Intervista a Gabriele Perrone: come imparare a fare business nell’epoca post pandemica

Sempre più professionisti puntano ad aumentare e migliorare il proprio business o servizio online, cercando di diventare sempre più competitivi e unici nel proprio settore. Gabriele Perrone, Founder di Marketing First International & Market Your Business, è un Business Strategist e Coach che aiuta tutti i professionisti, consulenti e imprenditori a migliorare il proprio business e a capire come farlo funzionare, puntando ad attrarre clienti alto spendenti. 

Noi di Social Up abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Gabriele per farci spiegare meglio non solo in cosa consiste il suo lavoro ma come poter arrivare a sviluppare il proprio progetto professionale attraendo clienti, posizionandosi al meglio sul mercato e migliorando così la propria performance. 

Venite con noi!

Ciao Gabriele, raccontaci di te e del tuo background: quando hai capito che avresti fatto il Business Strategist e l’Online Marketer?

“Ho cominciato nel 2019 quando mi occupavo già di business. All’inizio ho cominciato a studiare il mercato online e investire in quello che era il mondo della vendita in generale. Ero in un periodo particolare della mia vita, avevo giusto deciso di partire per l’Australia. Qui, dopo un esperienza da venditore, ho iniziato a lavorare come manager in un’azienda di pannelli solari e da qui è nato il mio amore per il marketing. Infatti, grazie ad una strategia che avevo attuato io all’interno dell’azienda, siamo riusciti a raggiungere fatturati importanti e sempre più clienti. Ero contento dei risultati raggiunti ma sapevo che non stavo facendo esattamente quello che volevo fare nella mia carriera. Così, ho visto che c’era un evento di marketing condotto da un consulente molto rinomato nel settore e ci sono andato. Alla fine dell’evento, mi sorprese il fatto che tutti i professionisti che aveva aiutato avevano raggiunto grandi risultati con i loro business e in poco tempo, come fosse quasi matematico. Alla fine, ho deciso di intraprendere anche io questo percorso che poi, ho scoperto, mi avrebbe letteralmente cambiato la vita. Ho cominciato a vendere così i miei corsi di coaching in Australia e poi ho deciso di aprire la mia attività di coaching anche in Italia, dove sono ritornato per lanciare la mia attività. Da allora, abbiamo aiutato davvero tantissimi consulenti e coach. Diciamo che l’elemento chiave nei miei percorsi è stato proprio il supporto, lo stesso che ho ricevuto io durante la mia formazione”.

Sappiamo che hai aiutato decine e decine di professionisti ed imprenditori in 44+ settori diversi ad aumentare i propri profitti grazie ai loro business. In particolar modo, li hai aiutati anche a raggiungere clienti di fascia alto spendente, nicchia di clienti non sempre raggiungibile proprio a causa delle strategie attuate dai consulenti. Cosa ne pensi? Come mai i consulenti e imprenditori faticano ad arrivare a questa nicchia di clienti? 

“I consulenti troppo spesso vendono un servizio ad un prezzo basso e questo errore è significativo da ambo le parti: sia verso il cliente che verso la propria attività. Se, ad esempio, vendi un servizio ad un prezzo troppo basso mettendo tutto te stesso in quello che offri non lavori mai al 100%. Di base, quando paghiamo poco un servizio, diamo poco valore a quello che stiamo comprando e quindi il coach o il consulente che c’è dietro non solo ha pochi margini in termini di costi, ma allo stesso tempo, il suo cliente si aspetta un servizio premium. A livello di scalabilità del business, non è possibile lavorare così. E’ un vero e proprio problema nella metodologia e il vero paradosso è che, proprio per paura di vendere un servizio ad un prezzo elevato, il consulente spesso vende ai clienti un servizio con un pricing troppo basso. Il consulente, di base, investe tantissimo nella propria formazione tra corsi di formazione o percorsi di laurea e, oggigiorno, dovrebbe investire di più rispetto a quanto ha investito per essere ciò che è per vendere ciò che sa fare. L’obiettivo del consulente è avere un riscontro economico e deve avere un modello di business sostenibile e dove poter essere percepito come l’autorità che è nel proprio settore e venire ripagato per il  valore che porta. L’altro lato della medaglia è il rischio che il cliente pagando poco dia poco valore a ciò che sta comprando. Questo diventa, così, una problematica non trascurabile.”

Quindi il consulente o il professionista, cercando di abbassare il proprio pricing per attrarre clienti, rischia di ottenere un output minore rispetto a quello che potrebbe avere. Sulla base della tua esperienza da coach e marketer, quali pensi siano gli errori più frequenti che i consulenti fanno quotidianamente e che rischiano di lenire il successo del proprio business?

