Il mare: un mondo affascinante e misterioso che attrae e inquieta alla stesso tempo. Negli anni la scienza si è spinta a esplorarne gli abissi più profondi, scoprendo un mondo nascosto che ancora oggi non smette di stupire. E’ proprio in questi giorni il mare ha rivelato una nuova strabiliante scoperta. Nel buio degli abissi dell’Oceano Pacifico Centrale, gli scienziati hanno fotografato un “polpo di vetro” incredibilmente raro e meravigliosamente bello.
“POLPO DI VETRO”: UN ANIMALE RARO E AFFASCINANTE
A bordo della nave di ricerca “Falkor” dello Schmidt Ocean Institute, gli scienziati marini hanno trascorso 34 giorni in mare a largo delle Isole Phoenix. Il team ha effettuato la mappatura ad alta risoluzione di oltre 30.000 chilometri quadrati di fondale marino e non solo. Attraverso un’ esplorazione fotografica di cinque montagne sottomarine, gli esperti hanno condotta una ricerca descritta come “lo studio più completo sugli ecosistemi di coralli e spugne di acque profonde in questa parte del mondo”. Due gli avvistamenti di questo polpo straordinariamente raro e quasi completamente trasparente. Come si evince dalle immagini, sono solo tre le caratteristiche visibili dell’animale: il nervo ottico, i bulbi oculari e il tratto digestivo. Sono le prime e vere immagini che si hanno di questo esemplare, di cui fino a questo momento si conosceva davvero poco grazie allo studio di esemplari scoperti nel contenuto intestinale dei predatori oceanici.
UNA SCOPERTA PER AIUTARE A COMPRENDERE IL MARE
“Questa spedizione è un notevole esempio delle frontiere della scienza e dell’esplorazione che siamo in grado di sostenere – ha commentato soddisfatto Jyotika Virmani, direttore esecutivo dello Schmidt Ocean Institute – un valido aiuto per approfondire la comprensione del nostro oceano”. Alle dichiarazioni del direttore esecutivo fanno eco quelle del capo della spedizione, Randi Rotjan della Boston University. “È stato molto stimolante aiutare a documentare la biodiversità delle montagne sottomarine inesplorate in alto mare e nelle acque degli Stati Uniti”. All’inizio del decennio delle Nazioni Unite sulla scienza oceanica per lo sviluppo sostenibile, questa scoperta offre un valido spunto di riflessione per la conservazione di tutti i paesaggi oceanici. “Le mappe, i filmati e i dati che abbiamo raccolto, si spera, aiuteranno a informare la politica e la gestione nel processo decisionale intorno a nuove aree protette d’alto mare”, ha concluso l’esperto.
Insomma, una scoperta sensazionale per il mondo marino e non solo. Si spera, infatti, che i risultati ottenuti dalla ricerca aiutino a definire le origini dell’immunità adattativa all’interno degli animali multicellulari. Uno sviluppo che potrebbe aiutare la moderna ricerca medica nelle immunoterapie contro il cancro, la somministrazione di farmaci e una maggiore efficacia dei vaccini.