VENICE, ITALY - SEPTEMBER 03: Paolo Sorrentino attends the premiere of 'The Young Pope' during the 73rd Venice Film Festival at Palazzo del Casino on September 3, 2016 in Venice, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Paolo Sorrentino ed Amatrice: la vicenda, le riflessioni e la tregua

È lecito usare luoghi in cui si sono verificati tragici eventi come set cinematografici? Questa domanda è ritornata prepotentemente da quando Paolo Sorrentino ha chiesto l’autorizzazione per girare nella zona rossa di Amatrice.

Paolo Sorrentino, Premio Oscar con il film “La grande bellezza”, è alle prese con la lavorazione di un nuovo progetto cinematografico dal titolo “Loro” che racconta di Silvio Berlusconi, per il cui ruolo è stato scelto l’eclettico e versatile Toni Servillo.

L’arrivo di Paolo Sorrentino ad Amatrice – che ha girato tra il 5 e 7 luglio 2017 – è stato preceduto da non poche critiche e punti di vista diversi. Il tutto è iniziato durante i primi sopralluoghi nel paese reatino da parte della troupe del regista che ha non solo verificato le location da utilizzare, ma si è occupata anche di provinare gli abitanti interessati per fare le comparse nel film previa diaria di duecento euro. La presenza dei produttori e dello staff del regista ha destato sospetti che si sono trasformati in certezza quando l’amministrazione comunale ha concesso i permessi richiesti.

Si sono susseguite una serie di contestazioni e critiche unite a consensi e a commenti di approvazione. Una parte dei cittadini ha parlato di sciacallaggio e di mancanza di rispetto per una città che ancora oggi piange i suoi morti e che, a distanza di quasi un anno da quel devastante terremoto, è cumuli di macerie e dolore. Francesca Mileto, coordinatrice del Comitato Terremoto Centro Italia, si è esposta aspramente circa l’interesse del regista Premio Oscar a girare ad Amatrice, sostenendo: “Ognuno ha la sua etica, la sua sensibilità, ma non si può pensare di girare un film su un territorio dove ogni pietra è una tragica storia. Se hanno bisogno di immagini delle macerie ce ne sono quante ne vogliono su internet. Oppure, perché non ricostruirle in studio? E poi: perché i selfie sulle macerie no e il film sulle macerie sì? Cosa c’entra il fatto che a girare sia un artista?”

Subito sono arrivate le rassicurazioni agli abitanti di Amatrice sia da parte del primo cittadino Sergio Pirozzi sia da Nicola Giuliano, produttore della Indigo Film.

Il Sindaco Sergio Pirozzi è stato tassativo precisando: “Ho autorizzato le riprese con gli attori solo all’interno della chiesa di San Francesco. Se verranno fatte altre riprese nella zona rossa senza la presenza di persone dovranno essere autorizzate con una liberatoria dai singoli proprietari degli edifici filmati [..]È un luogo preciso, voluto perché quella chiesa rappresenta la nostra memoria. Un’opera d’arte sulla quale si è perpetrato uno sfregio non mettendola da subito in sicurezza e lasciandola crollare. Mi auguro che le scene di Sorrentino diventino una testimonianza di quello che resta oggi e, spero, di quello che tornerà a essere domani“.

Dello stesso tenore, le dichiarazioni di Nicola Giuliano, produttore del film, che ha sottolineato come: “La scelta di Amatrice è coerente con la narrazione del film. Non immaginavamo potesse ferire qualcuno [..] La ferita che ha subìto Amatrice verrà trattata con il massimo rispetto, non siamo lì per fare sciacallaggi o teatrini. È una ferita del Paese e un artista come Paolo la tratterà con il rispetto dovuto”.

Intanto, le prime indiscrezioni rivelano che Paolo Sorrentino ha già girato tra il 5 ed il 7 luglio alcune scene ad Amatrice dinanzi lo stupore e la sorpresa dei cittadini diffidenti che hanno rivalutato l’uomo e l’artista e, si spera, forse hanno anche colto il perché della scelta di Amatrice.

Volendo provare a rispondere alla domanda iniziale, secondo noi un luogo può e deve prestarsi al cinema e ciò che conta è il modo ed il come il regista decide di raccontarlo o filmarlo. La presenza dell’Amatrice di oggi – città sventrata e orfana del suo patrimonio umano, artistico e culturale – in un nuovo film dell’ultimo regista italiano che ha vinto l’Oscar ha maggiormente aspetti positivi. Sorrentino ha dimostrato con la sua filmografia di essere un regista lungimirante, mai dedito alla denuncia facile e popolare, piuttosto amante di fornire visioni e scenari allo spettatore. La visibilità che è garantita ad una città come Amatrice che deve essere ricostruita è elevatissima e ciò potrebbe significare benefattori ed investitori di tutto il mondo – si, di tutto il mondo perché non si ha alcun dubbio che “Loro” avrà una rilevanza planetaria, visto anche il protagonista – interessati a ridare speranza e una seconda vita ad Amatrice ed ai suoi abitanti. E poi, un film d’autore deve anche essere custode della storia dei tempi che racconta e lascito per coloro che verranno ed Amatrice rappresenta un periodo storico per l’Italia sofferto ed instabile e immortalarla in una pellicola lascerà una traccia tangibile ed indelebile di quel che è avvenuto.

Intanto, pare che il dissidio tra Amatrice e Paolo Sorrentino si sia evoluto in una tregua amichevole e vicendevolmente rispettosa, dopo le riprese del 7 luglio e che il regista tornerà ancora.

Sandy Sciuto