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Intervista a Ytam: “In un mondo veloce e digitale, preferisco l’analogico”

Ytam è un songwriter appassionato di cinema e cultura pop. Dopo anni di sperimentazioni in band e poi da solista ha preso forma il suo progetto musicale. Ytam fa il suo esordio con il brano Gbye, un pezzo che incarna le sue paure e il suoi “nemici”. Rievoca Michael Jackson passando da Forrest Gump a Mike Tyson figure e personaggi dell cultura pop che lo aiutano a descrivere le sue emozioni e a “sconfiggerle”.

Prima ancora del rilascio del suo singolo Ytam firma la sua collaborazione con Sony Music Italy e l’ingresso nella crew Columbia Records/Nigiri.

Ytam, Gbye è il tuo singolo d’esordio, come nasce?

Gbye nasce in un momento di grande difficoltà. Non sapevo bene che strada avrei dovuto prendere… Lavoravo, ma, in realtà, avrei voluto dedicarmi a tutt’altro a ciò che mi piaceva sul serio. Ho, così, deciso di sconfiggere questo periodo di paure e insicurezze che nel pezzo si incarnano in un nemico “immaginario”. Per sconfiggerlo ho un po’ immaginato di inserire nel testo figure che mi hanno ispirato nel corso degli anni. Prima di tutti Michael Jackson e cito  la sua Bad, ma anche Forrest Gump in quell’immagine in cui scappa dai bulli e così, immagino me, scappare dai problemi. Passando poi per Mike Tyson che, incarna un po’ il boss finale, quello un po’ impossibile da battere. Tutte queste figure vengono dal passato, dai miei ricordi. Sono cresciuto guardando film cult e ascoltando audiocassette degli ’80 e ’90 e ora rientrano nel mio immaginario.

Con Gbye hai firmato anche il tuo esordio nella crew della Columbia Records/Nigiri…

Sì, esatto! E’ stata una vera sorpresa. E’ successo così rapidamente, non era qualcosa che immaginavo in questo momento. E’ un emozione che sto ancora cercando di realizzare nella mente.

Gbye sarà l’inizio di un percorso fatto di singoli o è in programma un EP?

Ci sarà sicuramente un altro singolo e in primavera un EP, ma è ancora tutto in fase di lavorazione.

Da quando hai iniziato ad avvicinarti alla musica? 

Ho iniziato nell’adolescenza, intorno ai 16 anni con le prime band. Negli anno ho capito che avrei dovuto prendere la mia strada, perché nell’ambient delle band non riuscivo ad esprimere pienamente ciò che intendevo io. Così è nato Ytam, ma la svolta, quando tutto si è concretizzato, è stato quando ho incontrato il mio produttore, Giorgio Pesenti. Grazie a lui e alla sua esperienza tutto ha preso una forma più seria, anche a livello di suond è diventato tutto più maturo.

Chi è Ytam?

Ytam è Matteo, un venticinquenne bresciano amante di tutto ciò che oggi chiamiamo analogico. Nonostante viviamo in un mondo digitale e a portata di click, preferisco inserire un CD in un lettore o ascoltare un cassetta in un walkman e scattare foto in analogico. Sono elementi che hanno una loro lentezza, sono meno immediati, ma danno ancora il desiderio di fare qualcosa, quel senso di attesa. Pensa, ad esempio, alla velocità delle piattaforme streaming, con milioni di brani. Prima con le audiocassette bisognava comprarle, aspettarne l’uscita, penso fosse tutto più desiderato.

Un’animo un po’ vintage… Che si esprime anche nel look e nel modo in cui ti esprimi?

Sì, penso di essere un po’ nostalgico a 360 gradi, dalla musica ai film, ma anche negli outfit. Mi piace l’idea di richiamare un po’ gli anni ’90 o quelle atmosfere un po’ passate. Non ho un periodo di riferimento, spazio con la nostalgia a cui sono legati molti ricordi che uso per scrivere e creare un immaginario intorno.

Benito Dell'Aquila