In India nasce l’unico giornale scritto e diretto dai bambini di strada

Da patria indiscussa degli insegnamenti di Gandhi, nonché protagonista per eccellenza del film “The Millionarie” di Danny Boyle, che narra la bella favola di un bambino di strada che sogna di diventare milionario grazie ad un quiz televisivo, a potenza economica emergente e in continua espansione. Nell’immaginario comune l’India evoca spesso scenari cangianti ed emozioni contrastanti che celano aspetti cupi e amari e fanno così spazio ad una terra avvolta dal mistero, una terra in cui “non è tutto oro quel che luccica”.

Questa volta a prendere parola sono i giovanissimi abitanti della disastrata periferia di Nuova Delhi, che hanno voluto dare eco alla propria voce attraverso una penna che, si sa da sempre, è in grado di ferire più a fondo di una qualsiasi altra arma, denunciando la difficile realtà sociale in cui sono nati e cercando di crescere e di farsi spazio tra povertà e miseria. Non è un caso che il nome del giornale sia proprio “Balaknama” che significa appunto “La voce dei bambini”. Si tratta di un trimestrale di circa 8 pagine incentrato sui minori e le loro storie: bambini che vivono e lavorano in strada, testimonianze di brutalità e violenze urbana, spesso anche per mano di chi, come la polizia, dovrebbe contrastarla. E ancora sfruttamento, emarginazione e matrimoni forzati.

In questo enorme Paese i bambini che vivono per strada rappresentano une vera piaga per la società, sono circa 11 milioni, di cui 500 mila solo nella capitale. Vivono in condizioni terribili e disumane, non hanno la possibilità di accesso al cibo, all’istruzione e alla sanità, spesso non vengono neppure censiti tale per cui risultano inesistenti anche all’anagrafe. La prova della loro esistenza è solamente la loro voce, quella che questo giornale vuole far arrivare a tutti. “Era un problema il fatto che nessuno sapesse di noi, di come viviamo e in che condizioni”, dichiara una giovane firma della testata, “il giornale è una grande idea. Le storie dei bambini che sono pubblicate sono piene di oscurità. Ed è così che vogliono che sia descritta la loro vita. Che lavorano giorno e notte”.

Il progetto è sostenuto grazie all’aiuto di “Chetna”, un’organizzazione non governativa locale che da tempo si occupa del reinserimento nella società di bambini che vivono per strada, aiutandoli a trovare un proprio posto nel mondo attraverso iniziative come questa, coprendo soprattutto i costi di produzione.

Negli ultimi anni la rivista ha riscosso un buon successo per quanto riguarda la diffusione (ha più di 10 mila lettori), costa una rupia, che equivale a circa 3 centesimi di euro, nulla diremmo noi, ma in realtà è tanto poco quanto fondamentale per dare loro speranza di una vita migliore.

 

Erminia Lorito