Breve storia della medicina: come si curava la gente nel passato

La medicina ha una storia millenaria che si perpetua attraverso i secoli. Come tutti sanno, la sua origine è attribuita ad Ippocrate, il medico greco famoso per il giuramento, ancora oggi e pronunciato dai futuri medici. Ma tra le prime conoscenze di Ippocrate e le più moderne terapie contro il cancro cosa c’è stato? Come si curavano gli uomini dei secoli passati, ma soprattutto, come vedevano il proprio corpo gli uomini del Medioevo e del 1700?

Partiamo dal mondo antico. In realtà, non sappiamo un granché della medicina praticata all’interno delle società più antiche. Sappiamo soltanto che i medici erano, allo stesso tempo, sacerdoti e grandi funzionari. Molte volte le formule di guarigione erano apotropaiche, ovvero più scaramantiche che scientifiche, mentre altre risultano ai nostri occhi quasi pionieristiche.

Gli Egizi, ad esempio, già sapevano che il miele era un lenitivo per i sintomi di malattie dell’apparato respiratorio e che il sale poteva curare le infezioni; gli Ebrei sapevano dell’esistenza delle allergie; in Estremo Oriente veniva già praticata l’agopuntura. Persino un accorgimento all’apparenza banale, come la cura ed il taglio di capelli e unghie, rappresentò un fattore che ha potuto migliorare l’igiene e la ridurre il numero dei contagi.

La nascita della medicina nell’Antica Grecia: un punto di svolta

Con Ippocrate, come si è detto, ha inizio una nuova era della medicina, una medicina più “scientifica” e non più legata alle credenze religiose. Secondo questa nuova visione, ogni malattia ha un’origine naturale dovuta alla rottura dell’equilibrio fra gli “umori” che regolavano il corpo (sangue, flemma, bile gialla e nera) e, per la prima volta nella storia antica, viene ipotizzata la centralità del cervello, e non del cuore, per la direzione delle funzioni dell’organismo. Ippocrate, dunque, ha un grande merito: per la prima volta, teoria e pratica medica trovarono corrispondenza nella pratica reale.

Se paragonata alla Grecia, Roma non ha avuto una storia medica così importante. Molte delle tradizioni vennero importate proprio dalla Grecia, in seguito alle invasioni romane dei territori orientali. Curiosamente, la medicina greca non venne immediatamente accolta con favore: i primi medici spesso apparivano come dei “macellai” agli occhi dei Romani, che si sono sempre mostrati scettici sull’influenza della cultura greca nella cultura romana.

I Romani sperimentavano chirurgia e ginecologia, mentre nel Medioevo si svolta

Nel dettaglio, molte malattie venivano curate con il salasso, usato come una sorta di panacea. Esisteva persino una forma primitiva di chirurgia, se così possiamo chiamarla, ma stando alle fonti doveva essere qualcosa di terrificante. Seneca stesso, in età imperiale, descrive una scena chirurgica paragonandola a crolli e incendi di città,  parlando di medici che non esitavano a tagliare e bruciare, quando dovevano operare alle ossa, o ad infilare le mani negli orifizi. Anche la ginecologia ed i primi ospedali hanno origine nell’Antica Roma, come dimostrato dagli strumenti trovati nel corso di alcuni scavi archeologici.

Il medico più importante di questo periodo fu Galeno, di origine greca, che dominò il panorama medico Occidentale fino al Rinascimento. Sebbene la medicina romana, a fronte di quella greca, non fosse rigorosissima, la sua decadenza è stato un lasciapassare per la medicina cristiana, più spirituale che scientifica, che spesso puntava ad essere conventuale, giudicando quindi anima e corpo come due entità inscindibili. Ma il Medioevo non fu solo preghiere e miracoli a mo’ di “Lazzaro, alzati e cammina!”. Le grandi novità in campo medico giunsero con gli arabi e con la nascita delle università. Grazie ai filosofi Averroè ed Avicenna, viene riscoperta la medicina greca di Galeno e, nel corso del Basso Medioevo, viene istituita una facoltà di Medicina a Salerno, ben presto rimpiazzata da quella di Parigi. La medicina teorica e quella pratica rimasero divise a lungo: nel Medioevo, infatti, chi insegnava medicina non operava direttamente il suo paziente, ma istruiva qualcun’altro a farlo.

