La valle della morte, mistero fra i ghiacci siberiani

In Siberia esiste uno spazio molto vasto, circa 100.000 kmq di territorio disabitato, che sembrerebbe nascondere un mistero molto intrigante. Chiamata Uliuiu Cherkechekh, ovvero “la valle della morte”, questa zona situata all’interno dei confini della Repubblica di Yakutia nella Russia nord-orientale, il posto più freddo del pianeta dopo l’Antartide, sembrerebbe nascondere delle peculiari strutture semi-sepolte nel permafrost che avrebbero degli effetti drammatici sia sull’ambiente circostante che sulle persone.

Diverse storie ruotano attorno a queste strutture metalliche a forma di cupola. Negli anni 30, scrive il ricercatore Valery Uvarov, un mercante nomade di nome Savvinov decise di lasciare la sua attività per stabilirsi a Siuldiukar insieme alla nipote Zina. Durante il viaggio si accamparono all’interno di una di queste strutture. All’interno, sottoterra, la struttura era suddivisa in diverse camere dove trascorsero la notte. La temperatura, nonostante il freddo esterno, era inspiegabilmente calda.

Il mercante e sua nipote non furono i primi a visitare una delle strutture, tutt’altro: i cacciatori della zona le usavano spesso come riparo, seppur guardandosi bene dallo spendere troppe notti consecutive al loro interno. Sembra infatti che coloro che lo facevano rischiavano di ammalarsi e in alcuni casi addirittura la morte.

Attorno a queste strutture le piante crescerebbero più del normale. Eserciterebbero quindi uno strano effetto non solo sulle persone, ma anche sulla vegetazione.

Proprio da questo pericolo di morte deriverebbe il nome della vallata, così come alcuni tratti denominati ad esempio Kheldyu (casa di ferro), dove si accamparono Savvinov e la nipote. Oppure Olguidakh (il posto del calderone), dove un geologo, nel 1936, ebbe modo di esaminare una di queste strutture. Fatta di un metallo simile al rame ma impossibile da  scalfire, di uno spessore superiore ai due centimetri, emergeva per un quinto del suo diametro dal terreno. Molti anni dopo, nel 1979, una spedizione di Yakutsk si mise alla ricerca della stessa struttura. Purtroppo ebbero poca fortuna. Non trovarono nulla, anche se è importante sottolineare che il territorio in questione è poco accessibile. La vegetazione e la geologia del posto si presterebbero bene a celare queste strutture semi-sepolte nel permafrost.

R. Maak, un esploratore della zona, scrisse nel 1853 che nei pressi del fiume Algy Timirbit (torrente del calderone) esisteva una struttura simile a un gigantesco calderone di rame chiamato Olguis. Sembrerebbe che fosse abbastanza grande da permettere ad alcuni alberi di crescere al suo interno.

Come possiamo vedere le testimonianze abbondano. In alcuni casi si tratta di racconti di gente del posto, in altri di scienziati e ricercatori che, a distanza di molti anni l’uno dall’altro, hanno cercato di comprendere cosa nascondesse Uliuiu Cherkechekh, la valle della morte. Eppure il mistero persiste tutt’oggi.

redazione