Da anni, ormai, stiamo assistendo a costanti ed incessanti ondate migratorie. Le cifre degli sbarchi sono impressionanti. Mossi da aspettative di vita migliori, forzati da drammi bellici o tragedie naturali, sono uomini e donne che hanno nomi, volti e storie differenti, ma incappano sovente in identiche incertezze, contraddizioni e ingiustizie.
Le migrazioni per terra e per mare hanno da sempre caratterizzato la vita dell’umanità. Oggi, complice la globalizzazione e la comunicazione, assumono contorni e sfumature nuove. Queste chiamano in causa sempre più direttamente cittadini, politici e governi di fronte al crescere dell’intolleranza. Sempre più, restrittive misure governative sviliscono i diritti umani basilari di migliaia di migranti visti come un problema di ordine pubblico da affidare a polizie, marine militari, carceri e centri di detenzione. Tuttavia, grazie all’attività di associazioni, Onlus e enti governativi, negli ultimi tempi si sta piano piano avviando un processo di integrazione che lascia ben sperare in un futuro migliore.
In questo senso va letta l’iniziativa dell’ Associazione Sarai Onlus e del suo progetto “She Turban”, realizzato in collaborazione con la Cooperativa sociale Karibu. Il progetto vede come protagoniste le donne africane rifugiate e richiedenti asilo, ospiti dello SPRAR di Sezze in provincia di Latina. Sono proprio queste ragazze ad aver disegnato e prodotto esclusivi ed unici turbanti artigianali destinati a tutte le donne. Cavalcando l’onda del crescente successo dei turbanti, le ragazze di karibu si rivolgono anche a quel pubblico femminile che segue la moda senza rinunciare alla praticità. Ogni singolo turbante è stato studiato e cucito artigianalmente utilizzando straordinari tessuti inimitabili nei loro disegni e colori africani.
Tuttavia non si tratta di un semplice copricapo. La grande novità di questo prodotto consiste nella possibilità di applicare, grazie a delle clipes nascoste, diverse ciocche di capelli naturali lavabili e anallergici attorno al turbante. Lo scopo è quello di dare un tocco di grazia e leggerezza in più a chi ha perso i capelli a causa della chemioterapia. . Insoliti, allegri e chic, i turbanti di “She Turban” non sono dei semplici accessori ma diventano simboli di bellezza e fierezza. Sono uno strumento per far sentire tutte le donne a proprio agio, anche a chi sta vivendo un momento così delicato come la malattia.