Le meduse artificiali sorvegliano le barriere coralline

Gli ingegneri della Florida Atlantic University hanno deciso di riprodurre artificialmente le meduse, sviluppando dei veri e propri droni subacquei.

Qual era lo scopo del progetto?

La prima domanda che si sono posti gli ingegneri è stata:

Come possiamo osservare gli ecosistemi marini senza alterare nulla con la nostra presenza?

La risposta è stata più semplice del previsto, infatti creando questa tipologia di droni-medusa gli scienziati potranno osservare con tranquillità l’ecosistema marino più conosciuto al mondo, ovvero la barriera corallina.
Questo perchè i droni usati in passato come per esempio i mini sottomarini utilizzano un’elica per la locomozione, cosa che può creare molti problemi dato che le eliche possono abbattere la barriera corallina e il guscio duro di un sottomarino può causare danni agli ecosistemi delicati in caso di collisione.

Come funzionano?

I droni subacquei sono guidati da anelli di tentacoli idraulici, sono in grado di infilarsi nelle aperture più strette e sgusciare via senza riportare lesioni all’impianto o causare danni all’esterno. I robot flessibili, larghi 20 cm, sono modellati sull’aspetto della medusa lunare durante il suo stadio larvale ed è sicuramente un design che causerà molti danni in meno di un qualsiasi drone sottomarino, a detta del professore Erik Engeberg, della Florida Atlantic University.

Per muoversi, i robot usano otto tentacoli in gomma siliconica alimentati da delle pompe, l’acqua in questo modo scorre nei tentacoli, li riempie e poi, quando le pompe vengono spente, torna nuovamente nel mare circostante, ciò spinge in avanti la medusa robot e produce un movimento di sbattimento realistico.

Altri ricercatori hanno provato già in passato a creare una medusa drone, per esempio una squadra dell’Università del Texas a Dallas ha testato un robot a idrogeno, mentre gli ingegneri della Virginia Tech hanno sperimentato una medusa meccanica di 1,7 metri.
In ogni caso i prototipi della Florida Atlantic University sono molto più piccoli di qelli realizzati (solo 20 cm di larghezza), e quindi avendo meno impatto ambientale sono considerati i migliori.

Inoltre questo nuovo modello di medusa-drone possiede una specie di pilota automatico, quindi può osservare e raccogliere informazioni in perfetta autonomia, anche se il professore Engeberg sconsiglia vivamente di usare la modalità automatica, perchè è molto importante tenere il drone sempre sotto controllo per poi recuperarlo una volta finita la missione.

L’unica preoccupazione che hanno gli ingegneri è che le meduse potrebbero essere mangiate da delle tartarughe di passaggio, per questo motivo si sta sviluppando un dispositivo acustico per cercare di avvertire in qualche modo le tartarughe e farle allontanare.

redazione