La passione dell’Orologio – Parla l’esperto

La moda del tempo. Direi la moda del tempo perso! Forse la frenesia di una vita cittadina al giorno d’oggi ci impedisce di tenere d’occhio l’orologio. Quante volte vi sarà capitato di pensare quanto il tempo sia passato veloce, privo di ogni vostro controllo. La moda del tempo (perso) è davvero all’ordine del giorno. Lo diamo per scontato e pensiamo davvero di disporre di un’immensa dispensa di secondi sempre a nostra disposizione. Eppure c’è chi col tempo ci lavora davvero. Come si fa a lavorare con gli ingranaggi del tempo? Dario Giorgianni ci ha dato la risposta.
Presentati: chi sei e di cosa di occupi di preciso.
Io mi chiamo Dario Giorgianni e ho studiato fino al 2011 giurisprudenza a Catania. Ma ho perso alla fine ogni stimolo nello studio e ho deciso di trasformare una passione, quella per gli orologi, in un mestiere. Ora mi occupo della vendita di ricambi per orologi d’epoca.
 
Dici di aver perso stimolo: come è successo? Inoltre, non è certo da tutti lasciare gli studi per diventare orologiaio. Hai incontrato qualcuno che ti abbia biasimato per questo?
Ho perso gli stimoli nello studio soprattutto stando a contatto con la realtà della mia città. Chi si laureava in giurisprudenza si riduceva a fare il segretario di un avvocato, se andava bene: almeno tale mansione è retribuita rispetto al tirocinio. Alla fine ho trovato un lavoro in cui sono titolare, operaio, presidente e pure venditore. Insomma: si è rivoltato tutto al contrario. Sono ora i professionisti a venire a chiedermi qualcosa che possa loro servire come il cinturino di un orologio oppure anche solo delle lancette!

In merito alla seconda questione, il dissenso è giunto in primo luogo dalla mia famiglia. Però a lungo andare si capisce che tale scelta è stata coraggiosa e ha dato bellissime soddisfazioni professionali. Inoltre ho conosciuto persone addirittura da tutto il mondo! Ho perciò preferito questa scelta a degli studi che, nella maggior parte dei casi, non mi avrebbero garantito un futuro migliore.

Come è nata questa passione? Mi viene da pensare che forse tuo padre, o addirittura tuo nonno, fossero nel settore. 
E’nata spontaneamente senza avere nessun parente nel settore.
E’ una passione nata recentemente o ce l’avevi sin da quando eri bambino?
Intorno ai 12 anni ed è nata semplicemente guardando un orologio. E’ stato qualcosa di inconscio e automatico.
 
Questo particolare settore rende anche in un mondo in cui tutti girano con smartphone e orologi digitali?
Penso che in un mondo in cui tutti girano con orologi pressoché uguali e si vestano in maniera uguale, l’oggetto d’epoca, se fabbricato bene, con acciai resistenti oppure con metalli pregiati, per esempio oro od argento, dà ancora la sensazione di originalità e differenza. L’oggetto “bello” si nota e si apprezza sempre.
Ci sono particolari orologi che preferisco i clienti?
I clienti amano le varie categorie di orologi, sia da polso che da tasca, ma anche da tavolo, senza distinzioni. I clienti più tradizionalisti cercano sempre le marche svizzere storiche come Omega, Longines, Universal Geneve e Zenith, ma in realtà c’è un vero e proprio mondo legato anche alla “fascia di giocattoli” che i collezionisti acquistano. Perciò, oltre ai classici e sempiterni Rolex, sono richiesti Patek Philippe, Vacheron Constantin, Breguet, Glashutte, Blancpain. A tutto ciò si aggiungono anche le “avanguardie“, ovvero veri e propri capolavori di ingegneria a portata di polso che vengono presentati ogni anno alla fiera di Basilea,in Svizzera.
Quali sono gli orologi più rari e costosi?
Esistono orologi da milioni euro e orologi da pochi euro. Ve ne è una gamma assai vasta e non è affatto semplice elencare tutti i modelli. Fra quelli più rari e costosi mi viene in mente un Patek Philippe da tasca che è stato venduto nel Novembre del 2014 per 21 milioni di dollari, costruito dalla Patek su ordinazione agli inizi del ‘900 , oppure il famoso Rolex Daytona c.d. “Albino”, appartenuto al famoso chitarrista Eric Clapton per ben due volte!
Fabbrichi anche orologi? Che impresa c’è dietro a questo lavoro?
Io non fabbrico. Il negozio è un’attività di fornitura vera e propria che si occupa di ricambi sia di orologi al quarzo, quindi a batteria, sia di ricambi per orologi meccanici. Non lavoro con privati, ma con altri orologiai, nel senso che l’orologiaio, per certi versi, acquista da un altro orologiaio senza avvalersi di un privato.
Hai mai avuto strane richieste da parte dei clienti? Qual è la più starna che ti sia mai capitata?
Sicuramente le richieste più bizzarre sono le personalizzazioni che desiderano farsi fare i clienti, per esempio il quadrante con la foto dei cari oppure con le iniziali oppure dei brillanti sull’orologio. Altri chiedono di cambiare il colore dei cinturini, farli su misura o in pelli particolari.
…E i famosi orologi a cucù trovano ancora spazio? 
Confesso che gli orologi a cucù si collezionano ancora: se ne trovano in giro diversi. Sono veramente belli da vedere: è un vero tocco di classe che in Italia si vede ormai poco.
Per tirare le fila del discorso, rammento ora l’intervista al compagno di scuola di Obama, orologiaio anche lui che, è proprio il caso di dirlo, ha dichiarato che, di fronte al successo dell’ex compagno presidente,  “tutti abbiamo un talento, piccolo o grande, e l’unica cosa che conta è accorgersi di possederlo. Il suo destino era diventare presidente, il mio diventare orologiaio. E ce l’abbiamo fatta tutti e due”.
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