Intervista a Federica Napoli: “Eccomi qua, sono io e questa è la mia verità”

Federica Napoli, oggi ventiquattrenne, è nata e vive a Milano. Tutti la conoscono perché è una dei tre cantanti de “Il Pagante”, gruppo nato come pagina Facebook che si rivolgeva ironicamente soprattutto a stereotipi milanesi. Parliamo degli stessi personaggi  un pò stereotipati che caratterizzano le strade, la movida e la vita della grande città lombarda e che, forse, ascoltano e amano il Pagante senza riuscire a cogliere la vena umoristica che pervade ogni loro singolo. Oggi questo trio è diventato un vero e proprio fenomeno nazionale: singoli certificati oro, platino e milioni di visualizzazioni, per una band che si trova nella condizione di essere diventata di culto nel mondo della dance.

Facendo un passo indietro: chi era Federica prima di tutto questo successo? E come si vede oggi, dopo tutti gli eventi importanti che hanno caratterizzato la sua vita?

Adesso siamo pronti a svelarvi tutto di lei.

Federica e la musica: com’è nata questa passione e quando hai capito che potevi farne un lavoro?

La mia passione per la musica è nata da piccolina. Mia mamma e mio papà mi facevano ascoltare sempre tanta musica, e poi ho praticato danza per 10 anni. Il Pagante è nato per gioco, ma quando abbiamo iniziato a ottenere i primi risultati soprattutto in termini di richieste di date in tutta Italia, abbiamo realizzato che stava diventando un lavoro.

Raccontaci della tua prima esibizione: com’è stato affrontare un palcoscenico per la prima volta?

Come raccontavo prima, ho praticato 10 anni di danza, quindi di palchi ne avevo già calcati, ma con il Pagante è stato diverso: ero emozionatissima, un po’ agitata ma è stato bellissimo anche se ahimè nascondevo già la mano.

Insieme a Eddy Veerus e Roberta Branchini, hai dato vita al trio “Il Pagante”. Com’è nata la vostra amicizia e, soprattutto, l’idea di creare una band?

Io e Roberta abbiamo frequentato la stessa scuola, ci conosciamo da molto tempo,  mentre Eddy è entrato nel gruppo dalla terza canzone (Balza). Io e Roberta seguivamo questa pagina su Facebook (Il Pagante) gestita da questi amici, poi diventati i nostri manager, dove si raccontava e parlava dei linguaggi e comportamenti dei giovani. Poi abbiamo deciso di tramutare questa pagina in progetto musicale. Così è uscita la nostra prima canzone, Entro in pass.

Immaginiamo trascorrerai molto tempo con Eddy e Roberta: un pregio e un difetto di ognuno?

Bella domanda…Allora Eddy a volte è un po’ ansioso ma è una persona molto ironica, Robi invece è impulsiva ma è una persona determinata ed è una grande amica.

Come molti ragazzi, anche tu sei stata vittima dei cosiddetti “leoni da tastiera”. Eppure hai avuto la forza di mandare a quel paese tutti quegli haters che dietro una tastiera  per anni ti hanno derisa e insultata a causa della malattia con cui sei nata, l’aplasia. E lo hai fatto nel modo migliore, attraverso “Too Much”, una hit da oltre 5 milioni di visualizzazioni. Ci racconteresti quel periodo e, soprattutto, come sei riuscita a superarlo?

Prima di “Too Much” ho pubblicato una foto sui miei profili social dove ho raccontato tutta la mia storia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’8 marzo 2017, ero in giro con le mie amiche e un gruppo di ragazzi si è avvicinato chiedendomi se fossi “Federica del Pagante” e scherzando ho risposto di no ma un ragazzo con tono molto arrogante esclamò “Se non sei Federica tira fuori le mani…”. Io quella notte non ho chiuso occhio e mi dissi che doveva finire questo calvario. Il 9 marzo ho deciso di pubblicare la foto delle mie mani e soprattutto di smetterla di usare una maschera che non mi appartenesse, perché chi mi frequenta nella vita reale sa che sono una persona molto ironica e che ci scherza anche su: non bisogna mai prendersi troppo sul serio!

Il cyber-bullismo è un fenomeno molto diffuso tra i giovani: in base alla tua esperienza, cosa consiglieresti a chi è ancora vittima di questo tipo di violenza?

Dal quel 9 marzo non ho mai smesso di ricevere messaggi da tantissime persone che mi chiedono consigli. Non c’è cosa più bella di poter, anche nel mio piccolo, aiutare qualcuno. Il mio consiglio è parlarne, perché parlare fa bene, aiuta a non sentirsi soli e abbandonati e soprattutto parlarne con delle persone adulte che sicuramente potranno aiutarvi.

In ultimo, non possiamo non farti una domanda sul futuro: che progetti hai e cosa ti aspetti da questo 2018?

Abbiamo tantissimi progetti per questo 2018, in programma un nuovo album e tantissime date in giro per l’Italia, quindi non ci resta che dirvi, vi aspettiamo!!

Alessia Cavallaro