Ralph Lauren e l’esercito della moda contro il cancro al seno

Di Claudia Ruiz e Catiuscia Polzella per Social Up!

In una perfetta giornata primaverile, al di là della manica il mondo della moda ha ribadito ancora una volta che il suo lavoro non si limita al solo tulle e strass, ma anche coinvolgimento in azioni importanti come la lotta contro il cancro al seno. Un paio di giorni fa, infatti, è stato inaugurato a Londra il Ralph Lauren Centre for Breast Cancer Research, alla presenza del Duca di Cambridge, William.

Ralph Lauren è impegnato nella lotta contro il cancro al seno da oltre 20 anni; tutto iniziò quando lo stilista americano scoprì di avere un tumore al cervello. Durante il periodo di cure, ha incontrato in ospedale una sua amica malata di tumore al seno, Nina Hyde, redattrice di moda del The Washington Post; quell’incontro, unito alla sua guarigione, lo ha spinto ad intraprendere una personale battaglia contro questa malattia, di cui è uno dei più importanti finanziatori. Nello stesso periodo Ralph Lauren ha incontrato un’altra appassionata, Lady Diana, all’epoca presidente della Royal Marsden Cancer Charity, una fondazione inglese votata alla sperimentazione nella lotta ai tumori.

Nel 1989, ciò che inizialmente fu una donazione a un cocktail party si trasformò ben presto, per volere dello stilista, nel Nina Hyde Center for Breast Cancer Research presso il Georgetown Lombardi Comprehensive Cancer Center della Georgetown University, che oggi impiega più di 50 scienziati e medici che studiano la malattia. Tutto questo ha portato il mondo della moda a mobilitarsi per combattere questa malattia: nel 1990, il presidente della Revlon, Ronald O. Perelman, partecipò alla nascita del Revlon/UCLA Women’s Cancer Research Program presso il Jonsson Comprehensive Cancer Center, cofinanziatori del progetto Herceptin, la prima terapia genica per una specifico sottotipo di cancro al seno. Due anni dopo, ispirata dal successo della campagna del nastro rosso per aumentare la sensibilizzazione alla lotta contro il virus dell’HIV e l’AIDS, la caporedattrice di Self, Alexandra Penney, strinse una partnership con Evelyn H. Lauder di Estée Lauder Inc. per l’ideazione dell’ormai iconico nastro rosa, che debuttò nel secondo numero della rivista annuale dedicato alla sensibilizzazione alla lotta contro il cancro al seno. Successivamente, nel 1993, Lauder, insieme all’oncologo Dr. Larry Norton, istituì la Breast Cancer Research Foundation, che dalla sua fondazione, ha raccolto più di mezzo miliardo di dollari per la ricerca e nel 2015 ha investito 58,6 milioni di dollari in sovvenzioni per 222 scienziati.

Il cancro al seno non è solo un problema delle donne – afferma Lauren- ci riguarda tutti: mariti, padri, fratelli, figli e amici delle donne che affrontano questa terribile malattia“. Nel 1994, il signor Lauren fondò il Fashion Targets Breast Cancer a sostegno del Nina Hyde Center, raccogliendo durante la campagna iniziale 2 milioni di dollari grazie alle vendite di 400.000 magliette Ralph Lauren FTBC. Successivamente, affidò il nome e il simbolo del programma al Council of Fashion Designers of America/CFDA Foundation, che da allora gestisce l’iniziativa. Negli anni, celebrità come Gisele Bündchen, Cindy Crawford, Kylie Minogue e Maria Sharapova hanno prestato la loro immagine alla FTBC. La visione dello stilista americano ha ispirato l’intero mondo della moda, ma il suo impegno si è spinto fino ad ideare una campagna mondiale nella lotta contro il cancro al seno, la Pink Pony, dedicata al sostegno dei programmi sul cancro e all’accessibilità delle terapie contro questa malattia nelle comunità più svantaggiate.

Tutto questo ci riconduce agli avvenimenti degli ultimi giorni, durante i quali Ralph Lauren si è confermato come instancabile guerriero contro una bestia nera che si abbatte su migliaia di donne ogni anno. Il nuovo Ralph Lauren Centre for Breast Cancer Research, presso il Royal Marsden di Londra rappresenta senza dubbio un ulteriore faro nella notte per tutte quelle persone che convivono con questa terribile patologia.

To be continued

Claudia Ruiz