“Il primo errore è che non investono nel metodo: i consulenti spesso non comprendono che è necessario avere un metodo scalabile e replicabile e che la loro professionalità e il raggiungimento del risultato debbano essere accessibili in base all’investimento. Questo permette di dare al consulente una metrica sia di guadagno mensile che di numero di clienti ogni mese. Investire in un metodo che ti permetta di sapere con estrema certezza quanti clienti avrai ogni mese è fondamentale. Un altro errore è sicuramente la mancanza di applicazione del metodo e qui è di fondamentale importanza quello che dicevo prima, il supporto. Proprio per questo, nei miei corsi io offro un supporto a 360 gradi che aiuti tutti i professionisti a mettere in piedi un’attività che generi profitto. Un altro errore è quello di non farsi seguire un mentore o un coach. E’ una cosa che ho imparato tanto tempo fa e mi sono accorto che in qualsiasi settore, dallo sport all’imprenditoria, tutti i grandi di ieri e di oggi hanno avuto dei mentori per farsi seguire. E noi, banalmente, pensiamo di poter fare tutto da soli! Se vuoi arrivare da A a B ci possono essere mille variabili e se investi in un mentore riesci a raggiungere quel risultato il prima possibile”.

Sappiamo che, oltre a sessioni di coach online, sei molto attivo anche sui social dove proponi contenuti gratuiti per tutti i professionisti e, spesso, parli di una figura, il Consulente Top 1%. Di che figura si tratta e perché è così importante?

“Principalmente la differenza tra un consulente e il Consulente Top 1% è la stessa differenza che c’è tra fare questa attività in maniera amatoriale o da professionista. Infatti, il Consulente Top 1% ha risolto tutti i problemi legati a questo lavoro. E’ quella figura che ha un metodo replicabile che gli permette tutti i mesi di sapere quanti clienti avrà ed ha capito che deve vendere senza svalutarsi e deve puntare a fare investire i propri clienti. Questo è fondamentale: più le persone investono e più le persone danno valore a cosa stanno facendo e al proprio investimento. Se il cliente investe, il consulente viene visto come un professionista e anche il risultato sarà maggiore. Il Consulente Top 1% , quindi, è colui che ha sviluppato questo tipo di mindset ed è consapevole del fatto che gran parte dei propri guadagni derivino proprio dall’avere un coach e un mentore in grado di portarlo sempre al livello successivo. Poco tempo fa, ho sentito un aforisma che vorrei riportare perché  penso sia perfetto per il mondo della consulenza: se hai un business che fa 200.000 euro l’anno non hai un business ma hai un hobby. Quando ho sentito per la prima volta questa frase mi ha fatto riflettere perché è un quesito che ti fa interrogare e capire a che punto sei del tuo business”.

Quindi, ricapitolando: quali pensi possano essere i consigli utili per i professionisti, consulenti ed imprenditori che puntano a migliorare la propria performance e il proprio business? 

Il primo consiglio che mi sento di dare è di rivolgersi al cliente giusto e alla fascia giusta: un errore comune, infatti, è accettare tutti i clienti che chiedono il nostro aiuto. Di base, se sei un professionista, non puoi aiutare tutti. Devi necessariamente specializzarti in una nicchia e diventare il numero uno: devi sviscerare una particolare nicchia e portare i clienti di quella nicchia da A a B e per diventare un vero professionista è necessaria questa specializzazione. Successivamente, come già detto, trovare il prezzo giusto senza svalutarsi, che non vuol dire alzare semplicemente il costo del servizio. Bisogna lavorare su un’offerta che sia unica, in modo tale da poter creare grazie all’unicità dell’offerta un prezzo unico e portare più valore al cliente. L’obiettivo è far capire al cliente che, al di fuori del tuo lavoro, non troverà un’altra offerta simile alla tua. Quindi, il creare unicità è fondamentale. Dopodiché, investire in un metodo e non cercare di fare tutto da soli. Investire in un metodo di marketing che permetta di avere il pieno controllo sull’attività è fondamentale, lavorando così con più clienti della stessa nicchia e che, quindi, hanno le stesse tipologie di problemi da risolvere.

Collabori con alcuni dei massimi esperti del settore di online, marketing e coaching a livello internazionale e gestisci business e clienti in 3 continenti, tra Italia, Australia ed Emirati Arabi. Quali pensi saranno i tuoi prossimi obiettivi?

All’inizio ricordo che il primo obiettivo era la libertà: poter viaggiare e lavorare insieme era fondamentale. Ad oggi, direi che voglio raggiungere un grande impatto e voglio portare sempre più consulenti o imprenditori a vivere questa sensazione di libertà. E’ impattare il mio obiettivo principale.

Valentina Brini