Le deludenti “memorie di un ottuagenario” Johnny Dorelli

Evocativo, poetico nella sua banalità, il titolo delle “memorie di un ottuagenario” uomo di spettacolo, vissuto tra USA ed Italia, ma travalicandone i confini per imprimere il suo volto nel mondo della popolarità europea, trova la sua giusta corrispondenza nella “frase-manifesto” sul retro scritta dallo stesso autore: “Se non fosse la mia vita, non ci crederei”.

Dorelli
SoloLibri.net

Ebbene, “Che fantastica vita” di Johnny Dorelli, pubblicato nel mese di settembre del corrente anno 2020, è la sua prima (si spera anche ultima!) autobiografia, scritta in collaborazione con il giornalista e scrittore Pier Luigi Vercesi.

Il problema è che da un libro scritto quasi a quattro mani e che chiarisce una certa volontà testamentaria per il pubblico che tanto ha amato le musiche, i musical, gli spettacoli, i programmi e i film di Dorelli, ci si sarebbe atteso molto di più, magari una bomba programmatica di retroscena meno ad elenco e più di carriera artistica, così come qualche congiuntivo in più in frasi dove compare un indicativo colpevole della sua presenza ingiustificata ed incorretta.

Dorelli
Donna glamour

Ingiustificata, perché l’approccio colloquiale dell’autore si ravviserebbe comunque, anche con la giusta presenza di verbi nel loro modo corrispondente anche nel parlato, del resto. Incorretta, dato che qua si fanno errori di grammatica italiana!

Tuttavia, al di là di questi aspetti non certo secondari, ma per fortuna relegati a non troppe delle circa 150 pagine, essi non sono il solo elemento debole dell’opera. Sebbene un inizio scoppiettante che travolge il lettore grazie ad un’autoironia che contraddistingueva anche il Dorelli attore e presentatore, e quindi un comico esordio di libro che diverte anche chi legge con quattro risate, il racconto poi è sommerso nella parte centrale di ricordi che procedono a metà tra lo schematismo ad elenco di anni, varietà e simili rassegne e la naturalezza di chi giustamente rievoca con disordine pensando, riuscendo poi a legare una cosa ad un’altra per mezzo di armonici collegamenti.

Dunque, più fatti che interiorità preferisce raccontare il nostro artista, pur avendo qui espressamente dichiarato le sue intenzioni di elaborare “memorie”, data l’età avanzata.
E così, nonostante un’incalzante denuncia di giornalisti, paparazzi e media oggi sempre più senza scrupoli pur di guadagnare, il corpo principale del libro si lascia leggere per la scorrevolezza, ma assume a più riprese la natura paradossale (vista la mossa a bersaglio citata) d’un giornaletto di gossip, tra amori e figli suoi.

Dorelli
Musical.it

A sua discolpa, tuttavia, inquadra bene la sua vita privata nel contesto storico-sociale del tempo, arrivando poi, con giusto atteggiamento di schietto coraggio, a dire la propria sulla storia e la politica che furono, che ha vissuto.

Non senza tracciare, dopo una parte stranamente e disarmonicamente nell’insieme stringata riservata ai lavori della settima arte in cui ha preso parte, una feroce quanto amara e satirica analisi, in rapide ma esaustive battute d’una sola pagina, della televisione di oggi, prodotto di un mutamento degradante costumistico e mediatico che è cominciato negli anni Novanta:

Dorelli
Wikipedia

“Un cretino che risolve, senza discutere, lavora sempre. Di chi conosce il proprio mestiere e quindi pretende, studia, prova e riprova, si dice: è uno che fa perdere tempo. Così è nata e si è perpetuata la mediocrità. La televisione è diventata diseducativa. Erano le prove generali per ciò che sarebbe successo venti, trent’anni dopo: oggi gli artisti valgono per quanti like sanno mettere insieme, e i like non hanno quasi mai nulla a che fare con la qualità.”

Dorelli
Dagospia

E, quasi ciclicamente parlando, dopo una buona parte di pagine di “sofferenza”, il libro riprende infine piede, acquistando ironia e vigore iniziali, coinvolgendo l’animo del lettore nel trafiletto toccante su Aldo Moro, e sul padre e la madre nelle ultime pagine. Lo spirito dal sorriso ottimista e il comico che è in lui, a tratti bambino, rendono impossibile da parte di Dorelli generare in quest’autobiografia un po’ di commozione, ma è volutamente giusto tutto questo, considerando la natura personale del linguaggio e della materia narrata, finalizzata anche ad evitare ogni possibile piagnisteo, visto che alla vita Dorelli deve – e lo lascia intendere – tutto, perché dopotutto la sua (che ancora continua) è stata una fantastica vita.

Insomma, un prodotto da scaffale di casa solo per gli appassionati di Dorelli, dato che anche chi lo ama finirà per detestarlo un po’ come scrittore, ma per amarlo sempre di più come artista a 360 gradi (meno quelli letterari!).

Christian Liguori