La Terra dei Cachi: un successo senza tempo

Sono passati vent’anni da quando Elio e Le Storie Tese venivano annunciati da Sabrina Ferilli e Pippo Baudo sul palco di Sanremo. Accompagnati da Beppe Vessicchio e la sua orchestra, Elio presenta la sua canzone ad un pubblico che oggi definiremmo “pettinato”, la canzone era La Terra dei Cachi. Un successo inimmaginabile per la band meneghina, che vinse il premio della critica, istituito in quell’anno, e successivamente la stessa canzone divenne un tormentone. Il pezzo dissacrante e geniale  provocò non poche polemiche, soprattutto per il fatto che successivamente venne fuori che probabilmente dovevano essere loro i veri vincitori e non Ron e Tosca di quella edizione. Gli “Elii” naturalmente non potevano esibirsi in maniera standard ed infatti si presentarono ogni sera con un look diverso e con una versione differente del brano.

La canzone “contro” racconta lo scenario sociale e politico dell’Italia di quei tempi. Un’Italia palcoscenico di numerosi scandali che vanno dalla malasanità al pizzo, tutti citati nel testo scritto da  Belisari, Conforti, Civaschi e Fasani. La loro bravura non è stata solo quella di fare divertire raccontando quegli scandali, ma un’altra parte che viene affrontata con il loro stile “trash” è anche lo stile di vita dell’italiano medio che rappresenta in pieno l’essere “trash”: calcio, spaghetti e pizza non mancano di essere citati sul palcoscenico dell’Ariston. Non mancano le citazioni colte, ma anche non colte, che la band offre durante la propria esibizione

  • Papaveri e papere – Nilla Pizzi
  • Una lacrima sul viso – Bobby Solo
  • La donna cannone – Francesco De Gregori
  • L’Aria – Suite per orchestra n. 3
  • Il visagista delle dive, riferito a Gil Cagnè
  • L’Italia non ci sta, riferito ad una frase di Oscar Luigi Scalfaro

Ascoltando ancora oggi, nel 2016 questa divertentissima canzone ci si accorge di quanto la situazione italiana non sia mai cambiata. La terra dei cachi, un disegno di com’è l’Iltalia negli anni 90, con i soliti furbetti, le “pinze” dimenticate dai medici quando ti operano, gli scontri allo stadio, e poi con la pizza e gli “spaghi” – immancabili. Non possiamo quindi non fare un plauso alla band che ancora oggi riesce a farci pensare con il sorriso sulle labbra.

 

Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive,
abusi sessuali abusivi;
tanta voglia di ricominciare abusiva.

Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate;
il visagista delle dive è truccatissimo.

Papaveri e papi, la donna cannolo, una lacrima sul visto:

Italia sì Italia no Italia bum, la strage impunita.
Puoi dir di sì puoi dir di no, ma questa è la vita.
Prepariamoci un caffè, non rechiamoci al caffe’ : c’è un commando che ci aspetta per assassinarci un po’.
Commando sì commando no, commando omicida.
Commando pam commando papapapapam, ma se c’è la partita
il commando non ci sta e allo stadio se ne va,
sventolando il bandierone non più sangue scorrerà ;
infetto sì ? Infetto no? Quintali di plasma.
Primario sì primario dai, primario fantasma,
io fantasma non sarò e al tuo plasma dico no.
Se dimentichi le pinze fischiettando ti diro’
“fi fi fi fi fi fi fi fi ti devo una pinza, fi fi fi fi fi fi fi fi, ce l’ho nella panza”.

Viva il crogiuolo di pinze. Viva il crogiuolo di panze.
Quanti problemi irrisolti ma un cuore grande così.

Italia sì Italia no Italia gnamme, se famo du spaghi.
Italia sob Italia prot, la terra dei cachi.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo; un totale di due pizze e l’Italia è questa qua.

Fufafifì fufafifì Italia evviva.
Italia perfetta, perepepè nanananai.
Una pizza in compagnia, una pizza da solo:
in totale molto pizzo, ma l’Italia non ci sta.
Italia sì Italia no, Italia si’
ue’, Italia no,ue’ ue’ ue’ ue’ ue’.

Perché la terra dei cachi è la terra dei cachi. No.

 

Andrea Calabrò