Simbolo di pace, saggezza, rinascita, forza, fertilità… L’olivo è da sempre una pianta legata al misticismo, alla gloria e alla buona tavola.
Le sue origini si fondano tra medio-oriente e mediterraneo orientale, sviluppandosi verso occidente grazie ai navigatori arabi e fenici prima, e romani e greci poi, si hanno tracce della sua presenza sulla terra che risalgono agli 8-10 mila anni fa.
Da sempre Grecia e Italia si contendono il primato di paese simbolo di quell’oro liquido chiamato olio, seppur vero che la pianta sembra affondare i suoi natali nell’antica Attica, con relativa copiosità di miti e leggende, è altrettanto vero che l’olivo trova il suo ambiente ideale nel territorio pugliese, oltre ad essere stato al centro dell’economia degli scambi commerciali dell’impero più potente della storia, quello romano.
Nella mitologia greca, una delle più famose storie che riguarda il dono dell’olivo all’umanità è quella della gara tra Poseidone e Atena, nel decidere a chi affidare la custodia di una neonata polis, che sarebbe poi stata una delle più gloriose nella storia della Grecia, Zeus decretò che da entrambi venisse fatto un dono alla città. Poseidone toccò una roccia con il suo tridente da cui scaturì un fiume che diede vita al cavallo da battaglia più possente che si fosse mai visto! Atena, colpendo la roccia con la sua lancia, fece nascere dalla terra il primo albero di olivo per illuminare la notte, per mendicare le ferite e per offrire nutrimento alla popolazione. Zeus scelse l’invenzione più pacifica ed Atena divenne la dea di Atene.
Una narrazione diversa vorrebbe Cecrope, mitico re ateniese metà uomo e metà serpente, nato spontaneamente dalla terra, come fondatore della città di Atene. Nato a Sais, una città dell’Egitto, si mosse verso la Grecia, dove riuscì a fare delle selvagge e incolte popolazioni locali un popolo; diede loro delle leggi, fondando dodici borghi che costituirono il nucleo centrale del regno dell’Attica. Introdusse il culto delle divinità onorate a Sais e consacrò la città ad Atena, divinità già adorata nella sua città di origine, facendo dono alla popolazione della pianta d’olivo.
Per Diodoro, lo scopritore della pianta dell’Olivo fu invece Mercurio, il primo ad insegnare agli uomini l’arte della sua coltivazione e della spremitura per ottenere l’olio dai suoi frutti. Sprenghel, nel 1° Libro della Storia della Medicina, racconta che che fu Ercole a trasportare dal paese degli Iperborei l’Olivo silvestre in Grecia. Altre fonti inneggiano ad Aristeo (figlio di Apollo e la ninfa Cirene e fondatore mitologico dell’odierna Cagliari), come padre fondatore della coltivazione dell’olivo.
Il rispetto per questo pianta era tale che dalla grande distruzione derivata dalla guerra che Sparta mosse ad Atene, ad essere risparmiati furono solo gli ulivi.
Anche i romani attribuiscono ad Ercole il merito di aver portato l’olivo a Roma dall’Egitto del nord, e si narra che Romolo e Remo videro la luce sotto i rami della mitologica pianta. Per il popolo di lingua latina, l’olio aveva un vero e proprio ruolo centrale nella quotidianità, era una della prime cose richieste ai vinti in battaglia, veniva usato dai lottatori per scaldare i muscoli e rendere più difficile la presa avversaria, persino le truppe militari usavano cospargersi di olio per resistere al freddo, tecnica imparata a loro spese combattendo contro alcune tribù del Nord Africa che erano solite praticare questa usanza.
Con ghirlande di olivo si omaggiavano ospiti illustri, si benedivano le coppie sposate e si dava lustro ai cari defunti. Durante le guerre, distruggere gli oliveti nemici erano un obiettivo sensibile, perché si privavano in un colpo solo di cibo, medicine e combustibile.
Un libro carico di riferimenti all’olivo e le sue derivazioni, è come tutti ben sappiamo la Bibbia (si contano più di 100 riferimenti). Nell’antico testamento, libro di Osea, Dio stesso viene paragonato alla magnificenza dell’olivo, oltremodo famosa la sua simbologia nel mito di Noè, 3 semi vennero vennero dati da un angelo a Seth, figlio di Adamo, perchè glieli mettesse in bocca alla sua morte, da questi 3 semi nacquero una pianta di cedro, un cipresso ed un olivo. D’altra parte Gesù stesso, nella sua denominazione di Christos significa l’unto, nota a tutti è la celebrazione della “Domenica delle palme“, di olivo sembra fosse fatta la croce di Cristo e l’olio è l’elemento principe nella consacrazione di Cresima, Sacerdozio ed ovviamente, Estrema unzione. Si narra che perfino Re Davide pose dei soldati a guardia dei suoi oliveti.
Il perché tutto questo clamore intorno ad una “semplice” pianta è stato involontariamente spiegato nell’ambito di questo articolo, alimento, medicina, cosmetico, combustibile…. La duttilità e la bellezza di questa pianta non potevano che essere consacrate agli dei, dato che da sempre, aiuta e protegge l’uomo nel corso dello sviluppo della sua vita.