, la storia attribuisce la loro nascita ad una coppia di pastori nel territorio montano pescarese che decisero di tagliare la carne di pecora vecchia ed arrostirla sulla brace, poiché dura e difficile da mangiare con l’utilizzo di altri metodi di cottura.

Il Brodetto alla Vastese

Ma non esistono solamente arrosticini in Abruzzo. Infatti, spostandosi sulla costa, ci si imbatte nell’eccellenza del Brodetto alla Vastese, la cui qualità e bontà sono riconosciute a livello internazionale.

Il brodetto alla Vastese è una zuppa di vari pesci bianchi, quelli poco pregiati per intenderci (come seppie, sogliole, merluzzi, triglie, pescatrice, panocchie,vongole, cozze, scorfano, ecc.) a cui viene aggiunto il particolare pomodoro vastese, caratterizzata da una particolare dolcezza, insieme a peperone, prezzemolo ed aglio.

Da sottolineare che, a differenza delle altre zuppe di pesce italiane, il brodetto alla Vastese non necessita di soffritto o simili e la cottura avviene all’interno di un coccio di terracotta posto direttamente sulla fiamma.

La storia racconta che fu inventato nel 1800 dalla moglie di un pescatore a Vasto, che decise di rendere più interessante il pasto che cucinava ogni giorno per il marito con l’aggiunta dei prodotti dell’orto.

Si può quindi affermare che il brodetto alla Vastese deve la sua eccellenza all’unione di due attività fondamentali del territorio: la pesca e l’agricoltura.

La Pupa e il Cavallo & i Bocconotti di Castelfrentano

Ma anche i dolci non mancano! Solo per citarne alcuni, si pensi alla Pupa ed il Cavallo, una sorta di grande biscotto a forma di bambola/cavallo che veniva e viene preparato a Pasqua per essere regato a bambini e bambine. La Pupa ed il Cavallo nacquero come sostitutivi dell’uovo di Pasqua, non diffuse tra la popolazione contadina dei piccoli borghi.

Da non sottovalutare anche i Bocconotti di Castelfrentano, dei pasticcini di pasta frolla che racchiudono un gustoso ripieno di cioccolato, ricoperti da una spolverata di zucchero a velo.

Le Tajarille e fasciul

Per non farci mancare nulla è impossibile non citare le Tajarille e fasciul, ossia pasta e fagioli cotti nella salsa di pomodoro. Un piatto semplice, derivato dalla tradizione contadina, ma ancora in uso, specialmente nei periodi più freddi per i tanti nutrienti contenuti.

La cucina abruzzese è l’espressione di tradizioni povere e genuine, capaci di creare piatti semplici, ma allo stesso tempo ricercati e attenti a soddisfare ogni esigenza energetica.

L’Abruzzo e Niko Romito

Da questa visione, basata su prodotti semplici e genuini, si poggia parte della filosofia del pluripremiato chef Niko Romito, abruzzese di nascita e di residenza.

Infatti, il cuoco autodidatta vincitore di stelle Michelin, crea le sue opere d’arte e consolida le sue passioni nel suo ristorante Reale, precisamente in un antico monastero del ‘500 a Castel Di Sangro, un piccolo borgo alle pendici dell’Appennino abruzzese.

Non resta che visitare l’Abruzzo, una regione splendida in cui gustare ottime pietanze accompagnate dai magnifici paesaggi montuosi o costieri, a seconda delle esigenze di tutti.