Intervista a Luca Dirisio: “In Bouganville è al centro l’essere umano”

Il nuovo album "Bouganville" uscirà il 25 ottobre e Luca Dirisio ci ha raccontato, in minima parte, cosa aspettarci!

Non ha bisogno di presentazioni. È diventato famoso cantando “Ci vuole calma e sangue freddo”e otto anni dopo il suo ultimo album, Luca Dirisio il 25 ottobre 2019 rilascia “Bouganville”, il suo nuovo progetto discografico.

Il disco è stato anticipato da “Come il mare a Settembre”, il primo singolo estratto. Per l’occasione, molto tempo prima dell’uscita dell’album abbiamo chiacchierato con Luca Dirisio che si è raccontato a 360 gradi svelandoci qualcosa del nuovo album.

Luca son passati otto anni dal tuo ultimo album. Cosa è successo in questo periodo e com’è cambiata la tua vita?

La mia vita credo sia cambiata in meglio perché mi sono liberato di alcune zavorre che alcuni pensano siano necessarie e invece per me non lo sono state come avere grandi case discografiche alle spalle e cose del genere. Per me per fare musica prima di tutto ci vuole desderio, passione, cuore. In passato mi son sentito ingabbiato e circondato da persone che mi dicevano cosa fare ma non ti facevano sentire bene, amore e affetto. Poi sono cambiate tantissime cose come ho preso moglie, ho fatto viaggi. Non sono stato fermo; sono usciti svariati singoli. Non mi sono sentito di fare un disco completo perché mi sono accorto che la musica e la discografia erano cambiate e non avevo capito dove collocarmi. La reunion con Giuliano Boursier, dopo tanto tempo, mi ha fatto capire che quando fai musica devi sentirti libero di esprimerti senza pensare alle mode ma pensando di dover lanciare il tuo messaggio.

Dopo otto anni, torni alla musica con un progetto discografico interamente nuovo, perché hai aspettato così tanto? Come mai hai scelto proprio questo momento?

Ho aspettato proprio adesso perché io e Giuliano ci siamo rivisti. In questo periodo ho scritto cento canzoni e quindi il lavoro è stato selezionare il pezzo migliore o che ti rappresenta di più. Dopo un’attenta analisi, abbiamo deciso di tirare fuori dieci brani che compongono il disco perché al centro del disco vi è l’essere umano dal mio punto di vista e secondo la percezione che ho dell’essere umano senza considerare le classi sociali. Abbiamo scelto dieci brani che mi rappresentano e che spero raccontino cosa è successo in questi anni.

In otto anni, il panorama musicale italiano è cambiato. Ora c’è l’indie, la trap ed il rap che dominano la scena. Qual è il valore aggiunto della tua musica?

Non so se ci sia un valore aggiunto della mia musica ma prima di parlarne, ti dico che l’indie è sempre esistito. Mi viene da pensare agli Strokes, ad esempio. È questo indie italiano che mi fa un po’ ridere. Di indie non c’è nulla. Mi da un po’ fastidio la creazione di queste sottoculture e questo mercato che impone cosa scegliere, cosa ascoltare.

Per quanto riguarda la mia musica, lascio alle persone che usufruiscono di musica commentarla. Quando ho deciso di fare questo nuovo disco, ho scelto dieci canzoni che piacciono a me mettendo passione e voglia di fare. Ci sarà chi apprezzerà chi no, ma è di sicuro un lavoro che piace prima di tutto a me e a Giuliano.

Dal nuovo album hai estratto due singoli. L’ultimo è “Come il mare a settembre”. Parliamo di questa canzone. Quando l’hai scritta e perché?

L’ho scritta circa un anno fa. Io vivo in un paese di mare. Sono nato a Vasto e voglio che qui finisca tutto. Una persona che nasce vicino al mare, se lo porta con sé ovunque vada per poi volerci ritornare. Ho scritto questa canzone perché una delle mie passioni è osservare ciò che mi circonda e d’estate è inevitabile vedere che tutti i ragazzi più giovani si innamorano dei turisti e delle turiste. Quindi basta sedersi sulla riva del mare per notare ciò mentre il mare non è solo un amico né una cornice ma ha sembianze umane che accompagna con il suo rumore queste storie estive e soffre insieme a loro quando poi vede che le relazioni si interrompono perché le persone devono separarsi. Credo che entrambe le cose parlino di sentimento e di amore e non c’è cosa più bella di scrivere una canzone che descriva una piccola parte della vita di questi ragazzi.

Ci racconti com’è stato realizzare il nuovo album e ci sveli qualcosa che ancora nessuno sa?

Ciò che mi premeva di più descrivere in questo disco è l’evoluzione che sta avendo l’essere umano dal mio punto di vista. La mia valutazione non è positiva perché stiamo diventando degli automi e ci stiamo lasciando gestire da una tecnologia che crediamo sia evoluta ma in realtà è la più scialba che esista. L’essere umano è sempre meno umano.  Lo sdoganamento di sottoculture che oggi viene visto come qualcosa di eccezionale, mi mette una tristezza perché mi immagino vecchio e gestito, curato negli ospedali da queste personcine che stanno con i cellulari in mano e che sbagliano i congiuntivi. Noto che il romanticismo che si potrebbe provare o che si potrebbe leggere nei grandi romazi del Novecento è cancellato, non esiste per questi ragazzi. Quindi non mi piace nulla neppure la musica che sta girando in questo periodo anche perché con questa tecnologia puoi realizzare un beat in modo semplice.

Nel disco non ci sono collaborazioni perché non mi sono sentito stimolato da chi è in giro. L’unico che stimo in questo mondo fatto di canzoni è Motta che sta facendo la musica a modo suo e che non conosco se non per la sua produzione musicale. Motta fa ottima musica e esprime concetti interessanti. Con lui collaborerei, se potessi.

Dal tuo Instagram, si scopre che sei un lettore anche di quelli appassionati. Quanto conta per un autore di canzoni, leggere o avere degli scrittori preferiti? A proposito quali sono i tuoi?

(n.d.r. sorride) Non so fino a che punto sia necessario, so che leggere è importante per me. I miei genitori mi hanno abituato a leggere quando viaggiavamo. A casa mia è sempre stata una tradizione leggere. I libri non sono mai mancati. Anche a Natale insieme alla macchina telecomandata c’era pure un buon libro. Questa è una buona educazione che ho ricevuto dai miei genitori che oggi è diventata una dipendenza. Ogni volta che parto per un viaggio o un concerto per sicurezza porto tre quattro libri. Mi piace leggere contemporaneamente e mi piace tutto eccetto gialli e polizieschi. Sono molto legato alla letteratura e ai racconti. Il titolo del disco nasce proprio da un autore americano da cui ho tratto ispirazione. Scrittori preferiti ce ne sono tantissimi. Ho letto tutto Bukowski perché è un pazzoide come me e amava gli eccessi.

Luca, ci sono in ballo un nuovo album ed un tour. Il ripresentarsi sulle scene, insomma. Cosa ti auguri accada?

Non sono mai mancato nelle scene perché ho sempre fatto concerti in questi anni. A me non piace dire sono in tour. A me piace suonare le mie canzoni con la mia band e godo quando lo faccio, non è lavoro per me. Il mio calnedario è sempre aperto, quando ci chiamano noi partiamo. Se non accade, ogni sette mesi ci rivediamo, suoniamo e sentiamo le cose nuove che abbiamo scritto.

Da questo nuovo album, mi auguro accada che possa piacere a più persone possibili.

Sandy Sciuto