Leonardo Da Vinci e la medicina del Rinascimento

Il Rinascimento rappresenta un nuovo punto di svolta per innumerevoli ragioni. In primo luogo, la medicina di Galeno viene sostituita dalle teorie di Andrea Vesalio, il fondatore della moderna anatomia e autore del De humani corporis fabrica. Inoltre, l’ampliarsi degli orizzonti geografici porta gli europei a conoscere nuove malattie provenienti dagli altri continenti. In secondo luogo, Leonardo da Vinci offre il suo contributo alla medicina ed agli studi di anatomia dissezionando, non sempre legalmente, i cadaveri. Vengono ristrutturati gli ospedali e nascono nuove figure professionali come il cavadenti, ovvero il dentista. Accanto a figure di spicco, come Vesalio e Leonardo, c’è anche Paracelso (così chiamato perché “superiore a Celso stesso”, uno dei pochi e conosciuti medici romani), sebbene spesso il suo operato si affianchi più all’alchimia e alla stregoneria che alla medicina.

Il vero salto di qualità la medicina lo ha compiuto nel XVII secolo, grazie ad una delle figure più importanti sul panorama della medicina universale: Sir William Harvey, lo scopritore della circolazione del sangue (che, se è concessa un po’ di ironia, morì proprio per emorragia celebrale…) e primo ad occuparsi in modo approfondito di embriologia. La medicina inglese continua a fare progressi nel ‘600, tanto che Thomas Sydenham, medico che si occupò del trattamento del vaiolo, venne soprannominato “l’Ippocrate inglese”. Sempre in ambito inglese, venne perfezionato l’uso del microscopio a livello anatomico, permettendo così di scoprire molte ghiandole allora sconosciute.

L’illuminismo e il concetto di igiene

L’era delle grandi rivoluzioni e dell’Illuminismo ha rappresentato l’inizio della vera e propria medicina moderna. Nasce la vaccinazione ad opera di di Edward Jenner e Auguste Tissot; la salute pubblica inizia ad avere un’importanza sempre maggiore nelle città; si iniziano a formulare varie ipotesi sul processo di trasmissione della malaria e della tubercolosi; vengono scoperte le cellule, prima dall’inglese Leeuwenhoek grazie alla famosa “osservazione della lamina di sughero”, e poi da Marcello Malpighi, considerato oggi il padre dell’istologia, ovvero quel ramo della medicina che studia i tessuti.

Dall’Ottocento ad oggi: una crescita esponenziale

Ma non è finita qui! Le scoperte proseguono per tutto il corso dell’Ottocento, tant’è vero che a pieno titolo è stato definito un “secolo rivoluzionario” nell’ambito medico. L’Ottocento (sebbene, soprattutto in ambito chirurgico, rimangano residui di memoria galenica e persino piuttosto rudimentali) è il secolo in cui si inventa lo stetoscopio, si inizia a produrre la morfina, nascono l’anestesia e l’asepsi (ovvero, la capacità di rendere sterile un ambiente, utilissimo per le operazioni chirurgiche per prevenire le infezioni), nasce la microbiologia con Louis Pasteur e soprattutto la genetica con Mendel.

Inoltre, nasce la Croce Rossa Internazionale nel 1863 e una carta dei doveri degli infermieri nel corso della guerra di Crimea, eventi invero strettamente legati fra loro. Fra Ottocento e Novecento vengono infine introdotte innovative scoperte, oggi fondamentali nel campo medico, come la radiografia e la penicillina, il primo antibiotico.

La strada della medicina è ancora lunga, ma il suo cammino non si è di certo fermato! Giorno dopo giorno ci regala sempre nuove scoperte, Social Up continuerà a raccontarvele!