Intervista allo Chef Heinz Beck: l’artista delle emozioni in cucina

Tre stelle Michelin, tre Forchette della Guida del “Gambero Rosso”, tre Cappelli della Guida “L’Espresso”, Chef dell’anno e Leone di Venezia alla carriera nel 2014: questi e decine di altri premi e riconoscimenti sono stati attribuiti a Heinz Beck uno dei più noti esponenti dell’alta gastronomia internazionale. Ecco perché l’intervista a Heinz Beck non è una cosa che succede tutto i giorni.

La passione per il suo lavoro l’ha portato a conquistare anche l’Italia: dal 1994, infatti, è alla guida de La Pergola al Rome Cavalieri, ristorante che ha portato dagli inizi fino alle tre stelle Michelin. Il suo estro e la sua originalità sono a livello internazionale il suo “marchio di fabbrica”, i suoi piatti rappresentano delle vere e proprio opere d’arte, in grado di emozionare con i loro colori e profumi.

Non solo l’Italia, ma anche il Portogallo, Dubai e Tokyo possono vantare il privilegio di ammirare e gustare le creazioni di questo straordinario Chef. La sua passione si spinge fino al desiderio di voler condividere con il mondo i suoi segreti in cucina, conservando sempre un’attenzione particolare al binomio cibo-salute. Suoi i libri “L’Ingrediente Segreto”, “Arte e scienza del servizio”, “Heinz Beck”, “Vegetariano”, “Pasta by Heinz Beck”, “Finger Food”, “Ipertensione e Alimentazione” e “Consigli e ricette per piccoli Gourmet”.

Noi di Social Up abbiamo avuto l’onore e il privilegio di poterci scambiare quattro chiacchiere. Ecco in esclusiva l’intervista a Heinz Beck.

 

Da dove nasce la sua passione per il mondo della cucina?
La varietà delle materie prime, dalla grande possibilità di coniugarle in modo differente, la possibilità di esprimermi al meglio attraverso il cibo rappresentano per me il motore della mia passione per la cucina.

Quando ha capito che la sua vita sarebbe stata legata a doppio filo con il mondo della gastronomia?
Subito dopo che ho cominciato ad intraprendere il lavoro di chef. La mia carriera è iniziata all’interno di una struttura non troppo rinomata ma che ha fatto maturare in me la voglia di intraprendere questo lavoro.

Ha raggiunto traguardi illustri e di grande prestigio internazionale. Qual è la qualità che pensa le sia servita per ottenere questi risultati?
La passione e la continuità sono due aspetti del mio lavoro che, secondo me, senza ombra di dubbio, mi hanno permesso di ottenere questi risultanti.

Perché ha scelto un progetto italiano, “La Pergola” al Rome Cavalieri? Perché proprio l’Italia?
Il mio coinvolgimento in questo progetto è nato a seguito di una richiesta, in un momento in cui riflettevo sulla mia carriera. Avevo già accumulato esperienza come chef, una volta visionato il posto ho capito che sarebbe stato perfetto per continuare a migliorarmi. Inizialmente, la mia permanenza doveva essere temporanea, giusto qualche anno, ma nella realtà questa collaborazione va avanti da 22 anni.

Qual è il tratto caratteristico che di più apprezza nella cucina italiana?
Oltre alla sua tradizione eno-gastronomica millenaria, la varietà, le materie prime, i profumi, gli odori, le verdure italiane sono gli elementi che amo di più, ma tra tutti sicuramente è la pasta il prodotto che maggiormente apprezzo.

Lei è uno dei più importanti esponenti dell’alta gastronomia internazionale. Il suo estro e la sua originalità sono diventati il suo “marchio di fabbrica”. Dove trova l’ispirazione per reinventare ogni volta i suoi piatti?
La cosa più importante nel mio mestiere è cogliere immediatamente l’attimo. Esistono tanti elementi che possono ispirarti nella creazione di un piatto, ciò che conta di più è aprire la mente e riuscire a cogliere le emozioni che ti investono in quel momento. L’impulso può nascere da una verdura, un colore, un quadro e da tutto ciò che può suscitare un’emozione. Da più lontano proviene l’ispirazione, più diverso sarà il modo in cui si creerà un nuovo piatto. L’importante è che alla base dell’ispirazione ci sia sempre una materia prima eccellente.

Design e gusto: qual è il legame tra queste due anime di un piatto e in quale percentuale?
Creare un piatto rappresenta un progetto complesso, tutto nasce da un’ispirazione, dai sentimenti che ti suscita; poi devi riuscire a inserire questa emozione all’interno di un’opera. La primissima cosa a cui bisogna pensare è equilibrare i gusti, perché alla fine il successo del piatto dipende dalla qualità del gusto. Successivamente subentra la necessità di presentare il piatto nel modo giusto: il primo approccio si ha con la vista ed è quindi indispensabile rendere il piatto appetibile, bello, attraente e stimolante. Per questo motivo il design è davvero fondamentale al fine della costruzione di un piatto. È importantissimo e difficile trovare il giusto equilibrio tra gusto, emozioni che vuoi regalare attraverso il piatto e la sua estetica.

Se potesse esprimere un desiderio per il futuro quale sarebbe?
In realtà non ho progetti a lunga scadenza. Potrebbe sembrare banale ma il mio desiderio più grande sarebbe che ci fosse abbastanza cibo per tutti, sicuramente rappresenta un pensiero utopico e quasi impossibile da realizzare, ma sarebbe la cosa più bella che si potrebbe mai realizzare.

 

Catiuscia Polzella