“Le Cose che So di Lei” un film straziante che vi lascerà i brividi

Le Cose che So di Lei (2000) di Rodrigo García.
Presentato come film di apertura nella sezione “Un certain regard” a Cannes 2000 (vincendo) e premiato al Sundance Festival, è il primo lungometraggio di Rodrigo García (figlio del Premio Nobel García Marquez), già stimato sceneggiatore e direttore della fotografia.

“Un film agrodolce e spietato, straziante ma non privo di humour” (Stefano Selleri).
Cinque storie che si intrecciano e che solo apparentemente sembrano disconnesse (le accomuna la solitudine più o meno nascosta e il non voler sembrare ciò che si è). Uno sguardo, attento ai minimi dettagli, sulla vita di tutti i giorni: vita che è un girotondo (quante volte accade che più esistenze si intreccino senza sfiorarsi?).

Prodotto da Jon Avnet, specialista in animi femminili dopo aver realizzato quel piccolo gioiello di Pomodori verdi fritti…Le Cose che So di Lei è forse il film più indicato per capire l’animo femminile.
Con lo sfondo di una anonima Los Angeles, “patria della solitudine contemporanea” (Corriere della Sera), l’ansietà l’isolamento la fragilità la durezza la tenerezza la disperazione il coraggio i desideri le pulsioni le frustrazioni le contraddizioni i tradimenti le difficoltà del comunicare che affliggono ogni donna di qualsiasi latitudine.
Ma è possibile scoprire la verità?
Il titolo originale è chiaro: Things You Can Tell Just By Looking At Her (le cose che puoi dire solo a guardarla). Contrariamente alla certezza che suggerisce il titolo italiano, l’originario esprime chiaramente l’idea che è impossibile dire qualcosa di certo sulle donne guardandole semplicemente: ciò che è essenziale sfugge ai nostri occhi.

Un’opera lieve e delicata, nonostante i temi trattati, che ci offre l’eccezionale performance di un grande cast che fa scintille, e ci regala più di una pagina da antologia (basti pensare, ad esempio, alla straordinaria mimica di Glenn Close quando, ansiosa e muta, ascolta la lettura delle carte, al terribile primo piano del volto di Holly Hunter alle prese con l‘aborto. alla drammatica fissità di Cameron Diaz nell‘ipotizzare la vita della donna morta…).

Un film di una profondità rara che invita a riflettere e a discutere, forte e sottile al contempo, tutto introspezione psicologica ed emozioni (alcune appena sussurrate) che non possono non coinvolgere e destare la nostra continua attenzione. Un film originale e ammaliante, impreziosito dalla calda e tersa fotografia di Emmanuel Lubezki, veramente magnifica con i suoi colori tenui.
Un film profondamente vero, ben scritto e girato con mano sicura ed esperta (giustamente a Cannes si è dichiarato “García fa andare a braccetto la letteratura e il cinema, senza retorica, ma con un occhio attento alla realtà”.

Perfetta la considerazione de La Repubblica:
Le Cose che So di Lei è un intelligente paradosso: un film scritto e girato da un uomo che, se circolasse senza firma, verrebbe sicuramente attribuito alla sensibilità femminile”.

redazione