Social Street: l’app che ti consente di conoscere i tuoi vicini di casa e volergli bene

Chi abita in un condominio piccolo o grande che sia, conosce bene le difficoltà nell’andare d’accordo con i propri vicini. Quante volte abbiamo finto di non vedere il vicino di casa che ci stava alle spalle o siamo sgattaiolati via di casa senza farci notare dall’anziano osservatore per non perdere tempo in due chiacchiere! La frenesia della quotidianità ci porta a essere un po’ asociali e, diciamolo, anche un po’ maleducati. Detto questo come pretendere di avere buoni rapporti con i vicini se neanche riusciamo a dire “Buongiorno” o “buonasera”?

Non è un caso se nel 2014 circa cinquecentomila questioni legali italiane erano nate da incomprensioni con i propri condomini e vicini di casa. Sembra sempre più difficile avere il coraggio di dire un parola in più, di chiedere un bicchiere di latte o rendersi disponibili per un semplice favore. Eppure non sono passati tanti anni da quando eravamo piccoli e i nostri genitori parlavano tranquillamente con i dirimpettaio o spendevano qualche secondo per un semplice gesto di cortesia.

Per fortuna c’è chi non ha ancora perso le speranze è ha deciso di dare un’altra chance non solo ai condomini, ma a tutti coloro che abitano nella stessa strada. Ci troviamo in Via Fondazza, dentro le mura di Bologna, dove i bolognesi sono riusciti a ricreare una piccola comunità come ai vecchi tempi. Al “Social Street” di Via Fondazza l’intero vicinato ha trovato uno spazio dove collaborare, dove cercare baby-sitter disponibili in caso di necessità, persone gentili che portano la spesa agli anziani e tanti altri atti di bontà. Tutto gratuito, tutto fatto con amore e disponibilità.

Ancora più sorprendente è la diffusione del progetto “Social Street”. Questa rete di vicinato è riuscita ad arrivare in Nuova Zelanda, in Olanda, in Cile, in Croazia e da quest’anno anche in Spagna. Insomma, la lotta all’individualismo sembra diffondersi a macchia d’olio con grande successo se considerate che il fenomeno è arrivato fino ai social. Se in tanti accusano il mondo virtuale di essere uno dei principali colpevoli della chiusura in se stessi e della rovina dei rapporti umani, c’è anche chi ha deciso di sfruttare quest’arma a proprio vantaggio. Ecco perché potrete trovare su internet e su Facebook il mondo del “Social Street”, un esempio di ciò che dovrebbe essere la normalità diventato di moda.

Gaia Toccaceli