“Se non ti vedo non esisti”: l’opera prima di Levante

“È così, siamo ponti: nel momento in cui ci stringiamo la mano, creiamo una connessione con altre vite che diventano parte della nostra, con un contatto così superficiale eppure così profondo. Siamo vita perché ci mischiamo ad altre vite, curiosiamo nelle finestre delle case altrui col desiderio di sentirci parte della scena e non meri spettatori”. Questa è una delle tante riflessioni della protagonista di “Se non ti vedo non esisti”, prima fatica letteraria di Claudia Lagona, in arte Levante, che il pubblico ha imparato a conoscere per le sue canzoni e la sua voce particolare.

Al suo primo esordio da scrittrice, Levante ha scelto di raccontare di Anita Becci, una donna che ha superato da poco la trentina, che per lavoro – scrive per riviste di moda e di arte – è costretta a viaggiare per il mondo e che, con un matrimonio in stand-by, non rifiuta di seguire l’istinto ed il cuore quando incontra sconosciuti.

Anita B., infatti, è sposata con Jacopo, ma dopo una divergenza di opinioni sull’avere figli, ha deciso e chiesto al marito una pausa. Jacopo lascia così la casa coniugale e inizia a lavorare senza sosta e con impegno. Anita, invece, seppur si prefigge di concentrarsi sugli articoli da scrivere che le sono stati assegnati e sul capire i suoi veri sentimenti, è colta di sorpresa dagli incontri imprevedibili e inaspettati che la vita riserva.

Durante il periodo di pausa dal matrimonio, Anita incontra due uomini sconosciuti: Filippo e Flavio, entrambi fotografi, ma molto diversi per stile di vita, personalità e fascino. Se con Filippo si tratta di incontri fugaci interrotti dopo la scoperta della situazione sentimentale di lui, con Flavio nasce una vera e propria storia d’amore.

Flavio irrompe nella sua routine nel momento meno appropriato travolgendola letteralmente e divenendo, con il tempo, solo un ostacolo per il raggiungimento della felicità e della fine delle inquietudini. La vita di Anita si complica e, come sempre, a pagarne le conseguenze sarà chi non lo merita.

Ad una prima valutazione, la storia narrata potrà sembrare banale e già sentita, ma la peculiarità di quanto raccontato è da rintracciare nella capacità di Levante di spiegare come nessuno è un posto sicuro se non prima diventiamo per noi stessi quel posto. Attraverso le vicende della protagonista, Levante sottolinea che il raggiungimento della serenità non avviene mediante uno sconosciuto qualsiasi, ma tramite la conoscenza e l’accettazione di sé stessi. Il titolo del libro è solo provocatorio perché sono soprattutto le persone o le cose che non vedi ad essere pensieri martellanti ed ossessivi. Il lettore si renderà conto che, oltre il racconto delle relazioni sentimentali della protagonista, c’è la vita di una donna in carriera incapace di sciogliere i nodi della propria esistenza, nonostante i suoi pensieri siano lineari, logici e condivisibili.

Il libro è scritto in prima persona ma non è autobiografico anche se Levante ha ammesso che molti personaggi le assomigliano e tanti dettagli come i ricordi sono tratti dalla sua vita. Si legge piacevolmente tutto d’un fiato e molte riflessioni di Anita B. o dialoghi tra personaggi meritano di essere annotate.

Non biasimate la protagonista la quale capirà che l’Amore è “lasciare libere le persone, anche di sbagliare, senza desiderare di possederle, senza giudicarle mai”.

“Se non ti vedo non esisti”, Levante, Rizzoli, pag. 261, €17,00

BUONA LETTURA!!!

Sandy Sciuto