Il ritorno dei Subsonica con “8”: e se il punto di partenza fosse già l’infinito?

Avevamo solo una certezza: “Questo vuoto esploderà” come cantava Samuel in “La Glaciazione”. Il vuoto è esploso. I Subsonica sono tornati con “8”, il nuovo e atteso disco che punta all’infinito ritornando alle origini.

Quattro anni di pausa sono stati lunghi, lunghissimi da passare per chi come noi ama i Subsonica da sempre, fin dalle prime canzoni come “Tutti i miei sbagli”, “Nuova ossessione” e “Nuvole rapide” per arrivare alle ultime “Istrice”, “Una nave in una foresta” e “Di domenica”.

Nonostante i progetti da solisti di Samuel e di Boosta ci abbiano fatto apprezzare il talento individuale di entrambi, mancavano la musica elettronica e il modo brillante di dire le cose tipico della band torinese.
L’attesa, però, è stata ampiamente ricompensata! I Subsonica nella loro composizione originaria – Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio – hanno rilasciato il 12 ottobre 2018 su tutte le piattaforme digitali e streaming “8”, il loro nuovo progetto discografico distribuito da Sony Music.

Non è un caso la scelta del titolo dell’album. “8” è l’ottavo disco dei Subsonica in vent’anni di attività e nella numerologia l’otto rappresenta l’infinito. La copertina del disco completamente nera ha al centro un gigantesco numero 8 formato da linee e curve dorate che ricordano strade su cui sfrecciare e “che si lasciano guidare forte”

Per il ritorno, i Subsonica hanno scelto di colmare il vuoto lasciato con la musica che li ha sempre contraddistinti. Nessuna particolare sperimentazione o innovazione o cambio di rotta o di essere: “8” suona d’infinito come lo sono state le origini della band. “Abbiamo scelto di far partire il disco dagli anni Novanta, perché un gruppo che rimane fedele a se stesso può rimanere protagonista del suo tempo anche se gli anni passano” – spiega Casacci – “non è un caso che nel ritornello di Jolly Roger, che ho scritto insieme a Samuel, ripetiamo più volte: ‘Adesso siamo qui’”.

L’uscita del disco è stata anticipata dai singoli “Bottiglie rotte” e “Punto critico” che compongono l’album insieme alle restanti nove tracce.

“8” rappresenta l’insieme di precise scelte compiute dai Subsonica per il loro ritorno sia da un punto di vista musicale sia da un punto di vista di tematiche e contenuti dei testi. “Jolly Roger”, il brano che apre il disco, è il manifesto sonoro del disco con chitarre funk e sezione ritmica robusta come “Punto critico” caratterizzato da una progressione alla Subsonica o “Le onde” pieno di glitch. Musicalmente i Subsonica sono quelli degli esordi, nessuna alterazione del loro sound, anzi un tale vigore e potenza nel riconfermare chi sono stati, chi sono e chi saranno: la musica elettronica italiana più suonata, ballata e osannata degli ultimi vent’anni.

Da un punto di vista delle tematiche, i Subsonica sono ossessionati dal tempo, dall’attualità con sfumature politiche (come ci hanno da sempre abituati) e dall’irraggiungibilità dell’imprevedibile. E poi “8” è pieno di citazioni ed autocitazioni: è come un gioco sullo riscoprirsi e rilanciarsi, ma anche su chi ne sa di più dagli anni novanta ad oggi. Ed ecco, quindi, che “Fenice” ricorda da subito “Ancora tu” di Lucio Battisti e “L’incubo” parla di “solitudine dei numeri primi” riportando al romanzo di Paolo Giordano.

“Le onde” è una canzone tributo a Carlo Rossi, ingegnere del suono e storico collaboratore della band morto nel 2015 in un incidente stradale e “Respirare”, scritta da Samuel, è una futura e potente hit. L’unico featuring del disco è con Willie Peyote, torinese anch’egli, in “L’incubo”: simbiosi perfetta di musica e parole ed il brano suona meravigliosamente. Non da meno sono “Cieli in fiamme”, “Nuove radici” e “La bontà”.

L’ottavo disco dei Subsonica riafferma prepotentemente la bravura, la caratura e quanto avessimo bisogno di un loro ritorno. È vero: ci sono molte citazioni, lo stile è rimasto invariato, Samuel canta come fosse il primo giorno e la prima reazione è di ballare e divertirsi. Potrebbe essere un difetto per alcuni il non cambiamento, invece è il grande pregio e privilegio dell’essere una band che sin dalle origini ha avuto un sound ben definito e una personalità musicale senza eguali in Italia che impressiona ancora.

Al momento i Subsonica sono alle prese con la presentazione dell’album nell’instore tour. A dicembre i Subsonica partiranno per un tour europeo in nove città e da febbraio saranno in tour in Italia. “Il concerto è uno spazio sacro. Il live resta un’esperienza unica, perché ha bisogno di un’azione fisica da intraprendere. È un posto neutro, dove ci si incontra, tutti immersi nella stessa musica” ha dichiarato Boosta.
Buon infinito delle origini con i Subsonica!

Sandy Sciuto