Intervista a Marta Pistocchi: “Vi svelo il mio Toponomastica!”

Violinista, cantautrice e attrice, Marta Pistocchi ha rilasciato il 29 settembre 2020 il suo primo album da cantautrice dal titolo “Toponomastica”.

Nel suo sito dice di sé: “La mia è una costante e appassionata ricerca degli infiniti modi di esprimermi col mio violino, creando stupore, magia e bellezza.Perchè, parafrasando Fellini, la musica è un gioco che va giocato seriamente”.

Dalle canzoni contenute in ”TOPONOMASTICA” nasce, grazie alla regia di Rita Pelusio e la drammaturgia di Domenico Ferrari (con collaborazione di Marta Pistocchi e Alessandro Sicardi) “TOPONOMASRICA”-TEATRO CANZONE COMICO uno spettacolo comico musicale dalla forte e pungente ironia. Distribuito da Pem Habitat Teatrali, “TOPONOMASRICA”-TEATRO CANZONE COMICO narra la storia di due topi di città che, interpretati da Marta Pistocchi e Alessandro Sicardi, raccontano luci e ombre della metropoli, si prendo gioco delle contraddizioni del vivere urbano.

Benvenuta a Social Up! Il tuo primo album da cantautrice si intitola “Toponomastica”. Se dovessi descriverlo come lo presenteresti?  

Un inno d’amore a Milano, a quella Milano autentica, nascosta, popolare, che è sotto gli occhi di chiunque si soffermi ad osservare. E non sempre noi abitanti della città, qualsiasi essa sia, siamo disposti a rallentare per guardarci attorno. È un invito al lasciarsi incuriosire da ciò che ci circonda, molto spesso racconta una storia interessantissima. Musicalmente è spensierato, con generi musicali acustici che si rifanno al mio bagaglio personale (balkan, swing, world music su tutti), con testi ironici e pungenti che invitano alla leggerezza ma con spunti di riflessione.

Come mai hai scelto di intitolarlo “Toponomastica”?  

È un gioco di parole tra il suo vero significato (scienza di dar nomi ai luoghi geografici) e la parola TOPO. Il titolo è nato durante la creazione dello spettacolo omonimo. Sono infatti i topi gli attenti osservatori (metaforici) di questa città e il loro sguardo è diverso, laterale, attento ai piccoli particolari. È una prospettiva dal basso, degli ultimi, degli emarginati, ma anche di quelli che vedono nei paesaggi urbani una possibilità infinita, un laboratorio di socialità che può unire molto più che dividere.

Il disco è anche frutto della tua versatilità di artista. C’è qualche aneddoto legato alla realizzazione dell’album che ti piacerebbe condividere con noi?  

L’uscita di album e spettacolo erano previsti per marzo, e annullati poi per ovvi motivi… Mi sono ritrovata in quarantena con un disco pronto e uno spettacolo quasi finito ed ho deciso allora di dedicarmi alla creazione di videoclip! Ho realizzato 3 video in quarantena e un altro paio poi, divertendomi a lavorare con le immagini, avendo anche il limite di non poter uscire di casa. Uno di questi è uscito come anteprima del disco ed è un stop motion realizzato attorno al divano di casa; il pezzo è Serie.

“Toponomastica” non è solo un disco, ma anche uno spettacolo teatrale. Ci racconti com’è nato e cosa dovremo aspettarci?  

“Toponomastica” spettacolo di teatro comico musicale nasce grazie alla regia di Rita Pelusio e la drammaturgia di Domenico Ferrari che hanno immaginato, a partire dalle mie canzoni, una conferenza di topi, per topi, che analizzano con pungente ironia le regole e gli stili di vita delle nostre città, e i vizi e le virtù degli umani che vi abitano.

Toponomastica si rifà al teatro-canzone milanese dei grandi maestri come Jannacci, Fo, Gaber, ma in maniera molto particolare: il tradizionale schema del cabaret milanese si lascia infatti contaminare e ibridare: il corpo comico prende il sopravvento, giocando con leggerezza e originalità.

Il tutto dà vita a un pastiche inaspettato e sorprendente che ci prende per mano e ci conduce alla scoperta di una città che troppo spesso non sappiamo guardare con occhi abbastanza attenti

Violinista, cantautrice e attrice. Come riesci a gestire le mille personalità del tuo essere artista?  

La mia particolarità dell’essere artista, che rivendico con gioia, è proprio la capacità di mescolare insieme diverse anime, arti e abilità. Ogni esperienza è formativa e finisce nella valigia che porto sempre con me ogni volta che salgo sul palco o che creo qualcosa.

Cosa c’è in agenda per i prossimi mesi? 

La situazione attuale dello spettacolo dal vivo è drammatica, e decisamente messa in pericolo; la falsa ripartenza del 15 giugno ha lasciato a casa tantissimi lavoratori dello spettacolo, ha visto chiudere spazi e teatri piccoli e piccolissimi, che sono i luoghi privilegiati per gli artisti del “sottobosco”. È già un atto coraggioso debuttare ora con un progetto, mi auguro che questa spinta ottimista venga colta con tutta la positività che vi è dentro, per ora pensiamo a rimanere in piedi, controvento ma in piedi.

Sandy Sciuto