Intervista a Damiano Carrara, il nuovo giudice di “Bake Off Italia 5”

Negli ultimi anni in Italia ci siamo abituati alla cosiddetta “fuga di cervelli”, ossia giovani talenti che giungono all’estero per realizzarsi appieno e trovare una posizione lavorativa migliore.

Tra le tante eccellenze italiane, lo chef Damiano Carrara può essere considerato come un notevole esempio di questa nuova generazione di migranti.

Classe 1985 e toscano di nascita, dopo gli inizi della carriera come bartender nella natale Lucca, decide di trasferirsi in Irlanda lavorando sempre nel campo della ristorazione.

Nel 2008 si trasferisce con il fratello Massimiliano, pasticcere di professione, negli Stati Uniti, iniziando a gestire un ristorante italiano, per poter creare un giorno una sua attività e far conoscere la cultura gastronomica nostrana.

Il suo sogno si realizza nel 2011, quando riesce ad aprire la pasticceria Carrara Pastries a Moorpark, in California, specializzata in prodotti dolciari italiani dal caffè al gelato ma anche salati come la pizza.

Il negozio ben presto acquisisce un grande successo che lo porta, nel 2013, all’apertura di una nuova Carrara Pastries in California, ad Abiura Hills.

Dal 2015, poi, inizia la sua scalata in televisione che gli permette di diventare un noto personaggio degli show culinari americani. Arrivando in finale nel talent Spring Baking Championship.

Nel 2016 riesce ad assumere il ruolo di giudice dei maggior talent di pasticceria della Tv statunitense, rispettivamente in Halloween Baking Championship, Christmas Cookie Challenge, Guys Grocery Games, Bakers vs Fakers e Dessert Games.

Sul fronte americano, pubblicato un libro sui segreti della pasticceria italiana, sta attualmente progettando nuove aperture del business “Carrara Pastries”.

Quest’anno però lo chef ha scelto di sostare in Italia per partecipare come giudice alla quinta edizione del programma televisivo di Real Time “Bake Off Italia – Torte in forno“, nel quale vari aspiranti pasticceri si affronteranno a colpi di Pan di Spagna e zucchero a velo.

Damiano si confronterà con i colleghi giudici, Clelia D’Onofrio e Ernest Knam, “Il Re del cioccolato”. Condotto da Benedetta Parodi, lo show, la cui prima puntata è andata in onda l’1 settembre scorso, ha il compito di trasformare i concorrenti in professionisti del settore.

Con due occhi color ghiaccio, un sorriso contagioso e una notevole preparazione che si sposa bene con la freschezza della sua giovane età, siamo sicuri che non ci metterà poi tanto ad entrare nel cuore dei telespettatori italiani.

Noi di Social Up  lo abbiamo intervistato per farci raccontare questa nuova avventura e le sue precedenti esperienze nel mondo del business e della cucina all’estero.

– Ha sempre sognato di lavorare nel campo della cucina? Cosa immaginava di fare da bambino?

La passione per la cucina l’ho sempre avuta, ma è un po’ una questione di famiglia. Sicuramente l’ho ereditata da mio fratello, che ha iniziato ad impastare da ragazzino. Saltava la scuola per andare a fare torte e io lo coprivo sempre. Ma anche mia nonna, faceva uno zuccotto toscano incredibile. Uso ancora la sua ricetta…

– Durante il primo periodo ha lavorato prima nella sua Toscana e poi a Dublino come bartender. Com’è avvenuto poi il passaggio alla pasticceria?

È stato un passaggio abbastanza naturale, ho sempre lavorato nel mondo della ristorazione in locali e ristoranti. Poi quando con mio fratello abbiamo deciso di aprire la prima pasticceria, ho iniziato ad occuparmi anche degli aspetti più imprenditoriali legati alla nostra attività.

– In America ormai lei è diventata una vera e propria star, sia grazie alla sua partecipazione a vari show televisivi e soprattutto grazie alla sua catena di pasticcerie. Come viene concepito il mondo della pasticceria a oltralpe? E che differenza ha trovato con l’Italia?

Sicuramente l’America mi ha dato tutte quelle opportunità che in Italia non trovavo, l’Italia è un paese più limitato sotto certi aspetti, soprattutto imprenditoriali. L’America è un paese dove se lavori duro e metti tutto te stesso in un progetto, come abbiamo fatto io e mio fratello, alla fine vieni premiato. Ci sono anche molte opportunità. In Italia a volte si cerca l’America, ma forse si dovrebbe un po’ più esaltare l’italianità, perché non siamo secondi a nessuno.

– A proposito dell’Italia, com’è ritornare in patria dopo anni all’estero?

Una grande emozione. Per me, lo dico sempre, l’Italia è il paese più bello del mondo. E sono molto felice dell’affetto che mi sta dando già dopo le prime puntate del programma.

– Parliamo adesso di Bake Off Italia. Perché ha accettato di partecipare?

Avevo voglia di tornare in Italia e di capitalizzare il successo che Carrara Pastries ha avuto e veicolare il nostro marchio. Esiste un disegno di espansione che potrebbe coinvolgere anche l’Italia e la televisione può aiutare tanto.

– Com’è l’ambiente sul set e il rapporto con gli altri giudici?

C’è un rapporto davvero speciale, mi sono sentito subito in famiglia. Li considero amici, più che colleghi. Andiamo molto d’accordo, con Ernst in particolare, è una persona molto divertente.

– Il livello dei concorrenti l’ha sorpreso?

Devo dire di si, soprattutto andando avanti nel programma, ho trovato tanta voglia di lavorare e migliorarsi, di ascoltare i nostri consigli e le nostre critiche. Sicuramente un bel gruppo.

– Pensa che parteciperà anche l’anno prossimo?

Vediamo: sicuramente dopo Bake Off Italia ci sarà la versione Junior.

– Quali sono i suoi progetti futuri?

Il progetto più immediato è l’apertura del terzo locale di Carrara Pastries. E poi di sicuro non mi fermo!

Alice Spoto