Un bug del bancomat lo rende milionario ma lui spende tutto

Questa che stiamo per raccontare è una di quelle storie che farebbe invidia a molti ma che non finisce esattamente come ci aspetteremmo. Il protagonista della nostra storia è un giovane australiano di nome Dan Sanders, una persona assulutamente normale con un lavoro da barista. Siamo nel 2011, e in una sera come tante altre, Dan sta bevendo in compagnia di amici in un noto locale della città in cui vive, Wangaratta, a nord di Melbourne.
A Dan piace molto bere, e presto si accorge di aver finito i contanti. Per nulla scoraggiato, esce per dirigersi al bancomat più vicino e qui il nostro amico scopre un bug del sistema che gli permetterà di prelevare molti più soldi di quanto disponde, fino a diventare milionario.
In circa quattro mesi e mezzo Dan arriva a prelevare la cifra record di 1,6 milioni di dollari da innumerevoli bancomat della città: soldi he spende come può fino all’ultimo dollaro tra alcool, jet privati, hotel ma senza dimenticarsi dei suoi amici. Pare infatti che abbia estinto i prestiti universitari dei suoi più cari compagni di bevute: un Robin Hood dei giorni nostri.
Ma come ci è riuscito? Hacker e nottate passate al PC non c’entrano: Dan ha sfruttato una debolezza del sistema che prevedeva che i servizi andassero offline dall’1 alle 2 del mattino ma, per un errore, le operazioni fatte durante questo lasso temporale non venivano registrate. Scoprì così che poteva trasferire soldi dalla carta di credito al suo conto corrente in quei 60 minuti senza che poi rimanesse traccia dell’operazione. Il sogno di ognuno, vero?
Purtroppo o per fortuna, però, come tutti noi Dan è dotato di una coscienza, che presto lo mette davanti a un interrogativo: “chi sono io? La cosa mi sta sfuggendo di mano, posso essere qualcuno che ruba dei soldi per poi sparire senza lasciare traccia?”
Fu così che si costituì spontaneamente, morso da un grande senso di colpa, e cominciò a frequentare uno psicologo, che lo aiutò ad auto-perdonarsi.
Da allora passarono diversi mesi, e la polizia non si interessò del caso. Solo dopo che Dan cominciò a sollevare un caso mediatico sulla sua vicenda la polizia si attivò per processarlo, e Dan passò un anno recluso in carcere e 18 mesi lavorando nel sociale.

Una brutta faccenda finita però con l’espiazione dei propri peccati.
E voi cosa fareste se scopriste un bug nel sistema? Ditecelo nei commenti!

Sergio Meloni