“Andrà tutto bene”: gli scrittori ai tempi della quarantena

Per tanto tempo, da quando siamo in piena emergenza sanitaria, abbiamo dovuto rinunciare alle librerie. Quella tappa fissa prima di prendere un treno, al ritorno dall’università o semplicemente perché è il nostro posto preferito è diventata pura utopia.

Ci siamo dovuti accontentare di rispolverare quel libro letto anni fa, di riceverlo in prestito da una vicina di casa, o addirittura chi proprio non sopporta leggere sul cellulare ha cominciato ad acquistare eBook.

Però ogni tanto la vita decide di regalarci anche qualche gioia e pochi giorni fa abbiamo avuto la notizie della riapertura delle librerie. I Booklover hanno così tirato un sospiro di sollievo.

C’è da dire però che questo periodo non ha ostacolato scrittori e scrittrici. Chi proprio non riesce a non mettere su carta i propri pensieri ha pensato bene di usare il proprio talento a scopo benefico.

Nasce così “Andrà tutto bene”, che non è solo il messaggio di speranza più diffuso sui social, nelle case e nei balconi in questi giorni durissimi.

È, oggi, un’antologia che vede protagonisti ben 26 tra scrittori e scrittrici che si sono attivati per il bene comune.

Silvia Tuzzi regala un titolo scherzoso, parafrasando Lucio Dalla: “Caro microbo ti scrivo, così mi proteggo un po’. La preghiera da quell’appartamento appena occupato, giusto in tempo per capire che sarebbe diventato domicilio degli arresti. Stefania Auci racconta  di “un tempo lento che è diventato padrone della vita”, del suo corpo che la “rimprovera” perché gli nega il movimento. Donato Carrisi scrive una lettera alla bambina che verrà. Uno splendido spaccato autobiografico che mescola il dolore del presente alla speranza nel futuro. Questi sono solo alcuni dei nomi che ritroviamo. Troverete la penna leggera di Federica Bosco e Massimo Gramellini. Il talento di Enrico Galiano e Alice Basso. E tanti tanti ancora.

Tutto parte dal famoso #iorestoacasa.

Quelle quattro mura che da sempre rappresentano protezione, leggerezza e tranquillità, iniziano a pesare come macigni, in testa e sul cuore.

Eppure attraverso le loro parole non è più così, anzi. Una stanza, una finestra sembrano metaforicamente ali sul mondo.

C’è chi ha voluto parlare delle sue giornate, della sua routine. Chi invece ha voluto descrivere quel nodo alla gola e quel dolore al petto che inevitabilmente arriva quando si fa sera. O ancora chi racconta di quei vicini simpatici prima sconosciuti, o di quelle convivenze forzate che insegnano tanto.

Insomma ognuno racconta questi giorni al tempo del virus, senza barriere, senza paura.

Chi aspetta sempre il lieto fine per ogni storia che legge, beh rimarrà commosso dal messaggio di speranza e forza che emerge.

Usciremo consapevoli di quel che importante e abbracciarci sarà magico. Riconosceremo la solidarietà come il valore che porteremo con noi per sempre, perché semplicemente non né potremo più fare a meno. Andremo al mare e ci innamoreremo della vita per la seconda volta. E sarà bello, sarà come rinascere.

Rachele Pezzella