Rubano e restituiscono un quadro, ciò che devi sapere su Magritte e il Musèe a Bruxelles

“Il mio unico desiderio, quello di sentire il silenzio del mondo.”

A Bruxelles nel 2009 è stato rubato un quadro di René Magritte dalla pinacoteca dedicata alla vita e alle opere del maestro surrealista e allestita nella casa dove l’artista belga ha vissuto per 24 anni.

L’opera è l’ “Olympia”, ritratto ad olio di un nudo di Georgette Magritte, stimato tra i 3 e i 4 milioni di euro.

Due ladri armati e a volto scoperto sono entrati nel museo e hanno trafugato l’opera.

Come succede spesso con opere di artisti così famosi, il mercato clandestino dell’arte si è dimostrato diffidente verso la tela trafugata. Fu così che i criminali, come riferisce la stampa belga, contattarono  l’esperto d’arte Janpiet Callens per chiedergli l’inconsueta consulenza di restituire il quadro.

Proprio nel 2009 veniva inaugurato l’elegante palazzo Altenloh, interamente ristrutturato, per raccogliere un’esposizione di oltre 200 opere  tra tele, disegni, fotografie, sculture, lavori pubblicitari, film del grande artista belga.

Un surrealismo nella sua forma più onirica e stravagante, finemente levigato e adagiato in quel punto della mente che si staglia tra il sogno e la realtà.

Fiumi d’inchiostro sono stati versati per descrivere la personalità di Reneè Magritte il Re del surrealismo.

René François Ghislain Magritte nacque nel 1898 a Lessines, piccola cittadina belga che, il giovane Renè conoscerà ben poco. Un’adolescenza itinerante inseguendo il lavoro del padre e segnata per sempre dalla tragica morte della madre. A soli 12 anni, Magritte dovette venire a patti con una madre suicidatasi gettandosi nel fiume, avvolta nella sua stessa camicia da notte. Un’altra donna subentrerà presto nella sua vita e lo accompagnerà fino all’ultimo dei suoi giorni. A 15 anni Renè incontrò Georgette Berger, la donna che a 22 anni diventerà sua moglie. La morte della madre e la moglie Georgette segnarono profondamente la vita artistica di Magritte.

Giorno e notte, sogni e incubi

Il percorso organizzato al Musèe Magritte di Bruxelles è un viaggio interiore lungo tutta la sua vita. Per questo motivo l’itinerario museale si sviluppa in 3 piani, suddividendo così, le fasi artistiche dell’artista.

Non a caso, il percorso parte dal terzo piano, il più alto.

La foto, che dà il via alla mostra, ritrae volutamente Magritte con gli occhi chiusi, proprio a voler indicare l’ingresso nella mente del più enigmatico tra i pittori del XX secolo.

“Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici non è fortuna: è arte allo stato puro.”

Man mano che la personalità artistica si va formando e delineando, si scava sempre più a fondo nel microcosmo surreale che abitò la mente dell’artista. Nel contempo, si scende un piano dopo l’altro all’interno del grande edificio.

Il piano più alto, da cui comincia la visita, mostra le opere di un giovane pittore alla ricerca di sé stesso, influenzato dalle avanguardie di inizio Novecento. Cubismo e Futurismo plasmano la mano artistica del giovane Magritte. In questa fase di sperimentazione, il Magritte che tutti conosciamo è ancora un turbinio di idee, che strizzano l’occhio alle mode del momento. I pannelli appesi alle pareti riassumono la biografia del più grande pittore belga ed espongono l’esposizione dei suoi lavori giovanili (come le Mariage du Minuit).

Scendendo al secondo piano, dalle nere pareti emergono le avvisaglie di una personalità decisamente sopra le righe, insofferente alla visione della realtà che appare così com’è. Inizia il suo giro di boa: una profonda e sofferta ricerca del suo punto di vista del mondo circostante.

Il percorso porta ad addentrarsi  sempre più nell’animo di Magritte; una lenta discesa verso il suo essere più profondo, come un sonno in cui lasciarsi andare, che diventa sempre più pesante. I lineamenti tra verità e finzione si sbiadiscono verso un mondo miope e trasognante. Arrivati al primo piano del museo, si perde la cognizione del tempo e dello spazio circostante per addentrarsi nel surrealismo onirico del grande Magritte. Il primo ma ”ultimo” piano  racconta di Magritte “Imperatore delle luci“. Qui sono custodite le sue tele più rappresentative e conosciute, i capolavori della sua collezione come l’Empire des lumieres, le Domaine d’Arnheim, La Retour.

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Lucrezia Vardanega