Intervista a Paolo Meneguzzi: “Nel silenzio è una dedica ai fans!”

Basta dire Paolo Meneguzzi per iniziare a canticchiare una delle sue tante canzoni che sono diventate di diritto evergreen e che lo hanno per sempre inserito nella storia della musica italiana.

Senza tanti giri di parole, dal 1996 ossia nell’anno in cui da diciottenne ha iniziato la sua carriera, Paolo Meneguzzi ha partecipato a cinque Festival di Vina del Mar come ospite, cinque Festival di Sanremo, un Eurovision song contest, oltre 500 concerti in tutto il mondo, 500 mila copie vendute, oltre 30 singoli HIT radiofoniche in vari paesi e centinaia di apparizioni televisive, un MTV LATIN VIDEO AWARD USA con il Brano TU ERES MUSICA e quindici dischi di platino. Dodici album di inediti all’attivo e attualmente parallelamente ai suoi concerti tra Sud America e Italia, è direttore artistico della scuola di talenti più importante in Svizzera che conta 600 artisti cioè “LA POPMUSICSCHOOL di Paolo Meneguzzi.

Con “Nel silenzio”, Paolo Meneguzzi, adesso anche marito e padre, è tornato sulla scena musicale. «Dopo tanta sofferenza e lontananza, ci troviamo insieme noi quattro a viverci: io, Linda, Leonardo e la musica – ha spiegato Paolo Meneguzzi – Ho potuto sperimentare in un brano dai suoni pop alternativi e innovativi. Quello che piace davvero fare a me, fare pop e sperimentare, osare, provare a differenziarmi, a evolvermi: in questo riconosco il mio stile, il vero e originale stile Meneguzzi».

 In occasione di questo ritorno, abbiamo intervistato Paolo Meneguzzi e non ci siamo fatti raccontare solo il ritorno.

Benvenuto a Social Up, Paolo! Ricordo come fosse ieri che eri al vertice delle classifiche, eri amatissimo e i tuoi live erano sold out. Poi il silenzio. Dove eravamo rimasti e cosa è successo da quel momento nella tua vita e nella tua musica?

Ho cercato il silenzio. Ho investito per tanti anni facendo parte di un mondo che non mi è mai appertenuto. Un giorno, dopo aver capito che non volevo perdermi anche le cose semplici della vita, ho voltato pagina. La musica rimane parte fondamentale ma nella forma più essenziale e più vera. Senza fronzoli e compromessi. C’e’ un tempo per tutto. Ora spazio alla mia famiglia e ai giovani che devono costruire. Tocca a loro.

In Italia soprattutto si è fatta molta ironia sulla tua improvvisa uscita dalle scene e anche sulle tue canzoni. Qual è stata la tua prima reazione e come la vivi tuttora?

Dal ‘96 che la critica ogni volta che esce una mia canzone la martella ma ho venduto 2milioni e mezzo di copie, oltre 500 live all’attivo e in tempi in cui internet ancora non c’era ho centinaia di milioni di streaming delle mie song quindi non sta a me chiedermi chi abbia avuto ragione.

A me basta vedere che oggi fanno la musica che facevo io già 20 anni fa. Dovrebbe esistere la legge del recensionismo, dici una  cosa che si rivela una cazzata? sei licenziato. Sai quanti licenziati? Troppo facile così tutti possono fare i giornalisti.

Da anni di silenzio a “Nel silenzio”, il tuo nuovo singolo. Ci racconti da quale esigenza è nato e cosa l’ha ispirato?

Principalmente per fare qualcosa da dedicare ai fans che mi seguono, e che mi hanno sempre sostenuto. La cosa che mi intriga non avendo più ambizioni è poter sperimentare nell’ambito Pop. L’ho sempre fatto in realtà per quello la musica di oggi non è altro che la Musica che faceva Meneguzzi 10 anni fa basta ascoltare l’album MIAMI che secondo me è stato uno degli album piu’ sperimentali e coraggiosi nell’ambito pop italiano.

A proposito di silenzio, qual è il tuo rapporto con il silenzio?

Penso molto, non parlo e agisco.  Faccio molta analisi nel mio silenzio. Ti scopro, ti capisco e ti conquisto dicendoti quello che penso.

Quali silenzi sono stati per te terapeutici e quali malsani?

I silenzi fanno parte della musica, a dipendenza di come li gestisci cambiano la forma, l’emotività e la dinamica. Non ho silenzi malsani, sono sempre riuscito a gestirli.

 

Il singolo ha anche un video ufficiale già presente su YouTube nel quale c’è ora ciò che conta di più per te. Qual è adesso il significato che dai all’Amore?

L’amore e’ necessità, urgenza di essere amati più di ogni cosa. Chi più cerca di dare amore più sta cercando di essere amato.  Ho amato e amo tantissimo ogni cosa in cui credo.

Sei CEO e Direttore di POPMUSICSCHOOL in Svizzera. Quali sono i consigli da artista prima e Direttore di una scuola di musica dopo che daresti a chi vorrebbe intraprendere un percorso nell’ambito della musica?

Lavoriamo sulla psicologia dei ragazzi. La nostra filosofia è pensare a te stesso come un’azienda dove all’interno vi è l’artista ma vi è anche l’imprenditore. Istruiamo all’analisi dei compromessi, quelli accettabili e quelli non accettabili, quelli che ti daranno gioia o quelli che ti si ritorceranno contro. Formiamo artisti a diventare POP. Significa strutturarsi per avere un mercato. Quindi arte combinata alla commercializzazione benchè possa essere jazz, indie, blues o pop. Lavoriamo sul fatto che ognuno di noi è unico, e ognuno di noi deve essere stimolato per trovare da solo la sua unicità. Quindi quando gli artisti sono strutturati tecnicamente, inizia un percorso di accompagnamento alla scoperta della propria arte.

Paolo e i social. Ho visto che sei nella fase momento amarcord. Condividi e posti momenti importanti della tua carriera viaggiando tra i ricordi. Qual è il tuo rapporto con la memoria e soprattutto, voltandoti indietro, c’è qualche rimpianto o rimorso?

Ho vissuto tutto quello che si può vivere nella musica, dal successo radiofonico, a quello dei live, al fanatismo estremo, ai premi discografici più  importanti. Non posso avere rimpianti. Avrei potuto anche fare di più ma credo di aver avuto la fortuna di aver esaurito ogni emozione dovuta ai successi. Ma il mio successo è stato così veloce che adesso provo emozione nelle cose più semplici, nella costruzione, nella preparazione, nella crescita artistica, spostando la mia attenzione sui nostri 500 ragazzi.

Ultima domanda: possiamo sperare in un nuovo album? E potresti rivelarci qualcosa?

Fa strano oggi parlare di album. Esistono ancora? Non credevo agli album nemmeno da ragazzo e credo di avere delle cose magnifiche all’interno di album dove i più ascoltati erano i singoli. Io paragono sempre la musica alla pittura. Fai un quadro, è quello, straordinario, perchè devo farne 10?

Sandy Sciuto